Pubblichiamo la lettera dei piccoli azionisti che ci siamo prestati a diffondere coinvolgendo l’agenzia ANSA e che nei prossimi giorni proveremo ad inviare anche ad altri organi d’informazione. Precisiamo che è molto importante dare sostegno a questa iniziativa e per farlo è sufficiente mandare una mail a info@vocedegliazionisti.it scrivendo che si aderisce alla lettera dei piccoli azionisti, riportando nome e cognome delle persone che aderiscono e il numero di azioni possedute da ciascuno di loro. Le mail saranno archiviate e custodite dal sito a disposizione di chiunque abbia l’autorità per prenderne visione.
I PICCOLI AZIONISTI CARIGE NON SONO TUTTI D’ACCORDO
Siamo un gruppo di piccoli azionisti di Banca Carige da molti anni. E’ la Banca che ci ha sostenuto nei nostri progetti di crescita e alla quale abbiamo affidato i nostri risparmi. Alcuni di noi sono iscritti all’associazione piccoli azionisti altri hanno preferito non farlo.
Dobbiamo dire che seguiamo attentamente le notizie su Carige e, da tempo, siamo molto perplessi, abbiamo provato più volte ad affidare le nostre parole ai quotidiani locali scrivendo lettere che si dissociavano da quanto si legge prevalentemente sui giornali, ma abbiamo sempre trovato la porta chiusa. Solo in una occasione Repubblica Genova ci ha “accontentato”; abbiamo trovato invece spazio all’interno del sito ” vocedegliazionisti.it” e ” Telenord.it” che ringraziamo per averci dato la forza di non mollare. Ora, non sentendoci tutelati dalle decisioni prese da altri, abbiamo deciso di affidare all’agenzia di stampa ANSA queste righe che auspichiamo siano pubblicate da testate che danno spazio a tutte le opinioni.
CHIAREZZA
Vorremmo, nel nostro piccolo, fare chiarezza. In questo momento così travagliato per Carige, leggiamo sulla stampa di: “azioni in regalo per i piccoli” – “Carige, premio da 10 milioni per compensare i piccoli azionisti” – “Carige, il piano di salvataggio promosso anche da Moody’s” – “Carige, ok della Bce al piano di salvataggio” – “L’ultima parola agli azionisti”. Sembrerebbe finalmente scritta la parola fine a questa agonia. Ma a dire il vero, la realtà a noi sembra molto diversa, proviamo a separare i fatti e i numeri dall’enfasi comunicativa.
Partiamo dal comunicato della Banca del 9 agosto scorso e dal sito web di Carige che riporta nella comunicazione variazione del capitale sociale “il capitale sociale di Banca Carige S.p.A. risulta pertanto pari a Euro 1.845.163.696,00 diviso in n. 55.265.881.015 azioni prive dell’indicazione del valore nominale, di cui n. 55.265.855.473 azioni ordinarie e n. 25.542 azioni di risparmio convertibili”. Ricordiamo che i piccoli azionisti detengono circa il 40% del capitale sociale e i 10 milioni “promessi”, a fronte è bene ricordarlo di circa 2 miliardi di euro, calcolando per difetto, “tirati fuori dalle proprie tasche” in questi ultimi anni di continui aumenti di capitale, si concretizzerebbero, se tutto va bene, in qualcosa che in proporzione assomiglia ad una tazzina di caffè. E, si badi bene, solo a patto di accettare che tutti i soldi investiti nei precedenti aumenti siano “evaporati”, senza nessuna spiegazione. Verrebbe già così proprio da dire NO GRAZIE, altro che “regalo ai piccoli azionisti”. Ma c’è di più.
I PRIVILEGIATI E IL PARCO BUOI
Anche l’assegnazione gratuita dei Warrant sembrerebbe invitante, peccato che – nessuno abbia avuto il coraggio di dirlo e allora lo diciamo noi – che l’operazione così come sembrerebbe ad ora “congegnata” fa sì che se l’ipotetico piccolo azionista di Banca Carige se investe ancora potrà portare a casa, forse, un guadagno o un apprezzamento del proprio investimento ma in una proporzione minore comunque rispetto ai nuovi “salvatori”, prendiamo il caso, ad esempio, della CCB guidata dal “Rag. Fracalossi”. Alla faccia del riguardo ai piccoli azionisti. Sembrerebbe dai giornali che a tutti gli attuali azionisti sia destinata una “tranche” di soli 85 milioni su un aumento di 700, mentre ai nuovi entranti è riservata una quota nell’intorno del 90% circa, cifra da OPA totalitaria a prezzi iperscontati, ESPROPRIANDO di fatto chi ha sempre sostenuto con sacrificio la Banca in tutti questi anni. Perché ai vecchi azionisti non è stata data la possibilità di mantenere le proprie quote di possesso? Al nostro diritto di opzione è stato tolto il 90% e – bontà loro – fanno finta di darci un premio.
