Ho lasciato decantare l’atteggiamento trionfale con cui si è enfatizzato il salvataggio di Banca Carige, con un abilissimo piano orchestrato dai tre commissari incaricati dalla vigilanza BCE. Ora vorrei entrare nei dettagli degli interventi fatti da alcuni azionisti, che non hanno ottenuto risposte e che dissentono dalle euforiche dichiarazioni che hanno accompagnato la conclusione di quell’assemblea.
In assemblea è stato detto che a molte domande non si era ritenuto di dovere rispondere, perché erano fuori tema rispetto ai punti proposti nell’ordine del giorno. Anche questa spiegazione non ci trova in sintonia con le dichiarazioni elusive con cui si è evitato di affrontare gli argomenti oggetto degli interventi. In quell’assemblea si sarebbe dovuto votare per l’elezione degli organi sociali di una Banca quotata su un mercato regolamentato. Nelle liste non c’era nessuno dei nostri rappresentanti, perché il peso dei vecchi azionisti era stato ridotto dal 100 a poco più del 10% del capitale sociale. I punti all’ordine del giorno erano la diretta conseguenza di un’assemblea che era stata oggetto di ben 5 esposti. In mancanza dell’intervento delle funzioni preposte al controllo, che erano state coinvolte negli esposti, gli azionisti hanno attivato quattro azioni legali. Come si possa ritenere che domande tese a dimostrare l’illegittimità di ciò che si stava deliberando, fossero fuori tema, per noi resta incomprensibile.
Intervento.
Pongo una prima domanda e auspico riusciate a dare una risposta diversa dall’unica che sono riuscito a trovare io e che, per rispetto, non posso esprimere: che cosa avete fatto per gli azionisti che hanno scelto due di voi per insediarli al vertice di Banca CARIGE?
Produciamo una serie di fatti:
• Due di voi hanno conquistato il record di discesa valore azione di Banca Carige. In 68 giorni sono riusciti a far perdere al titolo più dell’82%
• Poi, sempre gli stessi due, pretendevano che gli azionisti versassero un quarto aumento, dando a parole tutte le solite garanzie. Poiché gli azionisti hanno avuto l’ardire di chiedere un piano industriale sostenibile e realizzabile alla luce dei nuovi parametri imposti dalla vigilanza BCE, si sono dimessi e hanno accettato il ruolo di commissari, cui è stato aggiunto Il Prof. Raffaele Lener.
• Insieme avete risanato la banca accollando tutti i costi del risanamento e molto di più, ai vecchi azionisti, soddisfacendo le richieste del creditore cui era stato accordata una remunerazione del 16% annuo per le obbligazioni subordinate che avevano permesso di soddisfare i requisiti richiesti dalla vigilanza BCE al 31 dicembre 2018, rimuovendo l’obbligo dell’aumento di capitale richiesto.
• Mentre gli azionisti erano in vacanza, avete detto che era stato raggiunto un misterioso accordo che implicava una business combination capace di mettere in sicurezza la banca.
• Siete riusciti a fare approvare una ricapitalizzazione dagli stessi azionisti cui stavate sottraendo il possesso della banca, senza concedere loro il diritto d’opzione.
• A giochi fatti, gli azionisti che avevano votato sì, lasciandosi soggiogare delle pressioni psicologiche con cui si descrivevano gli scenari futuri, si sono accorti di avere perso anche il diritto di rivalsa.
A questo punto vi pongo la seconda domanda: a favore di chi avete preso tutte le misure per trasformare Banca CARIGE in una banca tra le migliori a livello nazionale?
Grazie per le risposte che vorrete darci.
Nostro commento
Le nostre domande sono rimaste senza risposte, per cui abbiamo pensato provare a darle noi:
• I commissari hanno fatto molto per gli azionisti. Hanno venduto quasi tutto il portafoglio crediti deteriorati facendo gravare il costo sugli azionisti che avevano versato capitale per sostenere la loro banca. Per evitare che chi avesse creduto ancora nella banca potesse difendere il proprio investimento, hanno tolto loro il diritto d’opzione quasi integralmente.
• Chi ha tratto vantaggio da quelle decisioni è ormai chiaro a chiunque voglia ammetterlo: chi arriverà dopo gli azionisti che hanno creduto alle dichiarazioni di vertici aziendali, che facevano promesse mai mantenute e che, nel momento in cui la speranza di recupero delle perdite poteva rendersi concreta, hanno deciso di escluderli senza nemmeno chiedere se erano disposti a partecipare a un nuovo aumento di capitale