Le notizie degli ultimi giorni segnalano un’accelerazione delle mosse che sono indispensabili per fare partire una ricapitalizzazione che abbiamo cercato di fare bloccare. Abbiamo presentato ben quattro esposti alle istituzioni che sono preposte a verificare la correttezza di quanto proposto dai commissari. Il piano è stato approvato da una massa anomala di azionisti, a seguito di una raccolta deleghe che ha sollevato non pochi dubbi e la responsabile assenza del socio di riferimento, che avrebbe potuto bloccarla se si fosse presentato in assemblea.
Negli ultimi nove mesi abbiamo scritto molto su banca Carige, abbiamo fatto esposti, abbiamo evidenziato stranezze e, cercando di comporre le tessere del puzzle in una visione d’insieme, si riesce a cogliere tutte le incoerenze e le anomalie. Nel caso in cui qualche istituzione volesse fare approfondimenti, non sarebbe difficile avere una visione diversa dall’immagine con cui si è voluta descrivere la necessità di adottare la ricapitalizzazione proposta per risanare la banca, escludendo i vecchi soci che avevano contribuito, con reiterata generosità, a versare il capitale necessario per mantenere in vita la banca, sino al momento in cui qualcuno ha deciso di regalarla a un nuovo arrivato.
Il problema della banca sono gli NPL, è cosa nota e tutti sappiamo che le sue perdite sono dovute, in gran parte, all’introduzione di nuove norme che costringevano le banche italiane a svenderli. Abbiamo detto banche italiane, perché si è deciso di applicare, nella prima fase, una regola unica a tutte le banche europee, sapendo che il recupero crediti in Italia richiede molto più tempo che nelle altre nazioni dell’unione. Le nuove norme avrebbero penalizzato l’economia nazionale e favorito i competitor europei, Francia e Germania, che, invece, avevano una grossa esposizione ai derivati. Non a caso Dutsche Basnk ha dovuto evidenziare i propri problemi dopo un decennio dallo scoppio della crisi, periodo in cui le banche italiane si sono dibattute in difficoltà ben maggiori. Se i problemi erano insorti perché in Italia occorre più tempo per il recupero crediti, si poteva lavorare su quello, senza destabilizzare gli equilibri finanziari delle nostre banche. Imponendo regole comuni per ridurre i tempi di recupero crediti, si sarebbe fronteggiato un problema senza danneggiare i risparmiatori. Noi pensiamo che Unione Europea significhi risoluzione dei problemi comuni, non creazione competitiva di difficoltà ad altri.
Nell’assemblea del 22 dicembre 2018 avevamo posto un quesito: “Quanto delle perdite contabilizzate da Banca CARIGE nella semestrale, erano attribuibili alla vendita degli NPL imposta da BCE”? La risposta data da Piero Modiano, presidente di quell’assemblea è stata: “Che il mercato degli NPL non sia perfetto è cosa nota da tempo”.
Nell’assemblea del 20 settembre 2019, in uno dei nostri due interventi, per la precisione il secondo letto da Scotti, avevamo puntualizzato e chiesto: “Il piano prevede che Banca Carige venda quasi integralmente i propri NPL, ma nessuno precisa quanti siano quelli posseduti da CCB; siamo certi che la banca che si vuole salvare non sia Cassa Centrale Banca?” La risposta del presidente dell’assemblea, Raffaele Lener, è stata: “Per conoscere gli NPL di Cassa Centrale Banca è sufficiente guardare il loro bilancio”. Si noti berne, stiamo parlando del bilancio di una banca popolare, stesso tipo di banca di quelle venete cedute a Banca Intesa per 1 € e territorialmente confinante con loro …
Non possiamo trascurare che Piero Modiano, sempre nell’assemblea del 20 settembre US, come segnalato dalla Dottoressa Annamaria Antolini, per rispondere a chi aveva criticato l’accettazione di un tasso quasi usuraio del 16% applicato al prestito subordinato da 320 milioni, sottoscritto da FITD, ha risposto: “All’inizio il tasso non era così alto…perché allora si riteneva impossibile la mancata approvazione dell’Assemblea …e questo tasso così alto AVEVA COME INTENZIONE IL DARE UN INCENTIVO a che l’assemblea del 22 dicembre accettasse la conversione in capitale di questo subordinato.” Esiste un termine per definire un simile giro di parole … preferiamo non scriverlo, nella speranza che qualcosa ci sia sfuggito e, quindi, di esserci sbagliati.
Ora veniamo al presente e mettiamo in relazione tra loro quanto sta accadendo e quanto avvenuto in precedenza, così il quadro inizia a comporsi per chi ci legge e per le istituzioni che ritenessero utile approfondire fatti evidenziati da chi sta subendo un danno enorme e non solo quelli diffusi da chi quel danno lo sta generando:
- Il 22 novembre 2019 Banca Carige emette un comunicato in cui precisa che, su richiesta di CONSOB, si rende nota un’integrazione all’informativa contenuta nella situazione patrimoniale ed economica consolidata, semestrale al 30 giugno 2019. Facciamo una sintesi della dettagliata esposizione reperibile sul sito di Banca CARIGE. Mentre si stava elaborando la semestrale al 30 giugno 2018, in banca CARIGE era in corso un’ispezione della BCE. La semestrale è stata elaborata utilizzando i consueti principi contabili per la valorizzazione degli NPL. Alcuni mesi dopo, alla fine dell’ispezione, utilizzando i nuovi principi contabili imposti da BCE, si sono dovute correggere le perdite sugli NPL dichiarati nella semestrale al 30 giugno 2018, aumentandole di parecchi milioni a causa dei nuovi principi contabili. Sulla base di queste integrazioni vorremmo porre una nuova domanda al Presidente Raffaele Lener: “Se mentre era in corso un’ispezione di BCE si sono sottostimate le perdite sugli NPL di una banca controllata come CARIGE, siamo ancora certi che per conoscere i dati contabili di CCB sia sufficiente guardare il suo bilancio”?
- Altro passo verso la soluzione dei problemi di CARIGE, come dichiarato dai commissari, è la cessione quasi totale degli NPL. Anche a Piero Modiano proviamo a formulare una seconda domanda: “Se è noto a tutti che il mercato degli NPL non è perfetto e che la loro cessione forzata genera perdite, perché per risanare Banca CARIGE bisogna cederli tutti dopo avere applicato i principi contabili imposti da BCE, mentre per CCB è sufficiente leggere il suo bilancio e ritenere valida la sua dichiarazione, senza avere la certezza che siano stati adottati i principi contabili imposti a banca Carige”?
- Un’ultima ovvia domanda per Piero Modiano e Fabio Innocenzi che avevano sottoscritto il tasso al16% sul prestito obbligazionario e che ritengono normale rispondere di averlo fatto per spingere gli azionisti ad approvare una ricapitalizzazione: “Considerato che lo stesso fondo con cui avete sottoscritto un accordo a quel tasso, è disposto a investire altro denaro e a cederlo ad un terzo attore con uno sconto del 47% siete veramente certi di avere fatto l’interesse di chi vi aveva portati ai vertici del CDA della Banca, quando avete negoziato e sottoscritto quel tasso d’interesse”?