I CREDITI DETERIORATI
Anche sulla gestione dei crediti deteriorati non mancano gli interrogativi. Si parla dell’ennesimo smaltimento di oltre 2 miliardi di crediti deteriorati per raggiungere nel corrente anno un NPE ratio lordo del 6,3% da best practice: evviva saremo i primi della classe!!! Cosa è esattamente questo NPE ratio? E’ il rapporto tra il totale dei crediti deteriorati e l’intero stock dei crediti della Banca. Più questo valore è basso, maggiore è la pulizia del bilancio. Per fare un raffronto la Banca Popolare di Sondrio nell’ambito di una recente cessione, ha confermato l’obiettivo di abbattere il livello di NPL ratio lordo intorno all’8% entro il 2022 come scrive il Secolo XIX del 9/8/19. Ma ragionando per buon senso, non è ragionevole attestarsi su percentuali meno ambiziose visto che il dato di Carige a fine 2018 è del 22%? Nel comunicato di Banca Carige si legge inoltre che il dato della cessione dei crediti deteriorati lievita a 3,1 miliardi di euro. Noi chiediamo una attenta verifica sulla qualità di quei crediti e poi, siamo sicuri che nella scelta di assegnare i crediti deteriorati a SGA, si è tenuto conto della tipologia di contratti già in essere con penali, lacci e lacciuoli? E chiediamo di verificare che si siano ottenute buone condizioni. E, comunque, l’operazione sugli NPE, per come è stata pensata e presentata, scarica tutti i “costi” sul vecchio azionariato, come abbiamo visto destinato ad uscire di scena perché impossibilitato a seguire nell’investimento. In sintesi: regalare la banca con il miglior indicatore a chi entra e fare pagare il costo della pulizia dei conti a chi ha aderito a tre ricapitalizzazioni.
I CONTI NOI LI SAPPIAMO FARE!
Sempre nel comunicato di Carige si legge che alla CCB è concessa un’opzione di acquisto di tutte le azioni detenute da SVI e FITD esercitabile tra il 1/7/2020 e il 31/12/2021. Ma, la domanda sorge spontanea, se per qualsiasi problema l’opzione non venisse esercitata? E’ stata affrontata questa ipotesi? Inoltre manca qualsiasi indicazione sui manager che guideranno Banca Carige. Ricordiamo, ci sembra il caso, perché i numeri sono difficilmente smentibili, che questi stessi vertici, prima di diventare “commissari”, nel brevissimo periodo di borsa aperta del loro mandato – 68 giorni in tutto – si sono aggiudicati un interessante primato, detengono il primo posto nelle perdite accumulate sul valore dell’azione tra le varie gestioni degli ultimi anni (cfr. sito ” vocedegliazionisti.it” articolo Carige 5 – scopriamo chi ha vinto la gara di discesa). Così come è strutturata l’operazione E’ INVOTABILE. Ci chiediamo come un qualsiasi azionista, piccolo, medio o grande che sia, potrebbe approvare un simile piano. Soprattutto se si analizza il valore assegnato alle azioni in circolazione, che è inferiore all’ultimo prezzo di mercato e solo una piccolissima frazione della somma tra patrimonio netto e intangibile. Non si capisce con quale logica si possa chiedere l’approvazione del piano ad azionisti che hanno partecipato a tre ricapitalizzazioni e sono stati esclusi dalla quarta. Evidenziamo che dopo un’eventuale approvazione, sarebbe assurdo tentare una qualsiasi rivalsa, perché con l’approvazione si libererebbero gli ideatori di quello che viene presentato come un’opportunità per gli azionisti, da ogni responsabilità.
Chiediamo agli azionisti di Banca CARIGE di riflettere insieme a noi, con serietà e trasparenza e di affidare le Loro opinioni al sito ” vocedegliazionisti.it”, che ha dato la propria disponibilità ad affiancarci in questa iniziativa, perché, in questo momento, non ci sentiamo più rappresentati da chi doveva essere dalla nostra parte. Ci verrebbe da dire più fatti, più rispetto dei diritti e meno parole.
