Estraiamo la descrizione che definisce il segmento Egm dal sito ufficiale di Borsa italianala: Euronext Growth Milan è dedicato alle PMI dinamiche e competitive, in cerca di capitali per finanziare la crescita grazie ad un approccio regolamentare equilibrato, pensato per le esigenze di imprese ambiziose.
Condividiamo la necessità di valorizzare la parte sana dei titoli che compongono il segmento Egm, esattamente come vorremmo fossero introdotte modifiche che elimino gli strumenti messi a disposizione di chi ha intenti esclusivamente speculativi. AssoNEXT il 22 maggio 2025 aveva organizzato un evento alla Camera dei deputati, in cui cercava di focalizzare l’attenzione e proporre soluzioni sui problemi che affliggono le piccole e medie imprese (PMI), che sono il vero motore della crescita economica nazionale. Abbiamo letto con interesse gli interventi, e riportiamo alcuni dei passaggi più significativi, per integrarli con osservazioni che potrebbero essere esposte dai piccoli investitori, perché evidenziano alcune delle motivazioni che hanno determinato l’emarginazione finanziaria delle PMI.
- La Stampa 22 05 2025 – Strocchi (Electa): l’EGM è un ginnasio, non serve trading ma capitale paziente –. Oltre ai concetti sintetizzati nel titolo, il Dott. Simone Strocchi, manager di lungo corso, aggiunge che il fondo di fondi che dovrebbe sostenere le PMI è apprezzato e che le imprese si attendono molto, ma che saranno indispensabili investitori stabili che integrino con capitale privato quello messo a disposizione dalla politica.
- Milano Finanza 21 05 2025 con il titolo – L’Egm è una scuola per campioni industriali e una leva per l’Italia – il Dott. Strocchi amplia il suo punto di vista, con dettagli interessanti, facilmente reperibili nell’articolo da cui estraiamo la considerazione finale, che riteniamo particolarmente significativa per le osservazioni che seguiranno: – È il momento di ribaltare la logica: la borsa non deve solo offrire piattaforma di trading, ma collegare direttamente risparmio e impresa nazionale. Non lasciamo che l’Egm e l’Italia restino un vivaio per predatori esteri. Serve un progetto sistemico che si sviluppi intorno a Borsa Italiana sostenuto da un ecosistema di investitori e veicoli di indirizzo di risparmio… -.
- Milano Finanza 22 05 2025 titolava – Sull’Egm PMI a sconto del 53% – in apertura dell’articolo si evidenzia che il rapporto tra il valore delle società e l’utile operativo (EV/EBITDA) delle aziende quotate nel segmento Egm fosse fortemente scontato rispetto allo stesso rapporto calcolato per quelle quotate sul mercato principale, ma ancora più preoccupante è la tendenza: nel 2023 lo sconto era del 31%, nel 2024 del 42% e nel 2025 del 53%, dati estratti da uno studio di Websim Corporate (Intermonte) e presentato nel citato evento AssoNEXT. Anche i volumi degli scambi sono in calo significativo, nel 2024 si totalizzavano scambi giornalieri sul Egm di 8,1 milioni, che ad aprile 2025 si sono ridotti a 6,4 milioni. Inoltre più del 50% delle società non supera i 10.000 € di scambi giornalieri.
- Milano finanza 23 05 2025 – Al convegno AssoNEXT le proposte per sostenere un segmento a forte sconto (53%) – Come per le startup Usa poi diventate colossi, anche alle PMI quotate a Piazza Affari servono investimenti, dice il governo Freni…f – in chiusura anche l’onorevole Giulio Centenero si esprimeva in sintonia con la dichiarazione del sottosegretario al Mef Freni, dichiarandosi: – «convinto che la borsa possa essere la strada migliore per far crescere e valorizzare l’innovazione, come dimostra il Nasdaq» -. In apertura articolo si leggeva: – L’ingente risparmio delle famiglie italiane è il petrolio dell’economia del Paese e c’è bisogno di indirizzarlo verso il mercato azionario, in particolare verso le piccole e medie imprese che compongono il tessuto produttivo della Penisola -.
Il problema della sottovalutazione delle PMI quotate sul segmento Egm esiste ed è di primaria importanza capire cosa potrebbe portarlo a soluzione, considerando che la nostra crescita economica dipende da una miriade di piccole imprese che necessitano di essere sostenute da capitale di rischio per esprimere il proprio potenziale. Puntare sugli investitori istituzionali, quando gli scambi giornalieri su un titolo sono inferiori a 10.000 €, ci appare poco realistico, considerati i volumi di capitale che sono soliti investire in un titolo.
