Genova, 26 febbraio 2020 – Banca Carige comunica che nel corso della riunione tenutasi in data odierna il Consiglio di Amministrazione ha valutato la sussistenza dei requisiti di onorabilità, professionalità ed indipendenza dei componenti del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale nominati dall’Assemblea ordinaria dei soci del 31 gennaio 2020, in conformità alle diposizioni normative e regolamentari vigenti.
Abbiamo riportato integralmente il primo capoverso del comunicato stampa rilasciato dal nuovo CDA di Banca CARIGE, poco meno di un mese dopo il suo insediamento. La versione integrale è facilmente rintracciabile, noi preferiamo non includerla perché, come vedrete dalle note che seguono, faremmo solo perdere tempo ai nostri lettori.
Il 22 aprile 2020 è stata emessa la Relazione sul governo Societario di Banca CARIGE, dove a pag. 26 si ribadisce la corretta esecuzione di tutte le verifiche per accertare l’idoneità e l’indipendenza di Consiglieri e collegio Sindacale e si conferma il giudizio espresso il 26 febbraio.
Il 26 giugno 2020 il dottor Barbarulo si dimette dalla carica di Vicepresidente della Banca e da quella di Presidente Comitato Rischi. Le dimissioni sono irrevocabili e presentate per motivi personali. La Banca, pur rammaricata per la decisione del Vicepresidente, ne prende atto e comunica:
- Il Presidente, l’Amministratore Delegato, tutti i Consiglieri e i Membri del Collegio Sindacale, unitamente al management e alla struttura della Banca, ringraziano il dottor Barbarulo per il grande impegno profuso in questi primi mesi di gestione post commissariale di Carige. L’abnegazione e l’elevata professionalità dimostrata nell’esercizio del ruolo sono stati cruciali nel periodo di transizione.
Un gruppo di piccoli azionisti, dopo avere letto i vari comunicati, esprimeva un dubbio sulle motivazioni che hanno indotto Angelo Barbarulo alle dimissioni e noi abbiamopubblicato quelle considerazioni. Per completare la conoscenza dei fatti, aggiungiamo che Barbarulo era anche nel CDA del Fondo Interbancario Tutela Depositi, il quale lo aveva inserito al secondo posto, nella lista dei candidati a consiglieri.
Il 10 luglio su LA STAMPA, appare un articolo firmato da Gianluca Paolucci, in cui si annuncia che, dopo avere visionato una serie di documenti della BCE, sarebbe emerso che la conclusione cui sarebbe giunta la vigilanza, nel corso della valutazione per approvare le nomine assegnate a Angelo Barbarulo, fosse che non sarebbe stato in possesso dei requisiti di onorabilità, indipendenza di giudizio e idoneità, per ricoprire le cariche che gli erano state conferite. A completamento della valutazione è stato aggiunto che, in considerazione delle dimissioni consegnate alcuni giorni prima, non si riteneva di dovere procedere oltre.
Le motivazioni del giudizio sono riconducibili a una sentenza di condanna in Corte d’appello del dicembre 2019, comunicata da Bankitalia alla BCE a marzo 2020, che conferma una sanzione di 45.000 €, per non avere garantito il rispetto degli standard normativi, quando ricopriva ruoli di rilevanza gestionale in MPS.
Nonostante la sequenza dei fatti addebitati faccia riferimento al periodo 2010/11 e la sanzione sia stata inflitta da Bankitalia nel 2013, il dottor Angelo Barbarulo ricopriva incarichi in SVI, FITD e ABI.
Evitiamo d’introdurre concetti di trasparenza e correttezza dell’informazione fornita al mercato, perché già trattati dal gruppo di piccoli azionisti citato sopra, anche se dobbiamo farci violenza per non reagire con una serie di francesismi, alle sperticate lodi riservate al dimissionario, da tutti quelli che ricoprono ruoli che dovrebbero garantire correttezza gestionale, rispetto degli azionisti, dei clienti e delle norme vigenti. Che fiducia potremmo avere in coloro che si sono rammaricati per le dimissioni di Angelo Barbarulo e nella banca che dovrebbero gestire? Soprattutto in considerazione del fatto che non hanno nemmeno sentito il dovere di scusarsi pubblicamente con clienti e azionisti.
