Abbiamo letto un articolo su L’Economia, il settimanale del “CORRIERE DELLA SERA” del 27 aprile 2020. L’autore è Stefano Righi e il titolo “MONTE DEI PASCHI DA GENOVA A SIENA PER GUIDARE L’USCITA DELLO STATO” in cui si tessono le lodi del Dott. Bastianini, nuovo AD di MPS e si denigra l’Ing. Vittorio Malacalza, accusandolo di avere sfiduciato l’allora AD di Banca CARIGE, con una lettera di quattro pagine e in quattordici punti, definendolo: “Il padrone dell’acciaieria, incidentalmente finito a investire nel mondo del credito”.
Insieme con lui c’erano più di venticinquemila azionisti. Lui non ha certamente bisogno di una nostra presa di posizione, è dotato di forza e determinazione più che sufficienti a difendersi. Gli altri azionisti non hanno mai saputo il numero di pagine e i contenuti di quella lettera.
Ci sentiamo in dovere di giustificare il titolo e il sottotitolo di quest’articolo, e per farlo evidenziamo ciò che non è stato detto:
- L’ing. Vittorio Malacalza non ha tolto le deleghe all’AD Bastianini. Ha convocato il CDA formulando una proposta scritta e diffusa a tutti i componenti, per valutare i fatti, ancora oggi riservati, per cui si proponeva la revoca di quelle deleghe. (rilevabile da più testate nazionali nei giorni precedenti al CDA del 9 giugno 2017)
- L’ing. Malacalza ha pubblicamente dichiarato che nel caso la sua proposta non avesse ottenuto un’ampia maggioranza, si sarebbe dimesso dalla carica di vicepresidente. Ovvio che lo avrebbe fatto per rispettare l’autonomia decisionale del Consiglio di Amministrazione ed evitare d’interferire in modo conflittuale sulle decisioni future.
- Non facciamo il nome, perché non vogliamo trascinare in una sterile polemica una personalità di comprovato rigore morale come l’allora presidente del CDA ed evidenziamo che otto consiglieri contro quattro, hanno deciso che fosse opportuno revocare le deleghe a Bastianini.
- Nell’articolo si tacciono i 14 punti della lettera e saremmo grati al giornalista se volesse farci avere una copia dei punti contestati a Bastianini, che rimangono tuttora sconosciuti a noi azionisti. In assenza di riscontro, proveremo a richiederne copia direttamente all’ex Vicepresidente.
- Come riportato da Il Sole 24 Ore.com il 9 giugno 2017, uno dei motivi della frattura era che Bastianini non avesse condiviso con i consiglieri le comunicazioni ricevute da BCE, che facevano elevare la ricapitalizzazione, su cui si stava lavorando, da 450 a 600 milioni di euro.
- Non si accenna, a supporto dei legittimi dubbi del Vicepresidente, che, come pubblicato dai commissari nel prospetto informativo dell’ultima ricapitalizzazione, anche l’uscita del successore di Bastianini, Paolo Fiorentino, è stata accompagnata da una non corretta informazione sulla liquidità necessaria a permettere il rispetto dei parametri imposti dalla vigilanza BCE a Banca CARIGE.
- Non si è data evidenza che nell’unica occasione in cui, anziché cambiare i vertici, il socio di maggioranza ha chiesto un piano industriale credibile e sostenibile, anche alla luce dei parametri imposti da BCE per il 2019, la banca è stata commissariata per l’urgenza di dotarla di una nuova governance. Ciò che non è ancora stato completato oggi, poteva tranquillamente essere compiuto entro marzo 2019. Due dei commissari erano il presidente e l’amministratore delegato prima del commissariamento, ottima soluzione per una nuova governance.
- Non si dice che si sono voluti escludere gli azionisti di Banca CARIGE da un potenziale recupero dell’investimento, negando loro il diritto d’opzione in modo pretestuoso. Prova ne è che nell’assemblea del 20 settembre un azionista ha dichiarato in nome di più azionisti di essere disposto a offrire più di CCB, ma non è stato dato alcun riscontro.
- Neanche un accenno al fatto che nell’ultima assemblea di banca CARIGE non è stata data alcuna risposta alle numerose domande degli azionisti. Nemmeno all’elementare quesito su quante deleghe fossero state raccolte da Computershare, si è voluto rispondere. Le deleghe raccolte sono state 10 il 20 settembre 2018, 5 il 22 dicembre 2018, 16.517 il 20 settembre 2019, 3 il 31 gennaio 2020. Avremmo voluto dimostrare l’anomalia documentata da questi numeri, che nessuno ha voluto cogliere e analizzare nelle sue oggettive implicazioni.
Ci fermiamo qui, se nessuno ha voluto prendere in considerazione l’anomala raccolta deleghe esposta al punto 9 e gli organi d’informazione cercano di mistificare anche le più evidenti verità, ci è rimasta solo una speranza: la magistratura. La famiglia Malacalza ha dimostrato un alto senso di responsabilità, astenendosi nell’assemblea del 20 settembre 2019, permettendo che si attuasse una ricapitalizzazione che riduceva a un valore insignificante il loro investimento. Nessun giornalista può sentirsi autorizzato a umiliare chi ha compiuto quel gesto senza esibirlo.
Nell’articolo è riportato: SOTTO LA LANTERNA RIUSCI’ A RICUCIRE I RAPPORTI CON LA BCE E A DISEGNARE UNA SOLUZIONE POI COMPLETATA DA ALTRI. Comprendiamo che si voglia ricreare l’immagine di una persona designata a ricoprire un nuovo incarico, ma è un’affermazione gravissima per noi azionisti. Abbiamo sempre creduto ai vari amministratori di turno, abbiamo partecipato ai numerosi aumenti di capitale presentati sempre come risolutivi e, oggi, si rende noto che, già ai tempi di Bastianini, c’era un disegno per escludere ed espropriare tutti noi azionisti, piccoli e grandi.
Un disegno iniziato da Bastianini, portato avanti da Fiorentino, per poi essere completamente realizzato dal duo Modiano e Innocenzi, culminato nel commissariamento, e nell’assemblea del 20 settembre 2019, dove sono stati convinti tanti piccoli azionisti ad appoggiare l’aumento di capitale, sottoscrivendo così il proprio esproprio.
Nell’articolo è riportata la cifra investita dall’ex primo azionista e andata in fumo, ma non è nemmeno accennato quel fiume di denaro versato dai tanti piccoli azionisti, oltre due miliardi di euro, già destinato a evaporarsi con una soluzione tramata alle loro spalle già da allora e, oggi, esibita con la mortificazione di chi era: “Incidentalmente finito a investire nel mondo del credito”. Più di 25.000 investitori.
Invieremo questo scritto all’editore. Ci piacerebbe sapere se l’articolo ha un suggeritore o è un’idea personale del Dott. Stefano Righi, perché riteniamo difficile credere possa trattarsi di una linea guida dettata della casa editrice.
Nella prossima assegnazione degli Eurovirus rossi lo assegneremo al giornalista, nella speranza che la sua pubblicazione sia stata solo una mancanza di supervisione da parte dell’editore.