Il 23 aprile 2020 si è svolta un’audizione davanti alle commissioni Finanze e Attività produttive della camera. Sono intervenuti alcuni responsabili che ricoprono ruoli strategici nei comparti di competenza delle commissioni che li avevano convocati, tra cui il Prof. Paolo Savona. Lo scopo era di approfondire la conoscenza sugli effetti generati dalla pandemia provocata da COVID 19 e avere indicazioni utili per ottimizzare le misure urgenti di sostegno all’economia, che il parlamento era in procinto di approvare. L’intera audizione può essere vista, scaricandola dagli archivi della camera dei deputati. L’audizione del Presidente di CONSOB è iniziata dopo circa 2 ore di registrazione. Dall’archivio di Consob è possibile scaricare l’intervento del Professore. Da finanza.repubblica.it del 23 aprile 2020 è possibile scaricare un articolo sull’intervento del Presidente Paolo Savona.
L’intervento scritto è di quasi tre pagine, abbiamo citato tutte le fonti, affinché chi ci legge possa farsi un’opinione sull’intervento integrale e sul perché noi estraiamo gli unici due passaggi che riteniamo sia utile evidenziare, per metterli in relazione con i fatti che interessano i risparmiatori:
- Dal 10 marzo la Consob ha sollecitato una decisione congiunta dell’ESMA per vietare le operazioni allo scoperto su tutti i titoli quotati sui mercati europei, dove la speculazione allo scoperto era più elevata di quella sul mercato italiano. La proposta è stata sempre respinta. Pertanto la CONSOB ha iniziato a esercitare i poteri del regolamento europeo a livello nazionale, prendendo tre provvedimenti il 12, il 16 e il 17 marzo. Il primo a riguardato la sospensione di 85 titoli per 24 ore, il secondo 20 titoli per la stessa durata, ma come ponte per il terzo provvedimento riguardante l’intero listino.
- Ripeto quanto da me già espresso in questa sede sull’urgenza di riesaminare l’assetto istituzionale vigente per tutelare il risparmio al fine di dare una maggiore attuazione all’articolo 47 della Costituzione. Ritengo che si debba creare un gruppo di studio ad alto livello che avanzi entro fine anno una proposta operativa che ponga l’obiettivo della protezione del risparmio al centro dell’attività di vigilanza, controllo e stabilità del mercato dei capitali.
Considerazioni sul punto 1
La sera del 9 marzo l’indice All Share della borsa italiana aveva chiuso a 20.105,88 e alla chiusura del 16 marzo aveva perso il 18,63%. Se CONSOB avesse preso il 10 marzo la decisione che ha procrastinato sino al 17, quella perdita di valore sarebbe rimasta nella disponibilità degli investitori che possedevano i titoli, per il semplice motivo che solo loro potevano venderli. Una cosa è certa, la speculazione non avrebbe potuto approfittarsi di quel momento molto difficile che aveva impresso agli indici una chiara direzione ribassista e il valore dei titoli non sarebbe sceso così in basso. Se anche avesse raggiunto gli stessi minimi, la differenza sarebbe stata sostanziale, perché la liquidità sarebbe rimasta in possesso degli azionisti che avevano venduto, i quali, se e quando lo avessero ritenuto opportuno, avrebbero potuto riacquistare a prezzi più bassi peri cogliere l’opportunità di una ripresa.
Se il 10 marzo, anziché proporre all’ESMA una chiusura congiunta per tutta l’Europa, si fosse chiesto: “Poiché l’Italia è stata la prima nazione europea a essere investita dalla pandemia provocata da COVID 19, Vi chiediamo, per tutelare il risparmio dei cittadini europei, di sospendere le vendite allo scoperto in tutta l’unione, o, in alternativa, di consentire che il provvedimento sia applicato in Italia”. Solo nel caso in cui non fosse stata approvata tale richiesta, la dichiarazione di Paolo Savona in audizione alla camera sarebbe stata accettabile e la responsabilità attribuibile all’ESMA.
