Dopo aver sottolineato gli autorevoli interventi del Presidente della Repubblica e del Governatore della Banca d’Italia, avevamo deciso di lasciare ai lettori la libertà di approfondire gli altri interventi della centesima Giornata Mondiale del Risparmio. Tuttavia, dopo aver letto e commentato la risposta del sottosegretario del MEF, Federico Freni, sui fondi globali, ci sembra opportuno citare anche il relatore che ha aperto i lavori: Giovanni Azzone, Presidente di Acri, l’associazione che da un secolo organizza l’evento e rappresenta Fondazioni e Casse di Risparmio.
- Ultimo, ma non meno importante, tema è quello della cosiddetta immobilità del risparmio. Nel nostro Paese è prevalentemente fermo sui conti correnti. Solo una minima percentuale viene investita in aziende che operano sul territorio nazionale e che possono generare occupazione e creare valore condiviso. Il Governo ha allo studio alcune misure per incentivare e accompagnare una radicale inversione di tendenza in questo campo, che potrebbe rivelarsi un potente volano di crescita per il sistema economico nazionale.
- Per questo, “La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio”, come afferma la Costituzione all’articolo 47. Perché siamo tutti coinvolti, in maniera sussidiaria – Istituzioni, imprese, corpi intermedi, cittadini – in questo impegno collettivo, che andrà a vantaggio del bene comune.
Auspichiamo che l’ottimismo riguardo alle novità che il Governo intende introdurre si riveli giustificato. Quanto riportato dai media, tuttavia, ci appare coerente con la direzione intrapresa negli ultimi tredici anni (1): incremento imposte e progressiva riduzione dei diritti degli investitori, come segnalato anche dalle rimostranze dei fondi d’investimento internazionali. La seconda citazione evidenzia come nessuna delle modifiche introdotte nella finanza dal 2011 sembri essere ispirata dai principi sanciti dall’art. 47 della nostra Costituzione. Solo la politica avrebbe il potere di introdurre norme in grado di fermare gli strumenti finanziari che trasferiscono una parte significativa del risparmio nazionale, e, alla luce della possibilità concessa agli emittenti di tenere le assemblee a porte chiuse, si potrebbe dedurre che gli intenti della politica siano ben diversi da quelli di favorire il coinvolgimento tra emittenti e azionisti retail.
Anche il Presidente dell’ABI (Associazione Bancaria Italiana), Antonio Patuelli, nel suo intervento, ha ritenuto opportuno esprimersi sulla tutela del risparmio e sul potenziale contributo che questo potrebbe offrire allo sviluppo del nostro paese, se impiegato a sostegno delle imprese nazionali.
- Il risparmio è innanzitutto una paziente e saggia virtù civile e sociale, fortemente connessa al rispetto delle regole e premessa di utilità private e collettive.
- Il risparmio va meglio tutelato anche perché i prestiti si fanno con la stabile liquidità derivante dal risparmio ben investito.
- Vetuste leggi fiscali, molto antecedenti alle nuovissime tecnologie e all’intelligenza artificiale, dispongono ancora uguale tassazione per il risparmio e per la speculazione.
- Occorre sia meglio tutelato il risparmio, come dispone l’articolo 47 della Costituzione che recita: “la Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme”.
- La Repubblica deve tutelare il risparmio distinguendolo dalla speculazione che ora si muove anche in una sola frazione di secondo.
- Chiediamo che le leggi tributarie rispettino meglio il risparmio che oggi è gravato dall’imposta ordinaria del 26%, che si aggiunge alla pressione fiscale sulle società quando in esse viene investito.
- Grava sul risparmio, pure sulla liquidità nei conti correnti, anche l’imposta di bollo che è una patrimoniale da abolire.
- Occorre che la Repubblica tuteli meglio la stabilità degli investimenti del risparmio sia in strumenti basati sulla liquidità, sia in azioni.
- La pesante tassazione esistente in Italia spinge tante volte i risparmiatori italiani ad investire all’estero.
- Occorre correggere presto tutto questo, perché la tutela dei risparmiatori è una necessità etica e strategica per l’Italia.
- Occorre meglio regolamentare le innovazioni tecnologiche e l’intelligenza artificiale anche a tutela del risparmio: è indispensabile e urgente un nuovo costituzionalismo digitale.
Condividiamo pienamente quanto evidenziato dal Presidente Patuelli. Non possiamo che auspicare una reazione rapida e consapevole da parte della Politica, al fine di creare le condizioni favorevoli al ritorno della fiducia nel nostro mercato finanziario.
Per favorire un’evoluzione nella giusta direzione, riportiamo alcuni passaggi dell’intervento del Ministro del MEF, Giancarlo Giorgetti, corredati da alcune puntualizzazioni la cui conoscenza, a nostro avviso, è indispensabile per imprimere la svolta necessaria alla nostra crescita economica.
- Risparmio e investimenti sono elementi imprescindibili per uno sviluppo sociale ed economico duraturo. Piena sintonia.
- La nostra Costituzione, che stabilisce che “La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme”, attribuisce alle istituzioni il compito di tutelarne l’integrità e incoraggiarne l’impiego. È verissimo, e ci chiediamo: se le Istituzioni avessero effettivamente tutelato il risparmio, come sarebbe stato possibile assistere agli espropri tramite i POC o agli aumenti di capitale con esclusione del diritto d’opzione per azionisti che, per ben tre volte, avevano aderito a precedenti aumenti? Questo ha favorito l’accumulo di miliardi di imposte attive differite, che sono state di fatto trasferite ad altri.
