Abbiamo un rapporto di comunicazione diretta con molti risparmiatori e, di conseguenza, abbiamo il privilegio di identificare con sensibilità il come si sia evoluta la loro percezione sul sistema finanziario, nei primi due decenni di questo secolo. Riteniamo indispensabile evidenziare le cause che hanno determinato la variazione dei loro comportamenti, sotto l’influenza della crescente constatazione che i diritti di chi inietta liquidità nella finanza, non fossero rispettati. Osservando i fatti, sarà più facile comprendere le motivazioni che li hanno portati da un eccesso di “esuberanza irrazionale”, con ampia propensione al rischio, alla crisi di rigetto nei confronti del mercato azionario italiano. Solo comprendendo cosa abbia determinato il loro allontanamento, sarà possibile proporre le soluzioni più appropriate per favorire un riavvicinamento tra il risparmio e lo sviluppo economico, che per carenza di capitale, langue da decenni.
A inizio secolo, nel marzo del 2000, l’indice Ftse Italia Hall-Share Index, che misura l’andamento delle azioni quotate alla borsa di Milano, aveva chiuso a 45.343 punti, al 2 maggio 2022 si posizionava a 26.299. Suggeriamo di non fare una lettura superficiale dell’ultimo dato citato, perché la pandemia, prima, e la guerra poi, sembra non abbiano avuto alcuna influenza sulla sua variazione; infatti, nel 2019 aveva chiuso l’anno a 25.847 punti. Di fatto, nei 28 mesi dall’inizio pandemia e dopo 71 giorni di guerra, le azioni italiane hanno avuto un incremento del 1,75% e a fine 2021, l’indice aveva oscillato per alcune settimane nella zona intorno ai 30.000 punti. Contrariamente agli indici di nazioni finanziariamente più evolute della nostra, il nostro mercato mobiliare non si è mai avvicinato ai massimi di inizio secolo e nel marzo 2009 e novembre 2012 aveva segnato 2 minimi a 13.820 e 13760 punti.
Evitiamo spiegazioni semplicistiche e cerchiamo di capire come mai gli investitori sono stati fervidi seguaci di una bolla speculativa, nonostante fosse stata indicata come tale parecchi mesi prima del suo scoppio, da Alan Greespan Presidente della Federal Reserv, quando aveva dovuto spiegare gli eccessi di quel periodo definendoli: “Esuberanza irrazionale”.
- Diversamente dagli stati Uniti, in Italia non c’era un’adeguata diffusione della cultura finanziaria nella popolazione. Era consuetudine privilegiare investimenti nei titoli di stato per tutelarsi dall’inflazione e negli immobili. Si è iniziato a scommettere sulla bolla internet, scegliendo imprese che non avrebbero mai potuto giustificare i prezzi a cui erano scambiate, o a cui erano state collocate. Addirittura si era investito su titoli che avevano poche probabilità di sopravvivere a internet, per esempio Seat Pagine Gialle che faceva pagare i clienti per essere inseriti negli elenchi, mentre la rete avrebbe permesso a tutti di essere facilmente rintracciabili con una ricerca mediante parole chiave. Tiscali aveva superato la capitalizzazione di Fiat. Poligrafica San Faustino era stata collocata ad un prezzo multiplo di quello offerto pochi mesi fa per ritirarla dal mercato… La lista potrebbe essere allungata con molti altri esempi.
- L’interruzione della rivalutazione degli immobili, le tensioni sul debito nazionale e le reiterate dichiarazioni che fosse necessario crearsi un reddito che potesse integrare quello pensionistico, avevano spinto i risparmiatori ad affidare i propri risparmi ai consulenti che venivano proposti come tali dalle banche, ma non avevano un’esperienza adeguata a ricoprire quel ruolo. Molte banche formavano i dipendenti a vendere ciò che generava profitti agli istituti di credito e non per maturare la competenza necessaria a tutelare i risparmi degli italiani. Un evidente conflitto d’interesse.