Considerazioni sul punto 2
Qui facciamo veramente fatica a contenere lo sdegno! Come può il Presidente della Commissione Nazionale per le Società e la Borsa proporre per la seconda volta, in commissione parlamentare, che si costituisca un gruppo di lavoro ad alto livello, che ponga l’obiettivo della protezione del risparmio al centro dell’attività di vigilanza e controllo, per tutelare il risparmio, nel rispetto dell’articolo 47 della costituzione, dopo i fatti e le dichiarazioni citati al punto 1 e, se non bastasse, avere dato la risposta che riportiamo nelle conclusioni?
Valutazioni conclusive.
Se io fossi stato invitato a partecipare all’audizione, nel ruolo del Prof. Paolo Savona, avrei detto: “Ho preso tutte le decisioni sulle vendite allo scoperto in buona fede. Se potessi decidere oggi, mi comporterei in modo completamente diverso. I fatti mi hanno dato torto e la costatazione che ho preso la decisione di sospendere le vendite allo scoperto, proprio il giorno successivo a quello in cui l’indice ha toccato il minimo dell’anno, m’induce a considerare che la cosa più utile che io possa fare per i risparmiatori, sia quella di rassegnare le mie dimissioni. Io avevo accettato l’incarico allo scopo di tutelare il risparmio, non sono stato all’altezza della situazione e chiedo scusa a tutte le persone che si sono sentite danneggiate dalla mia presenza in CONSOB.
A rafforzare quanto esposto in precedenza, c’è anche la risposta data dal Professore a una domanda posta dal deputato Massimo Ungaro: “E’ in grado di ribadire che non possiede alcuna quota nel fondo EuKlid?” Alla fine dell’intervento del Professore, il deputato Ungaro ha dovuto segnalare che non era stata data alcuna risposta ad una delle sue domande. Segnaliamo che il fondo Euklid è un fondo speculativo attivo anche sulle vendite allo scoperto. Il Presidente Savona ha precisato che il fondo non è soggetto alla vigilanza CONSOB e che il suo operato non possa essere messo in dubbio perché già dal 10 marzo aveva proposto di sospendere le vendite allo scoperto. In sostanza con un giro di parole ha evitato di rispondere alla domanda, il perché potrebbe essere trovato nell’articolo pubblicato su questo sito il 4 aprile 2020: “Chi tutela i risparmiatori?”
Con i numeri che sono abitualmente prodotti dai report finanziari, abbiamo cercato di darvi un’idea su cosa sia accaduto tra il 10 e il 17 marzo 2020. Ora passiamo alla sostanza: la capitalizzazione di borsa, in quei sette giorni, si è ridotta di oltre 94 miliardi, buona parte dei quali è entrata nelle tasche della speculazione. Per allargare la visione su una realtà più vicina alla percezione dei risparmiatori, utilizziamo la capitalizzazione di borsa al 31 dicembre 2019, calcolata da Borsa Italiana, pari a 644 miliardi. Applichiamo le variazioni dell’indice All-Sharee e calcoliamo che il 19 febbraio era salita a 695 miliardi. Alla chiusura del 16 marzo scende intorno a 411, con una perdita di valore superiore a 284 miliardi rispetto al 19 febbraio. Più di 5 volte il valore del Decreto Ripartenza che ha tenuto in tensione per settimane la politica nazionale e quella europea, creando qualche scossone al Governo Conte, mentre nessuno si è preoccupato dell’enorme perdita subita dal risparmio nazionale.
La tutela garantita dall’articolo 47 della costituzione, può essere invocata da un Presidente CONSOB che non ha fatto nulla per tutelare il risparmio nazionale sino alla perdita di valore citata?
A cosa servono “I gruppi di studio ad alto livello”, se i risparmiatori devono perdere 284 miliardi di capitalizzazione di borsa, prima che le funzioni preposte alla tutela dei loro diritti si muovano?
Ci poniamo un’ultima domanda: i politici che avevano convocato il Prof. Savona per quell’audizione, come si sono preparati per porgli le domande? Leggendo topolino?
I politici hanno accusato Paolo Savona di avere atteso troppo prima di sospendere le vendite allo scoperto. Lui ha risposto di avere fatto tutto ciò che era nelle sue possibilità. Tutti innocenti, l’aspetto formale è stato rispettato. Per noi sono tutti colpevoli, perché nessuno tutela i nostri diritti.