Da un gruppo di piccoli azionisti
Leggiamo oggi quanto riportato dal Messaggero e la nostra preoccupazione cresce sempre più.
Appare ormai evidente il disegno che stanno delineando alle nostre spalle, ignorandoci completamente con un’unica volontà: spazzarci via.
Dall’articolo si evincono tre attori protagonisti: il fondo Black Rock o meglio tramite altri fondi…., lo schema volontario e i commissari della Banca che vedono accelerare il loro piano industriale. Forse più che accelerare vorremmo dire peggiorare. Era già un piano lacrime e sangue con 1250 esuberi e invece si legge circa un migliaio in più, chiusura del 50% delle filiali e focalizzazione del business sul wealth management.
E poi vengono a parlarci di banca del territorio con il sostegno a famiglie e imprese?
Come è consuetudine nell’operatività dei fondi scrivono di esuberi in modo asettico, ma si tratta di persone, risorse che hanno contribuito a creare valore alla Banca, valore bruciato da altri.
Ci sentiamo traditi nella fiducia riposta nei manager che con la loro malagestione hanno bruciato oltre 3 mld di ricapitalizzazione di noi piccoli azionisti.
Chiediamo di cercare e di trovare altre soluzioni, vi chiediamo di intervenire tempestivamente e con responsabilità nei confronti di chi ha sempre sostenuto la Banca Carige.
Il nostro commento.
Voce degli azionisti si unisce al grido d’allarme sollevato da un gruppo di azionisti, è verissimo, ci hanno raccontato frottole per farci mettere soldi nella banca, ci hanno chiesto di metterne altri e non appena abbiamo domandato di dirci cosa ne avrebbero fatto, ci hanno esclusi da ogni decisione. Nella ridda d’ipotesi che continuano a circolare sulla stampa, non riusciamo più a distinguere cosa sia vero da cosa sia diffuso per soddisfare il sadico piacere di tormentarci, punirci e intimidirci. In questo contesto ci stupisce il silenzio della politica, il silenzio della stampa, eppure noi abbiamo denunciato che sono stati calpestati i nostri diritti costituzionali, abbiamo provato a scrivere ai quotidiani, ma nessuno ci ascolta.
Il valore dei risparmi investiti dagli azionisti CARIGE, si è quasi azzerato. Gli uomini di paglia che con dichiarazioni suadenti li hanno convinti ad aumentare la loro esposizione sulla banca, si sono ricollocati o sono stati messi in condizione di decidere il destino della banca senza dovere rendere conto a nessuno, relegando sullo sfondo il fastidioso vociare degli azionisti.
Per il caso Tercas, la politica si è mossa, ha ottenuto una sentenza favorevole. Per CARIGE la politica è assente, eppure qui i diritti calpestati sono quelli garantiti dall’articolo 47 della nostra costituzione. Si è accantonato un tesoretto che ora sarà trasferito a fondi di un fondo americano, di cui nulla si sa, o al fondo Interbancario di tutela dei depositi. Beffa delle beffe, il capitale sterilizzato per gli azionisti CARIGE, potrebbe andare al Fondo interbancario di tutela dei depositi. Forse siamo noi che siamo impazziti, nemmeno la fantasia di uno scrittore di gialli avrebbe potuto immaginare un intrigo così elaborato, in una società civile non potrebbe mai accadere una simile concomitanza di eventi.