Abbiamo ricevuto alcune riflessioni da parte di un risparmiatore che ha condiviso i nostri scopi e i nostri valori. Le pubblichiamo senza aggiungere commenti e lo ringraziamo per la serena analisi di alcuni dei problemi che penalizzano i risparmiatori e impediscono alla nostra economia di esprimere tutto il potenziale che potrebbe, per mancanza di capitale di rischio.
Scritto da Mariano
Nell’era della tecnologia e della massiccia e libera circolazione delle informazioni, il sentirsi in dovere di argomentare su corrette e complete informazioni fornite ad azionisti e mercato, presuppone evidenti lacune nei regolamenti su cui si basano le operazioni finanziarie che, invece, richiedono la massima trasparenza e rispetto dei diritti.
Non solo non si consente e garantisce, agli investitori privati, una corretta operatività e tutela del risparmio; ma alla gente comune traspare il messaggio ed impressione che “investire” sia consentito solo ad un élite di persone in quanto beneficiarie di notizie “riservate”.
E’ prassi comune e consolidata, in casi in cui l’investimento contabilizza minusvalenze, per un singolo investitore e/o gruppo di azionisti, liquidare l’evento addossando la responsabilità all’intenzione speculativa con cui si è presa quella decisione.
Non volendo ammettere inadeguatezza normativa, che, in molte occasioni, ha creato e alimentato situazioni tragiche, si ribaltano le responsabilità, ricorrendo al mantra: “l’investimento comporta rischi”. Per l’inerme opinione pubblica, deve bastare questa semplicistica affermazione. Un meccanismo ormai consolidato, con cui si evita di attribuire responsabilità a chi dovrebbe assicurare una rete di protezione, costruita con regole chiare e rispetto dei diritti.
Con il mutare delle condizioni economiche del paese e il lento ma progressivo, sgretolamento del sistema pensionistico pubblico, si è reso necessario, per avere prestazioni adeguate, un secondo pilastro previdenziale mediante sottoscrizioni di forme pensionistiche individuali e/o contrattuali. L’avvento della previdenza complementare per il futuro di fette sempre maggiori di popolazione, impone una prudente e costante tutela del risparmio.
Ignari individui sono catapultati nel mondo della finanza non consapevoli di dove e come siano investiti i propri risparmi. L’operare nei mercati finanziari, raffigurato nell’immaginario dell’uomo comune come qualcosa di avventuroso e rischioso, è ormai, direttamente e/o indirettamente, parte della normale vita quotidiana (vedi assicurazioni sulla vita, fondi comuni, fondi previdenziali).
L’espansione progressiva sta avvenendo senza che siano state formate le persone e adeguate le norme alle mutate esigenze dei risparmiatori. Forme pensionistiche (Intesa Vita – Amissima Vita) sono presenti nell’azionariato di Banca Carige, comportando per ignari sottoscrittori perdite non preventivate.
Scritto da Mariano
Senza clamori Astaldi è da qualche tempo entrata a fare parte di quella lunga e silenziosa lista di società, quotate e non, che si trovano in situazione delicata.
Per non far torto a coloro che, mettendoci anima e cuore, hanno, lontano dai riflettori, consentito continuità aziendale o dare ingiusto riconoscimento a probabili corresponsabili dei problemi, non tracceremo la cronistoria (una… molte potrebbero essere narrate) della società limitandoci solo agli ultimi eventi.
Anche per questa storica società, come se un sottile filo unisse il tutto, l’apparente soluzione può dirsi tale solo per chi apprende notizie dall’esterno. Ascoltando addetti ai lavori e investitori, azionari e obbligazionari, retail emergono le comuni anomalie riscontrate in analoghe situazioni critiche. Se le difformità sono diffuse ed hanno base comune, ne consegue che le cause che le generano non sono state portate a soluzione.
Nella vicenda Astaldi (società storica soggetta a “salvataggio”), a fronte offerta Salini Impregilo e ammissione del Tribunale di Roma a procedura di concordato preventivo in continuità aziendale diretta, sta emergendo il malumore degli obbligazionisti Astaldi. La proposta di concordato per il Comitato Bondholders Astaldi “penalizza troppo e le stime sono troppo ottimistiche”. Il Comitato ha inviato, richiedendo un incontro, una lettera di diciannove pagine (in cui sono illustrati punti problematici) ai Commissari giudiziali e vertici aziendali delle società Salini ed Astaldi.
Secondo una nota del Comitato Bondholders Astaldi, diffusa dopo avere analizzato la proposta concordataria, il valore recuperabile per i creditori obbligazionari, si attesterebbe al 20-25% contro il 38% indicato nell’executive summary e ben inferiore alla soglia del 30% sopra la quale ai creditori è preclusa la possibilità di presentare una proposta concorrente.
La vera nota dolente per gli obbligazionisti è, come per altri casi, altra. Il Comitato rivendica “forte penalizzazione” perché vi sarebbero applicati trattamenti differenti tra soggetti. Trattamenti “premiali” in favore di alcuni (evidenziano anche appartenenti alla stessa categoria creditrice) e “penalizzazioni” per i risparmiatori.
Queste decisioni non possono essere prese in modo discrezionale da nessuno, ma derivare da norme che rispettino i diritti di tutti. Le aziende richiedono finanziatori per produrre, investire, esportare e crescere. Minare l’investimento e la fiducia delle persone comuni, è una delle principali cause che hanno generato la crisi economica che ha colpito il paese.
Le singole storie vedono gruppi di coraggiosi lottare per diritti e tutela dei propri risparmi. Quelli che un tempo erano episodi, ora sembrano diventati una regola. Facendo rete tra questi casi e realtà ancora non intaccate potremmo far valere il peso politico di tutti i risparmiatori e utilizzando tutti i mezzi di comunicazione possibili, provare a generare il cambiamento che potrà salvaguardare il nostro futuro.