Abbiamo parlato spesso dei crediti deteriorati (NPL), considerandolo uno dei problemi principali da risolvere per ridare slancio all’economia. Ritenevamo che una gestione del rischio da parte del sistema bancario potesse permettere alle imprese sane, messe in difficoltà da un ciclo economico compromesso dagli espedienti di una finanza che ha cambiato la propria ragion d’essere, in un gioco teso al trasferimento della ricchezza. Avevamo anche segnalato che l’obbligo di cedere gli NPL potesse diventare un’occasione di concorrenza sleale tra paesi in competizione sui mercati globalizzati, quando, con imposizione di rientro del debito in tempi assurdamente brevi, si costringeva alla cessazione di attività un’impresa che, negoziando periodo di restituzione prestito sostenibile, poteva continuare ad esistere. (per approfondimenti si veda anche art. “Esposto a Banca d’Italia” pubblicato sul sito il 14 settembre 2020)
Il 2 febbraio 2021 ci è stato segnalato un articolo pubblicato su Milano Finanza online, che descriveva i contenuti di un’audizione in Commissione Parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario, dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili (Ance), che evidenziavano la necessità di modificare le norme vigenti sulla cessione degli NPL e suggerivano l’introduzione di uno strumento pubblico per la ricapitalizzazione delle imprese.
Anche se non è esplicitato nei dettagli, emerge con chiarezza che le regole che governano la finanza non riescono più a presidiare il sostegno allo sviluppo economico e la politica deve riappropriarsi del ruolo che le compete e astenersi dal validare suggerimenti di funzioni che hanno interessi non sintonizzati con il benessere della collettività e la qualità della vita dei cittadini europei. Come esempio, a conferma di quanto stiamo segnalando, citiamo la presa di posizione di 80 europarlamentari che hanno chiesto all’ombudsman europeo di esprimersi sulla palese inopportunità dell’assegnazione a BlackRock di uno studio sull’integrazione delle regole da applicare alle banche controllate da BCE. Ebbene, il difensore civico europeo ha criticato apertamente la commissione europea per non avere considerato il conflitto d’interesse connesso all’assegnazione di quella consulenza.
Il fatto che un’associazione d’imprese senta la necessità di proporre l’introduzione di uno strumento pubblico per la ricapitalizzazione delle imprese, è un ulteriore segnale che la finanza e il sistema bancario stanno fallendo lo scopo della loro esistenza. L’ulteriore conferma che a perdere denaro siano gli investitori che iniettano liquidità nel sistema finanziario e le imprese che la dovrebbero assorbire attraverso intermediari, è un chiaro esempio che qualcosa non vada nella giusta direzione, perché a trarre profitto sono i falchi che volteggiano tra la raccolta del capitale e la sua redistribuzione alle imprese. Ben venga uno strumento pubblico che si sostituisca alla nebulosità degli attuali intermediari e favorisca la crescita economica, garantendo una giusta remunerazione al capitale messo a disposizione per sostenere lo sviluppo economico europeo.
Questa premessa era necessaria perché dà maggior forza a un esposto che riportiamo sotto. L’Associazione Voce degli Azionisti lo aveva mandato alle funzioni in indirizzo il 20 gennaio 2021 e auspichiamo sia condiviso da chi ci legge e dall’ANCE.
Spett.le BANCA D’ITALIA Governatore Prof. Ignazio Visco
Spett.le Al Chair of the Supervisory Board di BCE Dott. Andrea Enria
e per conoscenza
Spett.le Commissione Parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario
Presidente Commissione UE Problemi economici e monetari. Dottoressa Irene Tinagli
Genova 20 gennaio 2021
Oggetto: gestione crediti deteriorati
La Commissione problemi economici e monetari dell’Unione europea (con 38 voti favorevoli, 13 astensioni e 4 contrari) ha approvato un testo che potrebbe, a seguito di negoziati con i singoli stati, avviare la costituzione dei registri nazionali per i gestori di Npl. Un primo passo della politica per dotare di regole un settore, quello dei crediti deteriorati, che è stato soggetto a imposizioni di cessione da parte della vigilanza, in assenza di norme che permettessero un equilibrio tra domanda e offerta, quindi, in assenza di un mercato efficiente.
Nel ruolo di presidente dell’Associazione Voce degli azionisti, mi permetto di sottoporre alla vostra attenzione la possibilità di ampliare la proposta della commissione, integrandola con soluzioni informatiche atte ad una negoziazione o valorizzazione trasparente degli Npl. Di seguito espongo gli innegabili vantaggi che riceverebbero la gestione del risparmio nazionale ed europeo, la trasparenza dei mercati finanziari e il contrasto al riciclaggio di denaro sporco.
Sino a qualche anno fa, i crediti deteriorati si accumulavano nei bilanci delle banche, poi la pressione degli organi di vigilanza ha portato alla loro riduzione, con l’imposizione della vendita in tempi stabiliti. Sul mercato, in cui si negoziavano le vendite, operavano pochi fondi specializzati e la forza negoziale era a favore del compratore. Di fatto si trasferiva ricchezza dai patrimoni delle banche, quindi, dal capitale investito dai risparmiatori, a chi avrebbe gestito il rischio, dopo avere acquistato i crediti ceduti dalle banche.
