Nella conferenza stampa in cui aveva preso la parola Christine Lagarde, nel pomeriggio di giovedì 12 marzo 2020, la Presidente della BCE voleva lanciare il chiaro messaggio che non sono più i tempi di Mario Draghi e con una semplice frase ha fatto tornare indietro di anni la ricchezza accumulata dai risparmiatori europei.
Che cosa ha detto: “Non è compito della Bce ridurre gli spread”.
Tutti i risparmiatori europei sono stati fortemente penalizzati ma, la performance peggiore tocca agli italiani. Piazza Affari ha perso oltre il 17%, massimo calo giornaliero di sempre, lo spread è schizzato a 260 punti base e il valore dei titoli di stato è sceso rapidissimamente, a causa delle vendite provocate da quella dichiarazione. La reazione violenta dei mercati, prima e un intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, poi, hanno obbligato la BCE e la stessa Christine Lagarde a correre ai ripari. Si è cercato di metterci una pezza, per mitigare l’effetto di quella dichiarazione, il cui significato era chiarissimo a chi ha l’abitudine di spostare il denaro sulla base dei comportamenti futuri delle banche centrali, che sono deducibili dalle dichiarazioni pubbliche rilasciate nelle conferenze stampa che seguono le riunioni in cui si definiscono le strategie.
Venerdì 13 marzo il mercato ha tentato il rimbalzo, è salito rapidamente, sembrava potesse recuperare le perdite del giorno precedente, poi ha ridotto i guadagni e l’indice dei titoli principali ha chiuso con un rialzo di poco superiore al 7%. Il lunedì la borsa italiana ha aperto in perdita consistente e poi ha continuato a scendere, sfondando al ribasso il livello cui aveva chiuso la sera di giovedì 12 marzo, in pochissimo tempo. In apparenza sembra un comportamento irrazionale, ma noi proviamo a spiegarlo e a metterlo in relazione con altri fatti, per dimostrare cosa stia impedendo all’Europa di esprimere tutto il suo enorme potenziale.
Non stiamo cercando di sminuire l’impatto negativo sull’economia generato dal Covid 19, questo rimane un problema enorme e le notizie sulla sua diffusione o contrazione potrebbero continuare a generare volatilità sui mercati per mesi. Fatto fermo questo punto, desideriamo fissarne un secondo: la frase pronunciata da Christine Lagarde è incontestabile, perché è verissimo che il contenimento degli spread non sia una competenza della BCE. Allora che cosa è stato a creare il maggior tracollo di Piazza Affari della storia? Quella frase è suonata alle orecchie degli investitori come un’ufficializzazione che con Christine Lagarde la politica monetaria della BCE si era allineata alle attese dei paesi dell’Europa settentrionale, Germania in testa. A sancire questa verità non è stato il contenuto ma il modo e il luogo in cui è stata fatta quella dichiarazione, che è stata interpretata come una conferma che la BCE non abbia alcuna intenzione di aiutare i paesi in difficoltà a causa dell’eccesso di debito ed è apparsa come una minaccia implicita: “ L’amara medicina imposta alla Grecia, potrebbe essere la soluzione”.
Al momento sospendiamo l’approfondimento sulla dichiarazione della presidente BCE, per segnalare un altro fatto che, pur non avendo impatti sulla finanza, li ha sull’economia perché è strumentale all’ottenimento di vantaggi economici per qualcuno, mediante la denigrazione di un simbolo che rappresenta un paese, con cui si è in competizione sui mercati globali, mascherando da satira ciò ch in realtà è sarcasmo di cattivissimo gusto. Stiamo parlando della Corona pizza, il filmato trasmesso da Canal+ che, anche se tolto dalle repliche, non è difficile trovare su internet. Naturalmente alle numerose critiche mosse da più parti alla rete televisiva che ha trasmesso il filmato, sono seguite le scuse. Il cervello umano non è una chiavetta USB in cui si possa inserire o togliere ciò che si vuole e il danno d’immagine per l’Italia resta, perché lo sputacchio su una pizza in un filmato in cui i colori della nostra bandiera sono dominanti, si è fissato nell’inconscio delle persone più vulnerabili. Il filmato ha suscitato la legittima indignazione di molti, per noi non meriterebbe nemmeno di essere citato, perché chi si abbassa a questi livelli di manipolazione sull’immagine di una nazione, non dovrebbe meritare nemmeno il nostro sdegno. Se vi chiedete il perché lo abbiamo segnalato in quest’articolo, vi chiediamo di seguirci fino in fondo perché, se tre indizi equivalgono a una prova, questo è il secondo e ora passiamo al terzo.
