Il consiglio direttivo dell’Associazione Voce degli azionisti, ha ritenuto di dovere assumere una nuova iniziativa di denuncia, perché i fatti che si susseguono nell’evoluzione del caso Carige, rendono sempre più evidente la gravità di ciò che hanno dovuto subire i suoi azionisti. Diamo molto volentieri visibilità a una denuncia che auspichiamo ottenga una reazione che non abbiamo avuto occasione di percepire in tutte quelle che l’hanno preceduta. Di seguito potrete trovare la presentazione dell’iniziativa che è stata inviata agli associati e la mail con cui si sono voluti segnalare nuovi aspetti sul caso Carige, non ancora evidenziati nelle precedenti occasioni, alla Commissione Parlamentare d’inchiesta sulle banche e sul sistema finanziario. L’insieme delle due mail e, per chi non lo avesse ancora fatto, la lettura dei tre articoli citati, dovrebbero trasmettere le informazioni necessarie a comprendere scopo e argomentazioni che supportano le conclusioni.
Oggetto della mail inviata dal Consiglio direttivo agli iscritti dell’Associazione voce degli azionisti e testo: nuova iniziativa dell’Associazione
Gentili consoci buon giorno.
Come avrete certamente notato, le notizie sulle banche sono sempre in primo piano nel panorama politico ed economico nazionale. Il direttivo ha ritenuto opportuno assumere una nuova iniziativa, per attirare l’attenzione della politica sulle differenze che hanno caratterizzato le esperienze degli azionisti della Banca Carige, rispetto ad altri casi di risparmiatori che avevano investito in istituti di credito italiani.
Alla fine di questo scritto, troverete la mail che abbiamo inviato alla Commissione Parlamentare d’inchiesta sulle banche e il sistema finanziario. Gli articoli citati sono facilmente rintracciabili sul sito. Se fate una valutazione complessiva di quanto contenuto negli articoli e nella mail inviata alla Commissione, potrete accorgervi che la responsabilità della politica emerge con chiarezza e si assomma alla presupponenza con cui alcuni manager che si sono succeduti ai vertici della banca, hanno ritenuto di potere agire in piena autonomia, senza che vi fossero norme che imponessero il rispetto dei diritti previsti dall’articolo 47 della nostra Costituzione: “La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l’esercizio del credito. Favorisce l’accesso del risparmio popolare alla proprietà dell’abitazione, alla proprietà diretta coltivatrice e al diretto e indiretto investimento azionario nei grandi complessi produttivi del Paese”.
Tutte le iniziative che abbiamo assunto sin dal 2019, anche se non hanno ottenuto risultati diretti, sono documenti che si possono produrre in giudizio e, soprattutto, inchiodano i politici alle loro responsabilità. Se la finanza si sente libera di violare i diritti dei risparmiatori, la politica che non ha introdotto norme che avrebbero potuto impedirlo, non può fare come Ponzio Pilato. Queste considerazioni valgono a livello nazionale ed europeo.
Noi continuiamo a denunciare, nella speranza che si fermi la degenerazione cui abbiamo assistito in questi anni, ma se tutto si rivelasse inutile, avremo sempre a disposizione documenti che possano agevolare le azioni di rivalsa che potremmo avviare, se e quando ci saranno le condizioni per poterlo fare con ridotti rischi di soccombenza, ammesso che il numero delle persone che vorranno aderire ci consentirà di farlo ad un costo ragionevole e accessibile da molti azionisti.
Nell’auspicio che questa nuova iniziativa abbia riscosso il vostro apprezzamento, porgiamo i nostri saluti più cordiali.
Associazione Voce degli Azionisti
Il Consiglio direttivo
Oggetto della mail inviata alla Commissione Parlamentare d’inchiesta sulle banche e sul sistema finanziario e testo: Banca Carige.
Alla c/a segreteria Spett. Commissione parlamentare d’inchiesta sulle banche e sistema finanziario, Dottor Pierluigi Truccinardi, buon giorno.
Dal 20 gennaio 2021, ultima volta che ci siamo permessi di inviarvi una segnalazione, nulla è cambiato e nessuno ha preso in considerazione la sequenza di denunce su quanto accaduto agli azionisti di Banca Carige, che sono state integralmente riportate nel libro “PREDATORI DELLA BANCA PERDUTA” pubblicato lo scorso maggio, che saremmo lieti d’inviare, come copia gratuita, all’indirizzo che, eventualmente, ci vorrete indicare.
