Dopo le recenti iniziative intraprese dall’Associazione Voce degli Azionisti, abbiamo ritenuto fosse il caso di riprendere la pubblicazione di alcune delle mail ricevute, integrandole con un commento, perché potrebbero proiettare una panoramica dei diversi stati d’animo che si stanno evolvendo dopo le vicende bancarie degli ultimi anni. La consapevolezza sui modelli di reazione che abbiamo percepito, aiuta noi a comprendere i bisogni delle persone e i risparmiatori a percepire le reazioni di altri che hanno vissuto la loro stessa traumatica esperienza finanziaria. La loro pubblicazione auspichiamo possa aiutare anche le istituzioni e la politica, a maturare conoscenza sull’impatto negativo che ne è derivato all’economia del paese e alla credibilità del suo sistema finanziario.
La mail di Giulia
Ringrazio e mi complimento con voi per quanto fate e condividete con noi soci. Purtroppo non riesco a capire molto di quanto ho letto, ma mi fido ciecamente della vostra competenza e sollecitudine.
Risposta – Gentile Giulia le siamo grati per la fiducia che ci ha confermato in più occasioni e per la schiettezza con cui è solita illustrare la sua percezione sull’Associazione. Abbiamo iniziato dalla sua mail, perché è certamente una delle più significative, perché rappresentativa di ciò che angustia un’ampia fascia di risparmiatori, e permette di individuare i veri bisogni delle persone, che nella vita coltivano interessi diversi dalla finanza, e che, proprio per questo, necessitano di consulenti affidabili, di una finanza trasparente e di controlli efficaci che evitino gli abusi cui abbiamo assistito negli ultimi anni. Quanto evidenziato sopra, è diventato un diritto irrinunciabile per tutti i cittadini, dal momento in cui è stato detto loro che devono costruirsi un’integrazione al reddito che sarà erogato dal sistema pensionistico nazionale, che non potrà garantire la copertura dei loro bisogni economici, quando sospenderemo l’attività lavorativa.
La mail di Claudio
Grazie per l’informativa così dettagliata, in conclusione però non vedo attualmente alcuna soluzione per piccoli azionisti CARIGE, ma spero ancora di sbagliarmi. Grazie e distinti saluti.
Risposta – Il suo scetticismo è più che giustificato gentile Claudio ed è condiviso da tantissimi investitori che preferiscono parcheggiare i soldi in conto corrente, anziché metterli a disposizione dello sviluppo economico. Molte delle persone che seguono la finanza, specialmente quelle che hanno maturato una preparazione finanziaria più evoluta, si chiedono come sia possibile che quanto accaduto agli azionisti di Banca Carige possa passare sotto silenzio. Si sentono deluse e abbandonate dalle istituzioni e la rassegnazione appare come il più razionale degli sbocchi. Io non ci riesco, se dopo essermi accorto di cosa stava accadendo, avessi girata la testa dall’altra parte, non avrei più avuto una vita serena. Reagire, è diventato un mio bisogno. Non faccio promesse, non ho certezze, ma sono profondamente convinto che se avessimo reagito tutti insieme, le cose sarebbero andate diversamente. Voglio almeno avere la soddisfazione di avere denunciato i fatti per favorire il cambiamento; di avere dato voce alle persone che ritenevano necessario opporsi e cercavano un’occasione per poterlo fare, unendosi ad altri. Grazie per la sua presenza che ci spinge ad impegnarci per ottenere un qualcosa che rimane ancora indefinito, che noi auspichiamo si materializzi in un riconoscimento che attesti come i nostri diritti siano stati violati e che indichi i veri responsabili.
La mail di Danilo
Ogni tanto vedo i suoi messaggi passare sul PC o sul portatile e assieme alla solita stima per la sua caparbia attività, provo un po’ di vergogna per la mia indifferenza per tutto quello che
succede attorno a me. Mi accendo, eccome, solo quando preparo le valige e parto. Lo faccio sempre più spesso. Niente giornali, televisione e perfino la finanza che per decenni è stata una delle mie grandi passioni ora mi lascia indifferente. Ho chiuso quasi tutte le mie posizioni e aspetto seduto sulla riva del fiume, che qualcosa d’importante accada.
Risposta – Gentile Danilo la ringraziamo per le sue calibrate incursioni nel mondo virtuale che ci ha permesso di sviluppare rapporti personali intensi, e senza il quale non ci saremmo mai conosciuti. In contrapposizione a quanto potrebbe apparire dalla sua mail, lei è uno dei più determinati sostenitori del nostro lavoro. Attendere sulla riva del fiume che passino i cadaveri, non è affatto sintomo di indifferenza, perché sottintende che si aspetti che accada qualcosa in cui si crede, o che si auspica. Nel caso in cui arrivasse la sentenza favorevole ai 42, oppure all’impugnazione del commissariamento, siamo certi che lei ne gioirebbe con entusiasmo, perché crede che l’affermazione dei diritti sia uno dei valori fondamentali di una società che si definisce civile. Dal canto nostro saremmo lieti nel sentirle dire che sta prendendo in considerazione nuovi investimenti, perché è intervenuto un cambiamento che le ha restituito quella fiducia nel sistema finanziario, che aveva perso per quanto accaduto nel recente passato.