Sul terzo indizio abbiamo scritto centinai di pagine, abbiamo fatto cinque esposti, abbiamo inviato lettere aperte alle istituzioni, fatto intervento nelle assemblee e avviato un’azione di rivalsa collettiva e ora stiamo cercando di organizzarne una seconda alla Corte di Giustizia Europea, ma lo faremo solo se gli azionisti che decideranno di aderire saranno un numero sufficiente ad abbassare il costo individuale a un livello inferiore a quello sostenuto nell’azione di rivalsa avviata a Genova. Stiamo parlando dell’intervento Vigilanza BCE in Banca CARIGE. Non vogliamo e non potremmo citare tutto quanto abbiamo scritto in un anno sull’argomento, dovremmo scrivere un libro non un articolo. Non possiamo non fare accenni a ciò che ci dovrebbe portare alle conclusioni cui vorremmo giungere, per cui siamo costretti a fare un breve riassunto.
Nel giugno 2014 è stato eseguito un mento di capitale da 800 milioni, richiesto da Banca d’Italia per i problemi creati da Berneschi a Banca CARIGE. Poi il passaggio sotto il controllo diretto di BCE che ha alzato i parametri sulla base dei quali era stato definito l’aumento quattro mesi prima e ha richiesto una seconda ricapitalizzazione. Il meccanismo si ripete e gli azionisti aderiscono nuovamente, poi se ne chiede un quarto e, in questo caso, gli azionisti chiedono un piano industriale che sia sostenibile anche alla luce dei nuovi parametri che la vigilanza BCE avrebbe stabilito per il 2019. La banca è commissariata, poi espropriata e regalata a qualcuno che ancora non si sa chi sarà. Tutti i dettagli, le incongruenze, le mancate risposte e le contraddizioni a raffica, possono essere trovate nel nostro archivio articoli.
Christine Lagarde è francese esattamente come Daniele Nouy. Canal+ è una delle più seguite reti televisive private di Francia. Tutti e tre mediante il medesimo meccanismo psicologico hanno arrecato danno all’Italia e agli italiani e in alcuni casi anche ad altri cittadini europei che hanno creato vantaggi al proprio paese.
La dichiarazione di Christine Lagarde è stata definita una gaffe e dopo gli immediati interventi di più figure politiche europee di rilievo, si è cercato di riparare i danni peraltro senza riuscirci. Canal+ ha voluto documentare la propria buona fede togliendo il filmato dalle repliche e porgendo le proprie scuse ma, come spiegato, il disgusto per tutti i simboli italiani scaltramente rappresentati in quel filmato, non potrà assolutamente essere cancellato dal cervello di chi, vedendolo, si è lasciato influenzare, anche perché continuerà a circolare sulla rete per anni.
Danièle Nouy, presidente del consiglio di vigilanza BCE, lo abbiamo ampiamente trattato nell’articolo “L’indicatore della paura”, ha creato lo stesso effetto psicologico di Christine Lagarde, ed ha contribuito ad accelerare il crollo del titolo CARIGE. Gli azionisti hanno interpretato la sequenza di cambiamenti dei parametri imposti a Banca CARIGE, come se la vigilanza volesse perseguitare una società italiana in competizione con la Francia sul turismo e i porti. Se avesse chiesto un aumento di due miliardi e cinquecento milioni subito, gli azionisti avrebbero capito e deciso che cosa fare in rapporto alle proprie possibilità economiche. Il chiedere a ripetizione di versare nuovo capitale pochi mesi dopo il versamento del precedente, è stato percepito come una trappola da cui si sarebbe stati costretti a uscire quando i risparmi si sarebbero esauriti. Anche in questo caso l’impoverimento degli abitanti ha reso l’economia ligure meno competitiva rispetto a quella francese con cui compete da sempre. Ai più determinati, pronti a ricapitalizzare la banca per la quarta volta, è stato negato il diritto d’opzione e così si e concretizzato il colpo finale che ha vanificato i sacrifici dei residenti nel territorio con il più alto tasso di risparmio nazionale.
Noi non possiamo sapere se i fatti che ci hanno penalizzato siano avvenuti per inadeguatezza all’incarico o per malafede di chi li ha messi in atto. Ai nostri fini non è importante e non sta a noi definirlo. Quello di cui siamo certi è che in tutti i casi nessuno sia intervenuto per porvi un rimedio radicale, se si suppone la malafede doveva intervenire la magistratura, se si opta per l’inadeguatezza al ruolo, devono esistere autorità e norme che impongano il risarcimento dei danni e la rimozione di chi si sia dimostrato incompetente.
L’Europa potrà riprendere a crescere come i competitor, nell’economia globalizzata, solo se capisce che la crescita vera è quella che non affossa l’economia di un paese confinante e che il crollo di un ponte e una pandemia, non possono essere l’occasione per attaccare una regione o uno stato che sono indeboliti da difficoltà imprevedibili. Simili furbizie impoveriscono tutta la UE. Eppure in tutti e tre gli indizi si riscontra la concomitanza di decisioni riconducibili alla Francia e la concomitanza di eventi sfavorevoli all’Italia.
Decidete voi se questi tre indizi possono costituire una prova e chiedetevi il perché nessuno sia intervenuto.
Noi riteniamo che si debba reagire per provare a ottenere il risarcimento dei danni che abbiamo subito e nello stesso tempo favorire l’introduzione di regole o funzioni che impediscano il ripetersi di quanto accaduto a noi.