In quest’articolo diamo evidenza alla necessità di attivare meccanismi di difesa da alcune anomalie che si sono verificate con crescente frequenza negli ultimi decenni.
Un Consiglio di Amministrazione dovrebbe gestire una società e redigere un bilancio d’esercizio, applicando principi contabili definiti. Al collegio sindacale spetta il compito di verificare che tutto quanto esposto in bilancio sia conforme alle norme vigenti e ai principi contabili dichiarati.
Se gli organi sociali non svolgono correttamente il proprio compito, i revisori dei conti dovrebbero accorgersene e non certificare il bilancio d’esercizio, dichiarando il perché, soprattutto nei casi in cui possano sussistere dubbi sulla continuità dell’attività d’impresa.
Dopo che il bilancio è stato certificato, intervengono le agenzie di rating che, mediante una valutazione, esprimono un giudizio sulla capacità di onorare i debiti da parte di società, imprese, istituzioni, nazioni …
Oggi assegniamo 5 Eurovirus rossi due dei quali a società che certificano i bilanci e ad agenzie che assegnano rating. Se gli investitori ci segnaleranno chi e come non adempie i compiti della propria funzione, lo indicheremo ai risparmiatori con l’assegnazione dell’Eurovirus rosso. Se i risparmiatori avranno l’accortezza di non investire nelle società che affidano a certificatori poco affidabili la certificazione dei propri bilanci, oppure l’assegnazione del rating, contribuiranno a fare affermare sul mercato gli operatori più affidabili e, di conseguenza, si ridurranno i rischi per chi investe i risparmi.
EY S.p.A. (società di revisione contabile più nota con il nome Ernst & Young))
1° Eurovirus Rosso
Il 22 ottobre 2019 è scattato un blitz della guardia di finanza, comando provinciale di Bologna, nella sede di Bio-on. I dubbi che hanno fatto scattare i controlli erano stati sollevati dal fondo americano Quintessential, che, a fine luglio 2019, aveva insinuato dubbi sulla trasparenza dei bilanci e sul potenziale produttivo dichiarato dalla società. Il fondo ha sede a New York e ha maturato i dubbi, che si sono rivelati più che fondati, analizzando i bilanci della società. La domanda che ci siamo posti è molto semplice: premesso che è abbastanza normale che un fondo d’investimento abbia capacità d’analisi superiori alla media dei risparmiatori che, invece, devono fidarsi degli amministratori e del collegio sindacale. Se pero, un investitore professionale, leggendo un bilancio identifica e supporta con spiegazioni logiche le criticità che mettono in dubbio la correttezza dei bilanci e le indagini confermano la fondatezza dell’allarme lanciato, com’è possibile che una simile evidenza non sia apparsa chiara a chi ha certificato quei bilanci? La risposta che mi sono dato ha fatto maturare l’opinione che la società che ha certificato quei bilanci debba essere segnalata come potenzialmente pericolosa ai risparmiatori che potranno valutare se fare approfondimenti prima d’investire in altre società che affidano la certificazione del bilancio a EY S.p.A.
Modiano Pietro
1° Eurovirus Rosso
Nel ruolo di Presidente del CDA, per permettere a Banca Carige di soddisfare i parametri imposti dalla vigilanza BCE, accettava l’emissione di obbligazioni a un tasso del 13%, con la clausola che potesse salire al16%, nel caso in cui l’assemblea del 22 dicembre 2018 non avesse approvato l’aumento di capitale proposto. Le obbligazioni emesse a quel tasso potevano essere sottoscritte solo dallo Schema Volontario d’Intervento controllato dal Fondo Interbancario Tutela Depositi, senza alcun coinvolgimento dei vecchi azionisti.
Nell’assemblea della banca, avvenuta in data 20 settembre 2019, a un azionista che chiedeva come mai fosse stato sottoscritto un prestito a un tasso così elevato, è stato risposto che era per incentivare gli azionisti ad approvare l’aumento di capitale che sarebbe stato proposto dopo qualche mese. Nell’assemblea del 31 gennaio 2020, a un azionista che chiedeva come poteva essere definito il comportamento di un amministratore che sottoscriveva un prestito a un tasso elevato per convincere i propri azionisti ad approvare un aumento di capitale; per eludere la domanda, si è dichiarato che il tasso era stato accettato così elevato, per evitare che fosse considerato un aiuto di stato. E’ possibile trovare traccia di quanto citato nei verbali delle assemblee e nell’articolo pubblicato sul sito “Banca CARIGE: domande con risposta 1”.