In allegato vi trasmettiamo alcuni tra gli ultimi articoli pubblicati sul sito www.vocedegliazionisti.it, che hanno approfondito aspetti non ancora trattati e che riteniamo sia utile portare a vostra conoscenza affinché possiate valutare l’opportunità di interventi politici che possano ripristinare un clima di affidabilità sul mercato azionario nazionale, nel rispetto dei diritti dei risparmiatori. Che riteniamo siano condizioni indispensabili per favorire il flusso del risparmio a supporto dello sviluppo economico.
- “La discrezionalità”. In questo articolo, estraendoli da notizie diffuse dai media, si riportano fatti che documentano come il rigore delle decisioni delle funzioni di vigilanza e controllo sia stato applicato in modo totalmente differente a due istituti di credito italiani, generando una gravissima penalizzazione agli azionisti della banca cui è stato imposto il maggior rigore.
- “La strategia delle tre scimmiette”. Scritto con deferente rispetto per un Presidente che si era dimesso da Banca Carige e che, purtroppo, ci ha lasciati. Lo scopo dell’articolo era di documentare, sempre facendo riferimento a fonti d’informazione, come le sue dimissioni fossero state presentate a causa dal mancato coinvolgimento, da parte della vigilanza, in decisioni che al suo successore sarebbero state note poche settimane dopo l’insediamento, come risulta da intercettazioni diffuse dalla Procura di Genova. Nonostante abbia espresso pubblicamente le ragioni che gli avevano fatto assumere quell’iniziativa, politica e media hanno ritenuto di non dovere dare la giusta considerazione all’unico modo che aveva a disposizione per attirare l’attenzione pubblica su un problema. Non aggiungiamo altro, lasciando che sia la vostra sensibilità a cogliere la cruda verità che emerge dalla lettura.
- “Carige: ritorno alla quotazione”. Anche in questa occasione emerge l’enfasi posta su tutto e su tutti, con la consueta esclusione degli azionisti che avevano assicurato la sopravvivenza dell’istituto di credito ligure, con l’adesione a tre ricapitalizzazioni. Alla fine dell’articolo si propone una possibile soluzione, che sarebbe a costo zero per lo Stato, che ripristinerebbe i diritti degli azionisti e che potrebbe contribuire a rilanciare una percezione di affidabilità per il sistema finanziario nazionale.
L’auspicio è che la politica prenda coscienza e si attivi per proporre soluzioni in grado di ripristinare una positiva interazione tra risparmiatori e finanza, i cui rapporti sono stati gravemente compromessi da avvenimenti in rapida successione, senza che nessuno sia mai intervenuto e senza che siano mai state ascoltate le voci di chi, in modo propositivo, presentava soluzioni efficaci e poco costose.
Ci stupisce il fatto che lo Stato sia pronto a spendere per favorire (conversione Imposte Differite Attive in crediti d’imposta) l’ingresso di altro istituto di credito in Carige, ma non riesca a vedere l’opportunità d‘investire gli stessi soldi a favore di chi aveva accumulato quei crediti e poi è stato espropriato. La prima soluzione, solo in apparenza, potrebbe risolvere il problema Carige, perché non la farebbe tornare a generare margini, a causa della sfiducia che serpeggia tra i suoi potenziali clienti e correntisti. La seconda, se ben attuata, potrebbe riportare in breve l’istituto di credito ligure alla redditività, grazie al recupero d’immagine della banca, della finanza e della politica. Carige potrebbe diventare appetibile per molti interlocutori, anche perché il ripristino dei diritti degli azionisti ridurrebbe i rischi connessi alla soccombenza in giudizio (maggiori dettagli nell’articolo).
Una banca e la finanza, non possono essere gestite come se fossero una fonderia (ricavi – costi = utili). La componente emotiva non può essere trascurata, perché l’immagine e l’affidabilità sono il vero patrimonio di un istituto di credito. Sono anni che chi si avvicenda ai vertici vuole applicare la ricetta della fonderia e poi i regolatori continuano a chiedere di generare perdite vendendo crediti deteriorati. Gli azionisti sono sempre stati costretti a chiedersi come mai c’erano scostamenti negativi tra piano industriale e risultati, iniettando nuova liquidità quando richiesta. Nel momento in cui hanno osato chiedere un piano industriale credibile e sostenibile, la banca è stata commissariata e i commissari hanno approvato una business combination che, dopo avere espropriato i vecchi azionisti, non è andata a buon fine, lasciando Banca Carige in balia di una soluzione ancora oggi indefinita. Tutto questo è accaduto perché si era pretesa, non ottenendola, l’approvazione di un aumento di capitale, senza averlo corredato con un piano industriale credibile e sostenibile.
Grati per la cortese attenzione. Porgiamo i più distinti saluti.
Associazione Voce degli Azionisti
Il Presidente Franco Corti