Anche l’intervento di Vincenzo L. non ha ottenuto alcuna risposta. In questo caso crediamo che i commissari non potessero rispondere. Le domande erano talmente importanti che solo le più alte istituzioni nazionali e internazionali avrebbero potuto soddisfare il bisogno di chiarezza esternato con il suo intervento. Avere le risposte giuste per quelle domande, significherebbe spiegare il perché l’economia italiana abbia tassi di crescita inferiori alla media europea, pur disponendo di un più elevato volume di risparmio.
Intervento Vincenzo L.
Se non ci avessi investito i miei risparmi, non mi sarei mai accorto di cosa stesse accadendo in Banca CARIGE. A controprova di quest’affermazione, aggiungo che ho provato a raccontarlo a un amico e non mi ha creduto. Sono voluto intervenire a quest’assemblea, nella speranza di riuscire a trovare una spiegazione a una sequenza di avvenimenti che mi ha lasciato sbigottito. Ho sempre creduto di vivere in una società civile, in cui la tutela dei diritti fosse garantita dalla costituzione, dalle leggi e dalle funzioni pubbliche che dovrebbero presidiarle.
Ho investito con fiducia sulla base di dichiarazioni rilasciate dagli amministratoti che vi hanno preceduti. Ogni volta che si deliberava una ricapitalizzazione, si dichiarava che, con quell’iniezione di capitale fresco, la banca sarebbe stata messa in sicurezza. Poi la vigilanza BCE cambiava i parametri imposti in precedenza, diceva che il capitale di rischio non era più sufficiente e imponeva una nuova ricapitalizzazione. Alla fine è stato imposto un commissariamento, la motivazione per cui è stato deliberato, non ci è stata comunicata. Molti clienti spaventati hanno preferito trasferire i conti in altri istituti di credito e i fondamentali di Banca CARIGE sono peggiorati.
Poi un progetto industriale, i cui contenuti sono stati tenuti riservati, ha escluso i vecchi azionisti dal controllo della banca. Io mi chiedo e domando a voi: perché avete voluto ulteriormente mortificare gli azionisti più legati a un titolo azionario del nostro paese?
In mancanza di ragionevoli spiegazioni su quanto ci è accaduto, come potremmo decidere d’investire ancora nei titoli azionari quotati alla borsa di Milano?
Che cosa possiamo consigliare ai nostri figli quando ci chiedono come costruirsi un reddito complementare alla magra pensione, che da anni si dichiara non garantirà più l’autosufficienza economica, considerando lo scoppio della bolla immobiliare, l’aumento del rischio assommato alla riduzione dei rendimenti sul mercato obbligazionario e il quasi azzeramento del capitale investito in CARIGE?
Nostro commento
Il lucido e sereno intervento di Vincenzo ha evidenziato il vero danno creato da chi ha gestito la soluzione della crisi di Banca CARIGE. Il danno è enorme, anche se intangibile, perché incide profondamente sui comportamenti delle persone e allontana, anzi impedisce, la soluzione dei problemi dell’economia nazionale. E’ un danno psicologico e, come tale, non rilevabile dagli strumenti utilizzati per spiegare l’alternanza di espansione e contrazione dei cicli economici. Una gelata primaverile che riduce del 20% il raccolto delle mele, può spiegare perché il prezzo è salito e i consumi si sono contratti. Nessuno può misurare il danno derivante all’economia dal calo di fiducia di un risparmiatore che tiene i soldi sotto il materasso e riduce i propri consumi a causa della visione cupa sul proprio futuro.
Il danno maggiore è la perdita della fiducia nei confronti del sistema finanziario e bancario. Quando le persone perdono la fiducia in quelli che avevano considerato punti di riferimento, si chiudono a riccio, non spendono e l’economia sarà destinata ad avere un differenziale negativo rispetto alle economie in cui la stima nelle istituzioni finanziarie non sia stata intaccata. Il meccanismo è noto e trattato dagli economisti ad alto livello, ma non applicato dai manager delle imprese che hanno solo obiettivi di breve periodo e legati al proprio mandato. Noi abbiamo inviato gli esposti alle istituzioni, nella speranza volessero intervenire per tutelare i diritti di risparmiatori chiaramente prevaricati. Nulla è accaduto.
Se a un risparmiatore si dice che aderendo a un aumento di capitale la società uscirà dalla crisi generata da un amministratore inaffidabile, una, due, tre volte e alla quarta occasione, quando quel cittadino chiede spiegazioni, si sospende il titolo e si organizza una ricapitalizzazione che lo espropria perché gli si nega quasi completamente il diritto d’opzione, come potrebbe, quel cittadino, continuare ad avere fiducia in un sistema finanziario?
Se quel cittadino, si rivolge con fiducia alle autorità di controllo, vigilanza, sorveglianza e ai responsabili politici e, nonostante le reiterate denunce, non ottiene alcuna risposta, nessuno interviene a tutela dei suoi diritti ed è costretto a rivolgersi alla magistratura aggiungendo nuovi costi ad un danno economico enorme, come potrebbe avere fiducia sul futuro dei risparmi affidati a quel sistema?
La coerenza, l’onestà intellettuale, la trasparenza, la lealtà, l’onorabilità, la certezza del diritto, sono le fondamenta che conferiscono stabilità al sistema finanziario che dovrebbe garantire un corretto sviluppo all’economia di una nazione. Solo avendo la certezza di essere tutelati si può avere un’ottimistica visione sul futuro e affidare i risparmi ad un intermediario o a investirli in società quotate, consapevoli che si corrono solo i rischi di mercato e non si dovranno subire espropri imprevedibili.