8 dicembre 2022, su Il Secolo XIX, si leggeva – Carige – Bper, la transizione procede lenta: operatività dei condomini in tilt. Gilda Ferrari, giornalista che firmava l’articolo, segnalava che la fusione tra i due istituti di credito, avvenuta da una settimana, doveva gestire ancora problemi di allineamento dei dati. Erano stati gli amministratori di condominio a rendere palesi le difficoltà che impedivano loro di svolgere il proprio lavoro, perché non riuscivano ad effettuare i pagamenti in scadenza. Il Presidente dell’Anaci Genova, Pierluigi D’angelo, sconsigliava di farsi prendere dal nervosismo e di cambiare banca, ma chiedeva un incontro urgente, perché al 16 erano in scadenza gli F24 e le difficoltà di depositare e prelevare preoccupavano gli amministratori: “se home banking e agenzie non vanno a regime, saranno dolori”, aveva dichiarato.
Secondo Bper si stavano affrontando i problemi che emergevano e tutto sarebbe rientrato nella normalità a breve termine. Secondo gli amministratori di condominio era dal 28 novembre che non si riusciva ad operare online e che non si potevano fare le consuete operazioni in agenzia. Secondo il sindacato, il gruppo doveva cercare di affrontare il sovraccarico di lavoro straordinario con nuove assunzioni, la banca rispondeva a quella sollecitazione affermando che la necessità di incrementare il numero di dipendenti, sarebbe stata affrontata con la stabilizzazione dei lavoratori interinali.
21 dicembre 2022, ancora Il Secolo XIX pubblicava un articolo, anche questo a firma di Gilda Ferrari, dal titolo – Carige – Bper, slittano gli stipendi, poi la banca versa un acconto – Il sottotitolo era – Continuano i disagi informatici per l’integrazione del dopo fusione – I problemi di trasferimento dati per rendere operativa l’incorporazione di Banca Carige in Bper Banca, stavano interessando i dipendenti, i quali si erano accorti di non avere ricevuto l’accreditamento della remunerazione e della tredicesima. Un sindacalista esperto, chiedendo riservatezza sul proprio nome, aveva dichiarato che erano inconvenienti che accadevano abbastanza di frequente, quando alla normale operatività si aggiungevano gli imprevisti derivanti da una fusione. In quelle occasioni il carico di lavoro aumenta ed il personale non è sufficiente ad affrontare le incombenze straordinarie, senza rallentare l’operatività ordinaria. Naturalmente, aggiungiamo noi, per evitare gli imprevisti, è indispensabile un’accurata analisi preventiva sul cosa e il come deve migrare da un sistema informativo all’altro.
Che in una fusione accadano inconvenienti che non erano stati individuati preventivamente, è fatto abbastanza comune e chi ha avuto l’occasione di essere coinvolto in una fusione, lo sa molto bene. Meno frequenti sono gli inconvenienti che si riscontrano sull’attività caratteristica; provate ad immaginare cosa potrebbe accadere ad una società che commercializza prodotti deperibili, se non riuscisse a produrre i documenti di trasporto. Se ad un istituto di credito togliamo l’attività online, quella agli sportelli e gli stipendi, che cosa resta? Sinceramente ci aspettavamo molta più efficienza da una banca che aveva saputo gestire con un’incredibile precisione tutte le mosse utili a conseguire lo squeeze out, allo scopo di farsi consegnare tutte le azioni ancora possedute dai vecchi azionisti. Citiamo i passaggi più significativi con cui aveva realizzato l’obbiettivo.
- Il 17 giugno 2022 i quotidiani pubblicavano che Coop Liguria avrebbe aderito all’Opa lanciata da Bper su Banca Carige. Il suo bilancio documentava che non aveva alcuna necessità economica per doverlo fare. Possedeva anche una quota importante di Unipol, società che controllava Bper. A nostro parere aveva fatto quella dichiarazione solo per influenzare le decisioni degli azionisti. (per altri dettagli si veda articolo pubblicato il 28 giugno 2022 sul sito: Opa Carige, dichiarazioni di parti correlate)
- Le comunicazioni fuorvianti, fra cui il comunicato stampa emesso da Bper il 3 agosto, avevano lo scopo d’indurre gli azionisti ad aderire all’Opa (per ulteriori dettagli si veda articolo pubblicato il 9 agosto 2022: Fusione Bper Carige)
- Un’azionista, ritenendosi danneggiata e infastidita dall’insistenza, ci aveva chiesto di rendere pubblici i tentativi con cui i dipendenti della banca avevano cercato d’indurla ad aderire all’Opa (per i dettagli si veda l’articolo pubblicato il 10 settembre 2022. Opa Carige, obbiettivi centrati)
- La lunga sequenza di comunicazioni fuorvianti, spesso riprese dai media, ha permesso a Bper di raggiungere lo scopo, anche grazie all’inerzia dei destinatari a cui avevamo inviato molteplici esposti, chiedendo di sospendere l’Opa. (per i dettagli si veda l’articolo pubblicato il 21 settembre 2022: Banca Carige cancellata dalla borsa).