La mail di Caterina
Le scrivo per complimentarmi e per esprimere il mio totale accordo circa la nuova iniziativa documentata in calce a questa mail. Mi auguro che tale iniziativa contribuisca a porre riparo alla vergognosa ed inaccettabile vicenda della Carige e al trattamento cui sono stati sottoposti gli azionisti dal 2019 in poi, nel silenzio generale della politica e dei media che sembrano, a differenza di altre vicende reclamizzatissime, non aver avuto sentore di nulla. Di ciò continuo a sdegnarmi incredula e quindi plaudo con fervore al vostro operato rivolto alla Commissione Parlamentare di inchiesta sulle banche e sul sistema finanziario. A disposizione per eventuali rivalse atte a fermare ulteriori degenerazioni e disposta ad aderire per rendere i costi ragionevoli ed accessibili.
Risposta – Abbiamo inserito con piacere la sua mail in questa rassegna, perché la riteniamo il più efficace esempio di reazione determinata ma composta, esposizione realistica e sintetica dei fatti, concreta volontà di rivalsa ma in un contesto che riduca l’impegno economico e incrementi l’efficacia di un ricorso alla giustizia, perché organizzato a tutela di più risparmiatori. Se i 26.000 azionisti Carige dell’ultima ora, fossero stati tutti concreti e determinati come lei, sono convinto che nessuno avrebbe mai osato abusare di loro.
La mail di Flavio.
Grazie per l’aggiornamento e concordo in pieno con l’iniziativa intrapresa. Mi auguro che la Commissione d’Inchiesta possa convocare qualcuno dell’Associazione, creando le condizioni per approfondire ogni vicenda in modo interattivo. Così dovrebbe comportarsi una seria Commissione nel realizzare il proprio mandato. Ma poiché il consumatore in Italia è sempre lasciato da solo e senza supporto alcuno dalle istituzioni, ho poche speranze.
Risposta – La scarsità delle sue speranze, in questa fase, gentile Flavio, è realistica. Siamo in pochi e la politica si muove per interessi elettorali, non per il rispetto dei diritti, come dovrebbe. Di denunce ne abbiamo fatte tante e le ultime dichiarazioni dall’Onorevole Carla Ruocco ci inducono a ritenere che qualcosa stia cambiando. Anche alcuni articoli delle ultime settimane, dimostrano che qualche testata si stia avvicinando alle nostre posizioni. Dobbiamo insistere e credere nel cambiamento, senza mai illudere le persone, ma indicando con determinazione il percorso che potrebbe riportare etica e rispetto dei diritti nella finanza.
La mail di Marco
Ho letto l’articolo con le mail agli associati e alla Commissione parlamentare, che spero sia altrettanto apprezzato anche da altri, come lo è stato da me. Suggerirei ai lettori di veicolato ad amici e conoscenti, in modo di pubblicizzare le finalità dell’Associazione. Siamo in pochi e per ottenere un ascolto delle istanze, che portiamo avanti con determinazione, dovremmo essere molto più numerosi. Il mondo è lastricato di buone intenzioni, ma se non si prova ad essere più incisivi, rischiamo di lavorare tantissimo senza concretizzare alcun risultato significativo.
Risposta – In linea generale lei ha certamente ragione, gentile Marco, ma se per forzare la mano andassimo sopra le righe, potremmo rischiare di perdere i consensi sin qui acquisiti da persone con cultura finanziaria sopra la media. Purtroppo noi ci muoviamo su un terreno minato, abbiamo molti nemici e se prestassimo il fianco ad attacchi, farebbero in modo di zittirci. Ottenuto il nostro silenzio, non ci sarebbe più nessuno a fare denunce. Siamo in pochi perché gli argomenti di cui parliamo sono complessi. La base dei risparmiatori, a volte, ha difficoltà a comprendere i contenuti delle denunce che facciamo. Dobbiamo essere pazienti e attendere fiduciosi che politica e stampa comprendano le nostre ragioni e decidano di sostenerle. E’ un processo lento, perché dobbiamo conquistare la fiducia di chi ha bisogno di noi. Lei però ha piena ragione nello stimolare il passaparola, perché è il mezzo più efficace per diffondere la conoscenza su ciò che stiamo facendo. Se arrivassero notizie positive dai contenziosi legali, potremmo trovare un nuovo slancio ed essere di aiuto anche a chi ha ancora qualche diffidenza sul nostro operato.