Come evidenziato da più interventi nell’evento AssoNEXT, riteniamo che a fare la differenza potrebbero essere gli investitori retail. Per coinvolgerli, basterebbe favorire il ripristino delle condizioni di inizio secolo, quando la loro partecipazione aveva favorito l’affermazione di titoli al debutto, sino al punto di creare una bolla: ad esempio la capitalizzazione di Tiscali aveva superato quella di Fiat. Un eccesso da non perseguire nel presente, ma che può aiutare a capire le potenzialità di allora e cosa sia intervenuto nel frattempo, per cambiare il sentiment degli investitori retail verso il nostro mercato finanziario:
- delisting mediante fusione con società non quotate o con Opa ad un valore molto inferiore a quello del collocamento;
- diluizione progressiva delle quote di possesso degli azionisti retail, sino alla perdita della qualifica di socio, a causa di reiterati raggruppamenti, in conseguenza dall’emissione di prestiti obbligazionari convertibili riservati ad un solo sottoscrittore (POC);
- ricapitalizzazioni a ripetizione con accumulo di imposte attive differite trasferite ad altro soggetto che aveva aderito ad un aumento di capitale con esclusione quasi integrale del diritto d’opzione, senza che fosse riconosciuto alcun valore per gli azionisti storici;
- mentre accadevano i fatti accennati, e molti altri, la politica attuava una sistematica riduzione diritti dei risparmiatori, incentivando la quotazione di emittenti senza scrupoli, con il risultato di allontanare i risparmiatori e fare abbassare il valore medio delle PMI e il volume degli scambi.
Sono 4 segnalazioni che, unitamente ai fatti descritti nei 228 articoli pubblicati in precedenza, possono consentire una valutazione oggettiva delle ragioni che hanno indotto gli investitori a prendere le distanze da un sistema finanziario che, a loro parere, si era progressivamente evoluto in un meccanismo che favorisse il trasferimento di ricchezza da chi l’accumula lavorando, a chi con scaltrezza sfruttava strumenti finanziari resi possibili dall’introduzione di modifiche, i cui effetti non potevano essere preventivamente colti da chi dedicava il proprio tempo alla professione.
A supporto delle nostre osservazioni, estraiamo il titolo e il periodo iniziale dall’articolo pubblicato su Murano Finanza il 7 giugno 2025 – Egm senza liquidità, il caso Gt Talent – Trampolino di lancio o parcheggio per società illiquide e a volte in crisi? L’Egm, il mercato non regolamentato delle PMI, da un lato è il modo più facile per avvicinarsi alla borsa, ma dall’altro non mancano situazioni opache. Da Visibilia a Mondo Tv France, sul listino si trovano società in ristrutturazione, imprese preda di fondi-trappola (Negma, Global Capital Investment International) come Eph, Illa o Eems, i cui titoli sono azzerati o in difficoltà finanziarie. L’ultimo caso – in ordine cronologico – riguarda Gt Talent Group, quotata da settembre -.
Anche se in modo velato, l’introduzione proietta le tensioni indotte dalle esperienze sperimentate da decine di migliaia di risparmiatori rimasti coinvolti nelle operazioni di fondi-trappola. La descrizione dettagliata di come sia agevole azzerare il capitale investito dai risparmiatori, assicurando un guadagno certo all’investitore istituzionale che sottoscrive un prestito obbligazionario convertibile non standard (POC) è scaricabile dal sito ufficiale di Consob con il link https://www.consob.it/web/area-pubblica/-/osservazioni-17 .
Le imprese quotate con lo scopo di sviluppare un progetto e i risparmiatori retail, dovrebbero aprire un dialogo leale e trasparente tra loro. Condizione indispensabile al ripristino di un clima di fiducia sul mercato finanziario nazionale. La quotazione sul segmento Egm necessita che il rischio sia distribuito tra una moltitudine di investitori retail, i quali dovrebbero investire somme ragionevoli in più società, cogliendo le opportunità nascenti, e correndo solo i rischi derivanti dalla gestione caratteristica delle società quotate in cui investono. La categoria “investitori retail” andrebbe ufficialmente riconosciuta, per coinvolgerla e cogliere il valore aggiunto che potrebbe offrire al sistema finanziario. Le imprese che perseguono la realizzazione di progetti imprenditoriali, dovrebbero ascoltare le ragioni dei piccoli investitori e collaborare all’introduzione di regole che aiutino a distinguere gli emittenti con scopi esclusivamente speculativi da quelli che intendono sviluppare progetti che favoriscono la crescita economica del paese.
Riteniamo che la definizione delle soluzioni rappresenti una sfida complessa, poiché il primo passo dovrebbe consistere nella percezione dell’altro come un partner nella realizzazione di interessi comuni, anziché come un avversario. Solo in questo modo sarà possibile prevenire il declino dell’Italia e dell’Europa. È fondamentale agire con determinazione per ripristinare i diritti a tutela del risparmio; in assenza di ciò, gli italiani continueranno a investire nel mercato statunitense, ritenuto più affidabile del nostro. Di conseguenza, le imprese statunitensi continueranno ad acquisire le nostre migliori aziende con i nostri capitali, delocalizzando le produzioni nazionali. Un ulteriore effetto negativo riguarda i giovani italiani, che saranno costretti a trasferirsi all’estero in cerca di salari migliori, occupando posizioni create grazie agli investimenti effettuati dalle generazioni precedenti.