- Ma questo (mobilitare il risparmio privato come risorsa fondamentale per lo sviluppo n.d.r.) sarà possibile solo se sapremo realizzare un ‘ecosistema’ regolamentare e amministrativo che faciliti l’accesso delle imprese al mercato dei capitali, così favorendo anche l’accesso dei risparmiatori a strumenti di investimento diversificati per rischio, rendimento e orizzonte temporale. Le imprese si quotano sui mercati in cui ci sono capitali che, avendo fiducia nel sistema, competono per accaparrarsi quote delle società con più potenzialità di crescita, facendone incrementare il valore.
- Una parte rilevante del risparmio europeo non trova opportunità attrattive di investimento e viene impiegato all’esterno dell’Unione sostenendo altrove crescita e sviluppo; bisogna invertire questa dinamica e rendere l’Unione un polo economico e finanziario capace di attrarre imprese ed investitori internazionali. I capitali si posizionano sui mercati ritenuti più affidabili; per invertire la dinamica, sarebbe indispensabile introdurre regole che impediscano comportamenti che trasferiscono ricchezza dagli investitori ai furbi.
- Un esempio è la ‘Legge a sostegno della competitività dei capitali’, con cui abbiamo avviato un importante ammodernamento del quadro normativo e amministrativo nazionale per rendere più attraente il nostro mercato finanziario; i lavori proseguono ora con l’attuazione della delega per la riforma dell’ordinamento finanziario. Concedere agli emittenti la facoltà di escludere gli azionisti dalle assemblee, insieme ad altre misure simili, non solo favorisce gli emittenti, ma allontana gli investitori.
- Ogni forma di investimento comporta l’assunzione di rischi, che vanno adeguatamente compresi e valutati rispetto alle proprie capacità e fabbisogni. I rischi finanziari sono accettati e gestiti dagli investitori consapevoli. La diffidenza negli investitori è suscitata dalle sorprese che emergono dai bilanci, dalle dichiarazioni fuorvianti rilasciate con secondi fini, e dai costi, dai tempi e dalle difficoltà nell’attivare ricorsi risarcitori.
- La recente regolamentazione europea aiuterà a distinguere e orientare i risparmiatori in questo nuovo terreno, ma nessuna legislazione e vigilanza può essere più efficace di, né sostituirsi a, decisioni individuali consapevoli. Se la politica ascoltasse e aprisse un dialogo con gli investitori retail, acquisirebbe una visione completa e approfondita di ciò che è necessario per orientare i risparmi a sostegno del sistema paese.
- Abbiamo molti esempi del passato a cui possiamo fare riferimento per guardare con fiducia al nostro futuro; è grazie a questa fiducia che anche questa volta il risparmio saprà giocare un ruolo determinante per assicurare stabilità, crescita e sviluppo. Siamo completamente d’accordo: annulliamo tutte le modifiche introdotte nella finanza nazionale dal 2011 in poi (1) e, partendo da quel punto, rinnoviamo le normative, ascoltando anche i risparmiatori e allineando le leggi del sistema finanziario nazionale ed europeo a quelle dei mercati in cui vengono investiti i risparmi dei cittadini,
Milano Finanza Numero 245 pag. 4 del 13/12/2024, sotto il titolo – Stakeholder perplessi sulla legge Capitali– è possibile leggere – Serve un quadro normativo più certo, in estrema sintesi, è l’appello rivolto dalle principali associazioni del mercato all’Authority di Vigilanza della borsa, pena il rischio di generare «effetti controproducenti rispetto agli obiettivi di attrazione dei capitali che il legislatore si è prefissato».
Tutti chiedono modifiche alla legge Capitali, con l’unica eccezione degli emittenti, che da 13 anni vedono ridurre i diritti riconosciuti ai propri azionisti (1), traendone vantaggi. La politica continua a prendere decisioni per favorire l’ingresso di nuovi emittenti, senza considerare che nessuna impresa che abbia una concreta volontà di sviluppare la propria attività, si quoterebbe su mercati in cui scarseggiano i capitali. Il risparmio cerca terreni fertili, approdi sicuri, acque calme e orizzonti chiari: in assenza di questi, si sposta verso ambienti più protetti. Solo l’introduzione di regole capaci di ristabilire la fiducia degli investitori potrà evitare il declino dell’Europa, e il nostro Paese non può che condividere lo stesso destino dell’Unione. Solo creando un ambiente affidabile e rispettoso dei diritti e delle esigenze di tutti, sarà possibile favorire l’incontro tra imprese e capitali, ridando vigore all’economia del continente.
(1) 2011 introduzione imposta di bollo su rendicontazione titoli; 2012 ripristino divieto sul patto di quota lite; 2013 introduzione Tobin Tax; 2014 abolizione diritto di proporzionalità con introduzione volto plurimo in un rapporto massimo di 3 voti per ogni azione che ha maturato il diritto; 2020 introduzione divieto assemblee in presenza per Covid; 2024 proposta la limitazione rischio di risarcimento del Consiglio sindacale; 2024 incremento da 3 a 10 volte il moltiplicatore dei diritti di voto multiplo; 2024 revisione modalità di esecuzione voto di lista; 2024 proroga delle assemblee a porte chiuse; 2024 fondo con soldi pubblici e privati per sostenere le PMI, accusando i risparmiatori di non sostenere le imprese nazionali.