Mail di Sebastiano.
Sono entrato nel sito casualmente, perché apparso nella lista dopo avere digitato alcune parole chiave. Ho effettuato una lettura rapida di alcuni articoli. Anche se con toni moderati, ho avuto l’impressione che lei sia uno dei tanti che attaccano il sistema per aggregare consensi tra gli scontenti. E’ un percorso che tentano tutti quelli che vogliono trovare uno spazio di aggregazione che non otterrebbero mai se puntassero sulle persone che, invece, si riconoscono in un sistema democratico con regole definite e autorità che controllano una corretta applicazione delle norme di riferimento.
Ho cercato di capire, però mi manca qualche tassello e questo è il vero motivo per cui ho provato a scriverle. Perché lo sta facendo? Quale è il suo vero scopo? Che cosa ci guadagna?
Risposta – Solitamente rispondo a queste mail in forma esclusivamente privata, gentile Sebastiano. Non lo faccio mai pubblicamente, perché di solito contengono affermazioni per cui ritengo non valga la pena fare perdere il tempo necessario alla lettura, a chi ci legge. Lei ha posto domande e noi riteniamo valga sempre la pena di dare risposte.
- Sono una persona cresciuta in un periodo in cui una stretta di mano valeva più di un atto notarile e nessuno avrebbe mai fatto il furbo dopo avere suggellato un accordo con quel gesto simbolico. La parola data era sacra e nessuno si sarebbe mai considerato un furbo perché, dopo averla data, si sarebbe approfittato di chi si stava fidando di lui. Dopo avere visto cosa stava accadendo nella finanza, non avrei mai potuto accettare gli abusi e abbassare la testa senza tentare una reazione.
- Ho deciso di mettermi in gioco per stare bene con me stesso e provare a lasciare ai nostri figli un mondo degno di essere vissuto. Non mi sono mai illuso di avere la bacchetta magica e di generare il cambiamento in poche settimane, perché, per essere tale, si deve innestare un mutamento culturale e i tempi per consolidarlo, devono essere inevitabilmente lunghi. Il risultato finale è sempre determinato da una collaborazione tra persone che condividono le stesse idee, le diffondono e vogliono conseguire risultati permanenti, non ottenere il risarcimento individuale di un danno subito, che è certamente nelle nostre intenzioni, ma non come fine unico da conseguire.
- Per rispondere alla terza domanda, nel caso lei facesse riferimento a un guadagno di tipo economico, è indispensabile fare una premessa: certe attività non possono essere svolte con fine di lucro, semplicemente perché, prima o poi, si troverebbe qualcuno che è disposto ad offrire di più per indurre a fare qualcosa di diverso; quindi, non si farebbe più quella cosa. Certe iniziative si assumono per etica, perché si attribuisce al rispetto dei diritti un valore superiore a quello conferito da chi è disposto a violarli per convenienza, e perché si ritiene che la qualità della vita delle persone valga più di tutto il denaro del mondo. Io però sto guadagnando molto di più di quanto avessi mai immaginato: la considerazione e la stima di molte belle persone, il piacere di svolgere un ruolo di collettore e diffusore di idee che possano migliorare la società in cui viviamo, la possibilità di una crescita personale alimentata da persone che contribuiscono ad un progetto perché ci credono e hanno fiducia in me.
- Poiché ho risposto alle sue domande, mi sento di potere fare una puntualizzazione anche sulla premessa. Io non sono contro il sistema. Io sono per il rispetto dei diritti, soprattutto quelli garantiti dalla Costituzione. Se il sistema non li rispetta, io cerco di segnalare gli abusi nell’intento di ricondurlo all’interno dei limiti definiti dal legislatore. Ritengo che tutti i cittadini dovrebbero perseguire questo scopo, sia che si tratti di norme nazionali, sia europee.
Vorremmo lanciare un messaggio metaforico a tutti coloro che hanno avuto la pazienza di seguirci sino a questo punto, un messaggio di speranza che conferisca un senso a tutto ciò che stiamo facendo. La fotografia allegata a questo articolo, ce l’ha inviata Danilo, ci è piaciuta ed abbiamo deciso di pubblicarla come metafora insieme alla sua mail. Le bellissime rocce, un tempo erano sul fondo di quel mare che appare talmente calmo da trasmettere una piacevole sensazione di inerzia permanente. Eppure quelle rocce sono emerse ed ora ci appaiono come uno spettacolo meritevole di una foto ricordo. Ebbene, noi siamo convinti che l’intenso lavoro di denuncia che stiamo facendo, anche se poco appariscente se osservato in superfice, prima o poi creerà una scossa tellurica che permetterà a una granitica verità di emergere, per diventare visibile a tutti.