- A inizio secolo c’erano già stati i primi casi di risparmio tradito come i Bond Argentini, il caso Sci (Società Costruzioni Italiane) ma l’euforia generata da internet, li aveva lasciati sfumare sullo sfondo e nelle banche s’iniziavano a vendere polizze assicurative, azioni proprie a prezzi gonfiati, obbligazioni ordinarie e subordinate, poi anche diamanti definiti da investimento. I risultati non certo soddisfacenti, stavano erodendo il mito dell’affidabilità bancaria. Iniziarono ad emergere i crediti deteriorati (Npl) tenuti nascosti nelle pieghe dei bilanci. Le autorità anziché intervenire per dare maggior trasparenza al sistema bancario, imponevano la vendita di quei crediti, impedendo la loro gestione alle banche. I dubbi dei risparmiatori che vedevano crollare i valori delle azioni e delle obbligazioni, che erano stati consigliati da consulenti in conflitto d’interesse, iniziarono a creare una crisi di rigetto. I risparmi venivano inghiottiti nella fumosità di spiegazioni spesso incomprensibili e soprattutto nel silenzio di una stampa che evitava di censurare gli scandalosi comportamenti di chi dava priorità ai ricavi trascurando i diritti.
- Il paese ha visto ridursi i flussi di liquidità necessari alle imprese per sviluppare le attività produttive, per sostenere la ricerca e l’introduzione di processi innovativi. L’indifferenza delle istituzioni europee e nazionali, mentre sciacalli e avvoltoi scorrazzavano sui mercati finanziari, ha fatto si che i risparmi si accumulassero nei conti correnti, l’occupazione smettesse di crescere e il senso d’insicurezza comprimesse la crescita dei consumi.
Dopo un simile ventennio, come meravigliarsi se i risparmiatori anziché discutere animatamente per imporre la propria opinione su quale titolo azionario avrebbe avuto la miglior performance della settimana, ora fanno affermazioni come quelle che abbiamo ricevuto?
- … grazie per l’ennesimo grido di giustizia di cui ci rendete partecipi. Certo i fatti sono molteplici ed eclatanti sul piano delle violazioni di legge, ma leggerne anche solo alcuni, come proponete nei vostri articoli, ci fa rabbrividire per il silenzio delle Istituzioni e per la loro evidente connivenza con il malaffare a danno dei cittadini. Certo che se il Presidente della Regione non si degna di una benché minima dichiarazione pubblica sulla porcata che stanno portando a termine, la dice davvero lunga sull’acquiescenza del Sistema …
- Nel 2016 ho presentato 2 esposti in Consob e una denuncia in procura a Milano contro un quotidiano finanziario per false comunicazioni al mercato. Alcuni dirigenti hanno patteggiato così come la società. Ma la causa è ancora aperta. Devo anche scrivere alla società che ha chiuso la 55esima trimestrale in rosso. Non male per chi vorrebbe insegnare la buona finanza agli italiani.
- Ho letto l’esposto, molto dettagliato e che approfondisce un argomento molto delicato quale la gestione degli NPL, che ha prodotto sconquassi nei bilanci e nel patrimonio di Carige e di molte altre Banche. L’analisi è talmente chiara e documentata che mi domando come sia possibile l’inerzia e l’indifferenza di istituzioni, politica e media. Quanto abbiamo visto accadere è indegno di un paese finanziariamente evoluto. Poi si lamentano della fuga dei capitali all’estero. Come potrei avere ancora fiducia nel sistema paese, dopo la commedia dell’assurdo con cui ci hanno preso in giro a Genova?
- Avete tutta la mia personale ammirazione ed il mio totale consenso sull’azione mediatica che state provando a realizzare. Io non posso più crederci, ma a voi auguro di riuscire, sia pure sul filo di lana, a risvegliare qualche coscienza politica, giudiziaria o sindacale. Se oggi è in atto un’azione di acquisizione da parte di BPER, è proprio perché coloro che sono stati umiliati in tutti questi ultimi 4 anni e che stanno per essere buttati fuori da Banca CARIGE, con ingenti danni patrimoniali, sono proprio gli AZIONISTI/CORRENTISTI, che hanno mantenuto in vita l’Istituto bancario prima del commissariamento. Con questo paradosso si calpesta il buon diritto ed ogni forma di tutela, a vantaggio di chi? Siamo di fronte ad un’espropriazione massiva dove non è dato intravedere la pubblica utilità. Nel mio futuro non posso più intravedere investimenti sui mercati nazionali.