2° Eurovirus Rosso
Mentre ricopriva il ruolo di Presidente in Banca Carige, facendo coppia con l’Amministratore Delegato Fabio Innocenzi, si è verificata la maggior perdita sulla capitalizzazione borsistica della banca, dal momento in cui Berneschì aveva lasciato la società, meno 82.14 %. Il loro record è ancora più indicativo se si entra nei dettagli, perché è stato realizzato in 68 giorni di negoziazione titoli, con una perdita giornaliera media del 1,208%. Se la performance si fosse realizzata dopo lo scoppio di una bolla, o alla fine di un ciclo prolungato di crescita, forse si sarebbero potuti considerare solo sfortunati. Invece, prima di loro, la società era amministrata da Paolo Fiorentino e in 588 giorni, la banca aveva perso l’81,3 %, a una media giornaliera di -0,14 %. A precedere Forentino era stato Piero Montani e in 255 giorni, la società aveva perso il 72,43 % della sua capitalizzazione, realizzando una media giornaliera di -0,284 %. Per approfondimenti dettagliati si può fare riferimento all’articolo “Carige 5″. “Innocenzi AD e Modiano Presidente”, pubblicato il 14 aprile 2019 sul sito.
3° Eurovirus Rosso
Nel corso dell’assemblea del 22 dicembre 2018, un azionista chiedeva quale incidenza avessero sulle perdite di Banca CARIGE, le vendite forzate di crediti deteriorati imposti dalla Vigilanza BCE. Con disinvolta naturalezza, l’allora Presidente Pietro Modiano, rispondeva che: “E’ è noto a tutti come il mercato degli NPL sia imperfetto”. Nell’assemblea del 31 gennaio 2020 non ha risposto alla domanda se ritesse normale che un’istituzione europea imponesse cessioni che provocavano perdite ai risparmiatori, anziché imporre alla politica l’approvazione di norme che riducessero il tempo necessario al recupero crediti, almeno al livello medio dei paesi europei. Non ha nemmeno risposto alla seconda domanda posta, quella con cui gli si chiedeva se ritenesse corretto vendere più NPL di quanti avesse imposto la vigilanza BCE, facendo gravare il costo pulizia di bilancio sui vecchi azionisti di Banca CARIGE, per favorire l’ingresso di altre banche?
Teniamo in sospeso la valutazione sul periodo in cui ha ricoperto il ruolo di commissario in Banca CARIGE. Sono in corso più ricorsi in giudizio e noi abbiamo troppo rispetto della magistratura per anticipare la sentenza con l’espressione di una nostra opinione.
Rating. Esperienze del passato
1° Eurovirus Rosso
Attribuiamo un generico Eurovirus rosso ai rating assegnati nel passato dalle agenzie specializzate, in più occasioni. Lo facciamo per segnalare la pericolosità di affidare con cieca fiducia i risparmi, contando sull’affidabilità del voto assegnato da chi abbia più volte sbagliato nel passato. Come sempre riteniamo che a emettere giudizi siano i magistrati. Esponiamo fatti e lasciamo che sia chi ci legge a formarsi delle opinioni. E’ stato ancora Mariano a segnalarci il problema e a documentarlo con dati estratti da articoli pubblicati su più quotidiani, a stimolarci per produrre la sintesi che vogliamo riportare a supporto della criticità cui vorremmo dare evidenza.
Ci sentiamo in dovere di fare questo passaggio, perché tutte le più clamorose storie di risparmio tradito degli ultimi decenni, fruivano di un giudizio che esponiamo in forma comprensibile a tutti: Rating uguale o maggiore a “Investimenti a basso rischio”. Citiamo due casi che dovrebbero essere noti a tutti, Parmalat che aveva sul mercato azioni e un’esorbitante quantità di obbligazioni e la Grecia. Entrambe, poco prima del crollo avevano il giudizio esposto sopra. Altri casi, ancora più pericolosi per l’economia globale, li citiamo nell’ordine in cui si è verificata la crisi o il default: ORANGE COUNTY, ENRON, BEAR STEARMS, LEAMAN BROTHERS potremmo proseguire con altri esempi, ma non aggiungerebbero nulla al significato di ciò che vorremmo comunicare ai nostri lettori. Non esiste nulla che conferisca certezza a un investimento, la diversificazione del rischio è la miglior difesa, almeno sino a quando non saremo riusciti a fare cambiare le cose.