Non esisteva alcun dato statistico in grado di permettere valutazioni trasparenti sulla marginalità di chi aveva acquistato i crediti deteriorati e, come dichiarato nell’intervista citata dall’agenzia d’informazione Sir (15 gennaio 2021 “Finanza: Rizzi …), rilasciata dal prefetto Vittorio Rizzi, vicecapo della polizia, esistono riscontri concreti che la criminalità organizzata stia utilizzando queste attività finanziarie per riciclare danaro proveniente da attività illecite.
Se, come evidenziato dagli stessi inquirenti, le norme permettono al riciclaggio d’insinuarsi in un’attività finanziaria, una revisione dei meccanismi che sovrintendono la gestione dei crediti incagliati, mi appare come una delle attività cui dare priorità assoluta. Andrebbe avviata in tempi rapidi, anche in previsione dell’incremento insolvenze, causato dalla riduzione dei ricavi nelle attività produttive e commerciali causate della pandemia.
Tale necessità è rafforzata anche dalla risposta che avevo ottenuto a una domanda posta nell’assemblea di una società quotata, il 22 dicembre 2018, dal presidente che la presiedeva: “Che il mercato degli Npl non sia perfetto, e noto a tutti”. Il testo approvato dalla commissione problemi economici e monetari dell’Ue, potrebbe essere un’occasione per integrare l’identificazione dei gestori, con una piattaforma informatica che permetta un aggiornamento costante a tutti coloro che operano sui mercati finanziari.
Le crisi bancarie sono state accentuate da una pressione degli organi di vigilanza sul volume dei crediti deteriorati che si erano costituiti negli anni della crisi, a causa di bassi accantonamenti, rispetto al valore cui sarebbe stato possibile cederli, quando il ridimensionamento forzoso dello stock degli Npl avesse fatto emergere le perdite nei bilanci bancari.
La discrezionalità con cui possono prendere decisioni gli amministratori delle banche, accentuata dalle differenze nei prezzi di cessione, hanno fatto emergere la necessità di avere valori ufficiali cui fare riferimento sia per la cessione, sia per la valorizzazione del portafoglio crediti deteriorati. A titolo d’esempio cito la segnalazione fatta dal senatore Antonio Urso, che mette a confronto il valore pari al 12,8 % nella cessione attivi deteriorati decisa da Jean Pierre Mustier nel 2017, con il 30 % che potrebbe essere riconosciuta da Amco per i crediti che potrebbe cedere Unicredit a inizio 2021.
Tutto ciò che è stato sin qui evidenziato, potrebbe trovare una soluzione efficace nella creazione di un mercato ufficiale degli Npl, in cui le banche sarebbero costrette ad inserire i crediti deteriorati e operatori di mercato, autorizzati, potrebbero inserire le proprie proposte d’acquisto. La banca potrebbe decidere se, quali e quando cedere o, se preferisce, gestirli, inserendo a bilancio il valore massimo presente nella piattaforma informatica di gestione.
La tecnologia permette certamente di realizzare uno strumento in grado di elaborare statistiche affidabili che potrebbero essere utilizzate dalle autorità di vigilanza per prendere decisioni, dagli inquirenti per controllare operazioni dalla dubbia legalità, dai gestori professionali per fare offerte d’acquisto e scelte di Npl su cui investire, i risparmiatori per valutare l’impatto dei crediti deteriorati su un istituto di credito e per misurare la professionalità degli amministratori che si sono dimostrati più affidabili per la capacità di concedere prestiti a prenditori affidabili, di gestire il rischio in modo efficace, o di cedere i crediti ad un prezzo che trasferisce minor valore a chi li acquista.
Si noti che un utilizzo dei dati estraibili dalla piattaforma, potrebbe rivelarsi molto utile all’economia della Ue. Un imprenditore che volesse aprire un’attività, potrebbe attingere informazioni preziosissime da quella piattaforma e la banca che dovesse finanziarlo, anche. Ipotizziamo che la piattaforma evidenzi che gli importatori di frutta esotica non riescano a restituire i finanziamenti ricevuti, se l’imprenditore avesse voluto avviare la propria attività in quel settore, ben difficilmente avrebbe proseguito nell’iniziativa in quel momento e, se anche avesse voluto farlo, ben difficilmente l’istituto di credito lo avrebbe finanziato.
Pur dichiarando la mia disponibilità ad entrare in dettagli operativi sulla realizzazione di una piattaforma informatica, mi astengo dal farlo in questa sede, perché ritengo esistano tecnici informatici e bancari infinitamente più preparati di me, se qualcuno vorrà dare seguito al alla proposta di realizzazione.
Grato per l’attenzione che vorrete riservare alla presente, porgo i saluti più rispettosi.
Associazione Voce degli Azionisti.
Il Presidente Franco Corti