Un gruppo di piccoli azionisti
Scritto da Mariano
Come portavoce di un gruppo autonomo di piccoli azionisti di Banca Carige pongo una semplice domanda:
“Essendoci preclusi diritti partecipativi, decisionali e propositivi, non sarebbe stato più dignitoso portare direttamente i libri contabili in tribunale ?
Nostra risposta.
Probabilmente non era possibile farlo, perché la banca non è insolvente.
Scritto da Mariano
Considerazione personale per suggerimento messa in mora di Banca Carige proposto da Emanuele.
La proposta fatta per tutelare gli investitori in caso di messa in liquidazione è fondamentalmente ottima… Punto debole e nodale… “quantificare” economicamente e “motivare” legalmente richiesta su cui avallare risarcimento… non può essere generica.
Prendendo spunto da questa considerazione e, principalmente, da quanto scritto ed evidenziato dagli stessi amministratori, nella relazione sullo stato patrimoniale ed economico del gruppo relativamente al bilancio 2018, vi sono gli estremi formali del “dolo” non avendo fornito esaustive informazioni al mercato ed agli azionisti, pur avendole, nella forma e incidenza economica, per tempo (vedi ispezione BCE ed impatti economici.
Nostro commento
Meglio non addentrarsi in argomenti troppo tecnici. Potremmo confondere i nostri lettori e noi stessi. Se tra i nostri contatti ci fosse qualche legale specializzato in diritto societario potrebbe aiutarci a capire e a decidere. Se lo facessimo noi, potremmo sbagliare e fuorviare i nostri lettori. Naturalmente, se su questa proposta, come su qualsiasi altra, si concentrasse la condivisione dei nostri contatti, potremmo consultare un legale e prendere una decisione.
Scritto da EmanueleAttenzione! La messa in mora di banca Carige va fatta prima dell‘assemblea che potrebbe determinare il fallimento rendendola non solvibile! Cosi che poi la banca che acquista Carige deve farsi carico delle richieste!
Dovremmo analizzare quali sono i punti che determinano la falsa informativa al mercato. Mai profict warning ma solo rassicurazioni dall’ ultimo consiglio… Modiano e Innocenzi, non perdevano occasione di rilasciare interviste di assoluta rassicurazione!
Addirittura nominando una società privata che aveva analizzato tutti gli npl e utp non solo quello analizzati da bce che avevano determinato le svalutazioni!!!!!!
Dobbiamo fare presto!!!!.
Nostro commento.Diamo ancora evidenza al suo contributo che riteniamo degno della massima considerazione. Attendiamo eventuali commenti dai nostri lettori. Riteniamo sia il caso di precisare che noi evidenziamo tutto ciò che riteniamo possa essere utile agli azionisti, ma che poi, per ovvie ragioni, sviluppiamo solo le proposte che suscitano l’aggregazione di consensi da parte di chi ci segue.
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Scritto da Claudio
Vorrei far notare che i piccoli azionisti, ritenuti sempre marginali (e la cosa si vede nelle ridicole proposte), ora improvvisamente sono divenuti fondamentali per l’approvazione del piano. Se le cose stanno in questi termini, non sarebbe ora di pretendere qualcosa di tangibile in cambio? Non ultima la rivalutazione delle azioni prima del’adc, visto che ora la banca gli strozzini la valutano 55 milioni.
In questo momento dobbiamo essere uniti e non ragionare come se non ci fosse più nulla da fare. Abbiamo un piccolo ma grande vantaggio, non ABBIAMO PIU NULLA DA PERDERE (l’elemosina che ci vogliono dare la considero nulla). Grazie
Nostra risposta
Il problema è che nessuno, a parte gli attuali azionisti, ha interesse a rivalutare il titolo di Banca Carige. Per farlo basterebbe dire le cose come stanno e dichiarare apertamente che il suo valore di mercato è stato azzerato non per i suoi fondamentali, ma dalle ragioni che abbiamo descritto nell’articolo “L’indicatore della paura”. Se l’azione avesse un rapporto tra capitalizzazione di borsa e patrimonio netto equivalente a quello del Credito Valtellinese, dovrebbe valere più di 11 volte la quotazione che aveva prima della sospensione e non ci sarebbe nessun problema a fare la ricapitalizzazione con uno sconto ragionevole e accettabile da tutti.