Scritto da un gruppo di piccoli azionisti
Anche in questo periodo le notizie sulla stampa si rincorrono, quasi tutte le testate locali riportano lo stato dei lavori per l’accordo sindacale sul taglio dei dipendenti, sulle future chiusure delle filiali, una prima parte alla fine del mese e altre nel primo semestre del prossimo anno e, infine, riportano previsioni sulla tempistica dell’ennesimo aumento di capitale.
Un’intervista al governatore della regione Liguria sulla vicenda Carige, ha catturato la nostra attenzione. Siamo d’accordo con lui sul fatto che banche e politica debbano essere ben distinte, ma, purtroppo, sa benissimo che COSI’ NON E’, specialmente nell’ultimo periodo.
Siamo d’accordo quando afferma che l’aumento di capitale è stato approvato anche grazie al grande senso di responsabilità degli azionisti che hanno perso molto denaro, ma non siamo d’accordo su quanto dichiara nel capoverso successivo “non appena sarà sottoscritto l’aumento di capitale, ci sarà un nuovo azionista di riferimento e partirà il piano industriale”.
Com’è possibile che chi ricopre la carica ligure più importante, si dichiari soddisfatto di azzerare i vecchi azionisti – famiglie che hanno investito i loro risparmi – per dare spazio ai nuovi azionisti che entreranno a un prezzo stracciato……… ALLA FACCIA DI CHI HA SOSTENUTO GLI AUMENTI DI CAPITALE PRECEDENTI VERSANDO NELLE CASSE DELLA BANCA OLTRE 2,2 MILIARDI DI EURO, PERMETTENDOLE DI CONTINUARE AD ESISTERE.
Da quanto dichiara si presuppone che non abbia mai investito in azioni di Banca Carige, perché forse non sarebbe tanto soddisfatto di vedersi azzerare la propria partecipazione, non sarebbe tanto soddisfatto di essere espropriato di tutto, anche dei propri diritti.
E in tutto questo scorrere di fiumi d’inchiostro, nessuno fa alcun cenno ai quattro esposti, si ben QUATTRO: tutti indirizzati a BCE, CONSOB E BANCA D’ITALIA e tutti rimasti senza riscontro.
Come può uno Stato dirsi civile se non garantisce i diritti dei propri cittadini, in quale modo lo Stato controlla l’esercizio del credito?
La nostra sete di giustizia e di equità non si ferma, il nostro obiettivo è “salvare” Banca Carige dai soggetti che la stanno mettendo in liquidazione travestita da piano industriale, volto esclusivamente a smantellare il gruppo.
Continueremo a urlare la nostra disapprovazione a quest’operazione finché non riusciremo a risvegliare le coscienze di chi dovrebbe tutelare i diritti degli investitori.
Nostro commento
Sarei lietissimo d’incontrare il governatore della Liguria Giovanni Toti, per potergli esporre alcuni numeri; fatti, non opinioni, solo per capire se quando fa certe affermazioni sia in buona fede. Se è vero che la politica deve stare lontana dalle banche, perché mai nessun politico si è espresso mentre gli amici degli amici depauperavano il patrimonio di una banca con oltre 500 anni di storia?
La politica, però, dovrebbe tutelare il risparmio dei cittadini, gli investimenti delle imprese. Sono tutele garantite dalla costituzione, come mai nessuno si esprime sulla violazione di questi diritti nelle decisioni prese per gestire l’uscita dalla crisi di Banca Carige? Come mai non abbiamo ancora visto concretizzare una riforma della giustizia che punisca chi, pur essendo condannato per avere danneggiato gli investitori, deve essere liberato per norme che favoriscono chi ha commesso reati, impedendo il giusto risarcimento dei danneggiati? Come mai la politica ha allontanato dal ruolo di assessore, l’unica persona che abbia osato esprimere un’opinione in sintonia con quanto da noi dichiarato e che abbiamo diffuso in più di 120 pagine di denuncia? Stare lontani vuol dire essere neutrali, non schierarsi e influenzare l’opinione pubblica, intimidendo chi chiede siano tutelati i propri diritti e chi vorrebbe un piano industriale vero per la banca che ha garantito il sostegno all’economia della Liguria da sempre.
Scritto da Mariano
Notizie stampa riportano di “pace” raggiunta tra Apollo – Carige – Amissima a fronte di nuovo accordo commerciale.
Sarebbero ritirate cause risarcitorie di Carige verso Apollo, per 450 milioni, e Amissima, per annullabilità accordi distributivi (pari a quasi 6 mld di raccolta indiretta) su cui gravano penali nel caso di non raggiungimento target vendite.
Carige sarebbe esonerata dal pagamento di eventuali penali, il cui ammontare già accantonato al 31 giugno 2019 è pari a 127 milioni.
Tale importo, gravante sugli oneri dei “vecchi” azionisti di Carige, equivale esattamente a 1.5 volte esborso riservato ai precedenti soci nel prossimo aumento di capitale (85 milioni).
Essendo già catalogato a bilancio tra le passività relative al fondo rischi, si potrebbe presumere “ristoro” per vecchi soci che “responsabilmente” si sono sacrificati per il bene aziendale e sistemico.
Tale gratificazione potrebbe essere monetaria (127 milioni da dividere per quota tra vecchi soci), azionaria (adc d’importo maggiore totalmente gratuito), mista (adc gratuito e ristoro di 42 milioni per vecchi soci).
Nostro commento.
Tutto condivisibile gentilissimo Mariano, peccato che nulla di quanto prospettato dal suo desiderio di vedere riconosciuto qualcosa ai vecchi azionisti, sarà mai proposto da chi si è apertamente schierato a favore di una soluzione che noi abbiamo ampiamente evidenziato come una prevaricazione sui diritti dei vecchi azionisti.
Che un accordo tombale sarebbe stato sottoscritto, l’avevamo ipotizzato nei nostri esposti, quindi, nessuna novità. Come previsto, nessuno ha parlato delle centinaia di milioni richiesti da Banca CARIGE per danni ricevuti, che avrebbero aumentato il suo patrimonio e che, in conseguenza di quell’accordo, saranno cancellati? Casualmente, anche questo penalizzerà i vecchi azionisti. Come siamo sfortunati …