La strategia abilmente pianificata, per evitare che gli azionisti potessero optare per il concambio di titoli Carige con quelli Bper, aveva conseguito il suo inspiegabile obbiettivo. Sì, inspiegabile, perché per Bper sarebbe stato meno oneroso e gli azionisti avrebbero avuto almeno la possibilità di recuperare senza limiti di tempo, il credito d’imposta maturato con la contabilizzazione delle enormi minusvalenze. Inoltre avrebbero potuto beneficiare della rivalutazione dei titoli Bper quando il tesoretto nascosto nei bilanci di Carige, avesse reso palese il proprio valore diventando tangibile. O forse dobbiamo pensare che la spiegazione per la caparbia ostinazione con cui si era voluto escluderli aveva proprio lo scopo di generare benefici ad altri?
Quanto sin qui esposto sarebbe più che sufficiente a delineare il profilo del nuovo polo bancario. La beffa, l’ulteriore pugno nello stomaco a chi aveva generosamente contribuito al salvataggio di Carige, è stato sferrato, auspichiamo in modo inconsapevole, dall’intervista rilasciata dal Presidente di Bper Banca, Flavia Mazzarella a Italia-informa.com, il 27 dicembre 2022, sotto il titolo – BPER Banca cresce e si pone nuovi traguardi ambiziosi: le svolte strategiche previste col piano industriale 2022-2025 –. Estraiamo due brevi periodi.
- BPER, con le operazioni recentemente compiute, è diventato il terzo gruppo bancario in termini di dimensioni complessive, di numero di clienti e di masse gestite.
- Questi risultati vanno consolidati ed accompagnati da un’attività di sviluppo, che si realizzerà grazie ad importanti investimenti in ambito digitale; verranno sviluppate attività a presidio del territorio, a beneficio dei numerosi clienti e ci sarà una ‘infusion’ per quanto riguarda le tematiche ESG, che rappresentano un asse importante del piano.
Riteniamo sia utile estrarre da esg portal, le indicazioni utili a definire il significato attribuito alle tre lettere che compongono l’acronimo ESG, a beneficio dei lettori che hanno meno dimestichezza con le evoluzioni degli obbiettivi che si pongono le società quotate. Se non lo facessimo, alcuni di loro farebbe fatica a comprendere le considerazioni che faremo poi.
- Environment (ambiente) misura il presidio di aspetti di carattere ambientale, come le emissioni in atmosfera, il consumo di acqua e la quantità di rifiuti prodotti.
- Social (Sociale) misura l’impegno con cui si presidia il rispetto degli aspetti sociali, come diritti umani, welfare e parità di genere.
- Governance (Governo) si valutano la struttura societaria, il rispetto diritti degli azionisti, la qualità e diversità dei consigli di amministrazione e del management, oltre alle procedure di gestione interna.
Il termine infusion (infusione) riteniamo, ma siamo pronti a correggerci se avessimo commesso un errore d’interpretazione, voglia significare una integrazione progressiva in Bper, dei valori esposti, da condurre a termine nel periodo in cui è stato articolato il piano industriale, ossia 2022 – 2025. Ebbene, come è possibile ritenere che la volontà di perseguire quei valori sia stata infusa nel Dna di Bper Banca nel corso del 2022, primo anno del piano, dopo avere preso conoscenza dei fatti citati prima dell’intervista? I risparmiatori dovrebbero imparare a valutare la consistenza dei fatti, senza lasciarsi influenzare dalle frasi di circostanza, rilasciate a volte in modo inconsapevole, e spesso con il preciso scopo di condizionare i loro comportamenti. Il rispetto dei diritti degli azionisti è una condizione indispensabile per garantire un equilibrio tra valorizzazione del risparmio e flussi di liquidità a favore dello sviluppo economico. Non può restare circoscritto nelle dichiarazioni di circostanza, senza un impegno costante per il suo rispetto, che sia riscontrabile nei fatti. La fiducia dei risparmiatori è un valore indispensabile per un equilibrato sviluppo del sistema finanziario.
Nell’analisi del caso Carige, è emerso troppo di frequente che, anziché diffondere cultura finanziaria, si sia cercato di condizionare i comportamenti degli azionisti con comunicazioni fuorvianti, o finalizzate alla distrazione di massa, senza spiegare loro quali sarebbero state le reali conseguenze delle scelte che si descrivevano come le migliori possibili per loro. L’esperienza del dopo ha fatto sì che i risultati abbiano evidenziato con chiarezza che le informazioni ricevute non fossero affidabili, e la presa di distanza dal mercato azionario nazionale è stata la più logica delle conseguenze, pur nella scarsa consapevolezza di cosa fosse realmente accaduto.
L’azione penale aperta dalla procura di Milano contro Paolo Fiorentino, per aggiotaggio e false comunicazioni sociali, è un passaggio che favorisce gli approfondimenti necessari a capire cosa sia accaduto nella banca genovese, ed è un’evoluzione apprezzata dai risparmiatori che vedono la magistratura intenta a fare emergere ciò che a loro non era dato di sapere.
Il 19 dicembre 2022, il Tribunale di Genova ha emesso la sentenza 1841. La parte attrice era Banca Carige che aveva impugnato una delibera degli azionisti di risparmio. La sentenza respinge la richiesta di Banca Carige e la condanna al risarcimento delle spese. Un proverbio dice che una rondine non fa primavera, però, aggiungiamo noi, c’è sempre una prima rondine a guidare uno stormo verso la meta. Noi auspichiamo che l’esito di quella sentenza sia un primo passo in direzione della chiarezza sulla catena di eventi che ha sottratto ai liguri la loro banca e i loro risparmi, a cui ne possano seguire molti altri, nell’interesse di un’economia che ha visto le fonti che alimentavano la sua crescita, migrare in sistemi finanziari ritenuti più affidabili del nostro.