Concentriamo l’attenzione su alcuni fatti che definiamo semplicemente inquietanti: Barbarulo sanzionato per il comportamento professionale tenuto mentre ricopriva ruoli di responsabilità in MPS, è stato insediato ai vertici di Banca CARIGE. Bastianini, sfiduciato dal CDA mentre stava predisponendo il piano di esproprio azionisti di Banca CARIGE, poi concluso dai commissari, è stato messo al timone di MPS.
Entrambi hanno incassato un riconoscimento. Ci sfuggono i meriti per cui loro siano stati preferiti ad altri. Forse il vero motivo è stato quello di avere trasferito il possesso delle due banche più antiche d’Italia a nuovi proprietari, rendendo concreta l’esclusione dei piccoli azionisti storici, favorendo così la concentrazione del sistema bancario nazionale. Ancora una volta ci sono domande che restano senza risposta.
- La tutela del risparmio, che dovrebbe essere garantita dall’articolo 47 della costituzione, dove è finita?
- Se si vuole favorire la concentrazione bancaria, perché non si acquistano le azioni possedute dagli azionisti storici, al giusto prezzo?
E’ possibile che il vento stia cambiando.
Nell’ultimo articolo avevamo citato le aperture d’indagini da parte de di EBA e Ombudsman europeo. Dario, uno dei contatti più preparati su bilanci e loro certificazione, ci segnala un articolo pubblicato da Il Sole 24 Ore il 19luglio 2020. Il titolo è: “Collasso Wirecard, la vigilanza UE apre un’inchiesta sui controllori tedeschi”. Stiamo parlando dell’ESMA (la CONSOB europea, per semplificare). A chiusura della segnalazione Dario aggiunge: “Io mi permetterei di suggerire sommessamente di estendere l’indagine a controllori di altre nazioni”.
Come non essere d’accordo con Dario e con Mariano, che ci aveva segnalato sia l’articolo de LA STAMPA sia il comunicato CARIGE da cui abbiamo estratto il primo capoverso? Il suo sfogo merita di essere citato, perché dice che in tutte le crisi finanziarie sono identificabili delle comunanze che potrebbero facilmente evitarle, se opportunamente portate a soluzione:
- I piccoli risparmiatori non sono adeguatamente tutelati;
- il collegio sindacale non si accorge di nulla;
- spesso ci sono carenze di controllo della vigilanza;
- frequentemente le società di revisione contabili sono particolarmente distratte,
- non di rado gli amministratori riescono ad evitare condanne, vanificando il potere dissuasivo della pena.
La tentazione di dare ragione a Mariano e di gettare la spugna sarebbe forte, se non avessimo la consapevolezza che il vero potere forte sono i risparmiatori. Siamo certi che le cose possano cambiare, se si convincono che tutto dipende da loro. Dalla capacità di affermare le proprie ragioni come categoria, acquisendo la convinzione che nessuno potrà assumere posizioni di potere, senza il loro consenso.
Se i risparmiatori capiranno che soli non si va da nessuna parte, ma insieme è possibile generare il cambiamento, potranno dare nuovamente il giusto valore che una finanza etica e rispettosa dei diritti deve rappresentare in una società civile, perché e condizione indispensabile per garantire la qualità della vita alle generazioni di oggi e a quelle di domani.
In pochi mesi tre diverse autorità europee hanno preso provvedimenti per porre rimedio a prevaricazioni e abusi che denunciamo da anni. Dobbiamo crederci, organizzarci e darci la possibilità di agire con coesione contro le prevaricazioni e la violazione dei diritti. La legge è dalla nostra parte, dobbiamo crederlo e prestare più attenzione alla tutela del nostri risparmi. Nella cabina elettorale possiamo compiere il primo passo, escludendo da una possibile elezione chi non abbia fatto nulla per la tutela del risparmio. Se non impariamo a difenderci, continueremo a essere noi a perdere i risparmi.