- Ho letto l’esposto. Non so come finirà, ma vi faccio davvero i miei complimenti per la pervicacia che vi supporta, per la grande competenza che possedete e mettete al servizio di tutti. Faccio il tifo per la vostra squadra, perché il Paese ha bisogno di ritrovare la fiducia in qualcosa che lo aiuti a recuperare il rispetto dei diritti garantiti dalla costituzione. Mentre col cuore vi dico queste cose, la razionalità mi dice che sto facendo il tifo per una squadra che non potrà mai vincere. Vi prego smentitemi! Perché, come dice una canzone, “sono un Italiano, un italiano vero”.
- La rabbia si è trasformata in totale indifferenza. L’evoluzione è la diretta conseguenza della mancanza di fiducia nella democrazia, nella giustizia e nella professionalità di chi ricopre ruoli di responsabilità nel paese. Da quando sono in pensione, appena posso vado all’estero, soffrendo solo per la mancanza della nostra cucina. Per l’ammirazione che ho per il vostro impegno, mi auguro di cuore che mi possiate smentire totalmente, smascherando qualche farabutto.
- La caparbia pretesa della BCE di far cedere gli NPL a prezzi stracciati ha creato danni a tanti, compresi gli azionisti di CARIGE, oltre che al sistema bancario. In molti casi sarebbe stato possibile consolidare i crediti verso grandi debitori in difficoltà, come partecipazioni nelle società di loro proprietà. Come possiamo avere fiducia in chi decide di penalizzare chi ha erogato credito e chi lo ha ricevuto, facendolo cadere nelle mani di sciacalli che non avranno alcuna sensibilità per la sua sopravvivenza, trasferendo ricchezza a terzi?
- Ogni tanto vedo i vostri messaggi passare sul PC o sul portatile e assieme alla solita stima per la vostra ostinata attività provo un po’ di vergogna per la mia indifferenza per tutto quello che succede attorno a me. Mi accendo, eccome, solo quando preparo le valige e parto. Lo faccio sempre più spesso. Niente giornali, televisione e perfino la finanza che per decenni è’ stata una delle mie grandi passioni, ora mi lascia indifferente. Ho chiuso quasi tutte le mie posizioni e aspetto lungo il fiume che accada qualcosa che possa farmi ricredere. Come potrei coinvolgermi ancora dopo tutto quello che ci è capitato. In chi potrei ancora credere se nessuno ha mai dato credito all’infinita sequenza di denunce che avete fatto? Io ho lavorato onestamente per tutta la vita e i miei risparmi me li sono sudati, perché dovrei farmi ancora rapinare dai furbetti del quartierino?
I risparmiatori agiscono e reagiscono come le api. Lavorano per conseguire il benessere e la sicurezza, e poi accumulano parte di quanto guadagnato per garantirsi un futuro sereno nel momento in cui non potranno più lavorare. Le api accumulano riserve per i momenti in cui la natura non darà loro quanto necessario alla sopravvivenza. Gli apicoltori conoscono bene il ciclo di vita dei preziosi insetti e prelevano il miele in eccesso, spostando le arnie nei luoghi dove l’abbondanza di fiori permette loro di produrne una maggior quantità.
Se un apicoltore decide di generare reddito dallo sfruttamento intensivo del territorio e lo cosparge di pesticidi e prodotti chimici di varia natura, alle api restano solo due possibilità: restare e morire, oppure spostarsi in una zona dove possono ricostituire le condizioni che permettono la continuità della vita dello sciame. Sarà l’ape regina a prendere la decisione e le altre la seguiranno, perché si fidano di lei. Anche ai risparmiatori restano solo due possibilità quando un sistema finanziario non garantisce la tutela dei diritti: restare e lasciare i propri risparmi in balia dei predatori e degli sciacalli, sino al totale dissolvimento, oppure spostarlo in un luogo che considerano degno della loro fiducia. Possibile che nessuno ritenga che sia giunto il momento di proteggere il risparmio nazionale, perché solo una gestione accurata di quella fonte è in grado di favorire uno sviluppo economico sano, equilibrato e duraturo.