Scritto da Mariano.
Stiamo parlando di noi, gli azionisti di Banca Carige, cui era stato proposto un aumento di capitale da 400 milioni, Il 22 dicembre 2018.
Il 27 febbraio 2019 era stato presentato un nuovo piano industriale che recepiva i requisiti patrimoniali dettati dalla BCE, ovvero Total Capital Ratio al 13,75% per cui l’aumento di capitale è salito a 630 milioni.
L’aumento di capitale, che ha espropriato i vecchi azionisti dei risparmi versati e del diritto d’opzione, è salito di altri 270 milioni, attestandosi a 900 milioni. La motivazione del nuovo incremento, è descritta dai Commissari Straordinari, a pagina 15 e seguenti, nella relazione per l’assemblea straordinaria del 20 settembre 2019. La causa del nuovo fabbisogno di capitale fresco, va attribuita al recepimento della guidance EBA sul Total Capital Ratio 2020, il cui valore è salito al 15,3%, + 1,55% rispetto a febbraio ed è dovuta all’accordo quadro, tenuto riservato, tra Banca Carige – FITD-SVI e CCB, annunciato il 9 agosto 2019. L’aumento sarà chiuso a fine gennaio 2020.
Con comunicato del 10 giugno 2020 Banca Carige informa i mercati che la BCE ha diminuito i parametri patrimoniali cui dovrebbe attenersi, al 13,25%, dopo aver fatto attenta analisi della situazione. Per convenzione, la data di decorrenza sarebbe il 31 dicembre 2019. Poiché il Total Capital Ratio è diminuito dello 0,50% rispetto a quello in vigore al 4 di dicembre, facciamo notare la stranezza che la ricapitalizzazione da 900 milioni avrebbe dovuto essere inferiore ai 630 milioni previsti, non aumentata di 270. I vecchi azionisti avrebbe partecipato all’aumento, se insieme alla proposta fosse stato presentato un piano industriali credibile e sostenibile.
Non è strano che, anche in quest’occasione, il saliscendi normativo abbia punito i vecchi azionisti accentuando la loro diluizione nel capitale sociale, senza avere loro riconosciuto il diritto d’opzione con cui avrebbero potuto difendere il capitale versato in precedenza?
Attenzione! Stranamente, i parametri sono stati abbassati del 2,05%, quattro mesi dopo l’esclusione dei vecchi azionisti e mentre era ancora in corso la pandemia che sta stravolgendo l’economia globale. Un vero miracolo per una Banca che da anni li vedeva sempre peggiorare. Doppio miracolo se si associa alla moltiplicazione per 15 volte, del valore Banca del Monte di Lucca, rispetto a quello utilizzato per calcolare il valore di Banca CARIGE.
Fatta questa considerazione, passiamo ad altre note che preferiamo non aggettivare.
L’esclusione del diritto d’opzione per i vecchi azionisti si fonda su un “presunto” interesse della società, senza aggiungere spiegazioni a supporto.
Pubblicamente i maggiori azionisti hanno manifestato disponibilità a sottoscrivere un aumento di capitale e gli azionisti retail, in assemblea, si sono resi disponibili a sottoscrivere aumento di capitale a condizioni migliori rispetto a quelle accettate da CCB nell’accordo quadro, che non prevedeva alcun vincolo tra le parti, che erano libere di vendere (SVI) o di non comprare (CCB).
Stiamo parlando di società che gestiscono denaro di terzi. Con quale diritto gli amministratori possono decidere di incassare il 53% anziché 65, quando, facendolo, escludono i vecchi azionisti, cui era stato negato il diritto d’opzione e ne danneggiano altri cedendo a sconto maggiore?
L’aumento di capitale, sovrastimato, a causa dei requisiti patrimoniali minimi da rispettare, non smette di fornire sorprese se si analizza in altri dettagli.
Banca Carige aveva un patrimonio netto di 1,8 miliardi di euro, ridotto, per le perdite da cessione riconducibili all’accordo quadro, a 1,3 miliardi; è valutata da Vitale e Co, senza che sia allegato e divulgato documento, solo 55 milioni di euro.
Anche il revisore contabile EY, sembra prende le distanze da quella valutazione. Nel Parere della Società di Revisione, presentata per l’assemblea del 20 settembre 2019, che avrebbe approvato l’ADC, nel capitolo 3 – Natura e portata del presente Parere di Congruità – pagina 6, dichiara …”Nell’esaminare le metodologie adottate dai Commissari, non abbiamo effettuato una valutazione economica della Banca. Le analisi e valutazioni simulative sono state svolte esclusivamente dai Commissari, con il supporto dell’esperto finanziario indipendente Vitale e Co. (l’Advisor). Le conclusioni esposte nel presente Parere di Congruità sono basate sul complesso delle indicazioni e considerazioni in esso contenute.”
Nel prospetto informativo messo a disposizione del pubblico il 3 dicembre 2019 si legge: L’adempimento di pubblicazione del prospetto informativo non comporta alcun giudizio della CONSOB sull’opportunità dell’investimento proposto e sul merito dei dati e delle notizie allo stesso relativi.
Allora chiediamo:
- Chi garantisce imparzialità e veridicità delle informazioni finanziarie?
- Chi dovrebbe valutare l’opportunità d’esclusione diritto d’opzione?
- Il valore di una società si basa su dati oggettivi o su opinioni soggettive?
- Gli accordi e le stime riservati, possono restare tali e rimanere validi anche se, poi, emergono palesi incongruenze?
- Da quando è ritenuto a norma e non perseguibile dalle autorità, accettare offerte minori, quando si danneggia chi ha concorso a costituire il patrimonio di una società ?
- Se la finanza italiana è ciò che appare dai fatti riferibili a Banca CARIGE, come mai non si rende pubblico che non si deve investire in azioni, perché l’articolo 47 della costituzione non ammette la negoziazione di strumenti pericolosi per il risparmio nazionale?