Scritto da un gruppo di azionisti
Leggiamo oggi su affari & finanza altri dettagli della malagestione che si è abbattuta su Banca Carige negli anni successivi all’era Berneschi.
Già nell’incontro dei piccoli azionisti del 17 maggio, quel grafico presente per tutta la durata dell’assemblea ha spiegato, in modo esaustivo e comprensibile, come i manager che hanno guidato nel tempo la Banca non abbiano operato per il bene della stessa. Ora abbiamo anche appreso della sottoscrizione di tutti questi contratti con clausole fortemente vessatorie per l’istituto, clausole avvilenti per noi azionisti sempre presenti a sostegno della Banca con tutti gli aumenti di capitale, sempre fiduciosi dei vari amministratori delegati che mentre ” prendevano i nostri soldi” per “soluzioni definitive di salvataggio “, con l’altra mano sottoscrivevano contratti che nessuna persona di buon senso avrebbe firmato.
Quello più recente è la cessione di Creditis (utile 2018 di oltre 18 mln di euro) svenduto a Chenavari con un contratto che prevedeva anche la sottoscrizione di ingenti quote azionarie, dimesse in breve tempo causando una discesa del titolo. Ora scopriamo che non solo non erano state inserite clausole che prevedessero un mantenimento temporale delle azioni tali da garantire stabilità nei mercati, ma erano state inserite anche clausole “pessime” ( dichiarazione di Modiano 22/12/18) con penali nel caso di riduzione numerica delle agenzie della Banca. Ma nel piano industriale presentato dai commissari a febbraio scorso è prevista la chiusura di filiali. E allora?????
A questo punto, nella confusione più totale, emerge una sola verità: gli unici che hanno operato per il bene della Banca sono gli azionisti con tutto il fiume di denaro versato e i dipendenti che, nonostante i cambi dei vertici, hanno continuato a mantenere le relazioni con la clientela, quella rimasta dopo il commissariamento.
A proposito ancora una domanda: quale è stata l’utilità del commissariamento? Al momento non ne vediamo……se non quella di aver generato paura nei clienti.
Abbiamo inoltre appreso dal comunicato odierno rilasciato dai commissari in risposta all’articolo pubblicato, che alcuni contratti sarebbero in avanzata fase di rinegoziazione; noi azionisti riteniamo di aver diritto di conoscere i termini della rinegoziazione, perché gli attori cambiano ma lo spettacolo è sempre lo stesso.
Nostra risposta.
Lo spettacolo rimane sempre lo stesso perché dietro le quinte c’è sempre lo stesso regista e gli attori, se vogliono lavorare, devono adattarsi alle regole del gioco che vengono imposte da direttore artistico.
Verissimo che gli unici a fare il bene della banca siano stati solo azionisti e dipendenti. Ecco perché devono essere puniti con l’esproprio della banca e la chiusura di filiali. Il regista aveva previsto che la loro tenacia si logorasse in tempi molto più brevi e questo è uno degli errori che nessuno ammetterà mai. Se Banca Carige tornerà ad essere la banca che da secoli sostiene l’economia della Liguria, sarà proprio per merito di una determinazione che sui mercati finanziari è inconsueta ed ha spiazzato il regista che era convinto di ottenere un finale diverso, quando ha telefonato in CDA per sollecitare l’accettazione della prima offerta del fondo Apollo.
Scritto da Michele
Oggetto: fondo ristoro risparmiatori
Non sarebbe il caso di alimentare una discussione incentrata sul’estensione anche agli azionisti Carige del fondo in oggetto, stante che tali azionisti, al pari di altri, titolari di azioni afferenti banche menzionate nella legge istitutiva del fondo ristoro risparmiatori, sono stati di fatto azzerati? Il fatto che gli organismi di vigilanza non siano intervenuti nel corso di questi anni sul caso Carige non evidenzia una evidente corresponsabilità nel dissesto della banca?
Grazie.
Nostra risposta
La sua proposta troverebbe piena condivisione da parte nostra, se la capitalizzazione della banca fosse precipitata a causa dei comportamenti truffaldini del suo presidente, che sono oggetto di un processo penale e che potrebbero essere risarciti a favore di chi sia stato ammesso come parte civile. Purtroppo i problemi di banca Carige sono di natura ben diversa e, nel caso non l’avesse ancora letto, li trova spiegati nell’articolo “L’indicatore della paura” che il sito ha pubblicato il 25 maggio, in cui si punta il dito su molte istituzioni, ma con responsabilità che non potrebbero trovare ristoro nel fondo da lei segnalato.
Poiché la vigilanza BCE cercava da anni di spingere Banca Carige nelle braccia di un fondo americano, sottraendola agli azionisti, abbiamo promosso l’iniziativa pubblicata nel sito in data 18 maggio sotto il titolo “Alle istituzioni destinatarie”, per denunciare che erano stati prevaricati i diritti costituzionali degli azionisti di Banca Carige e che, se gli azionisti fossero stati esclusi con il trasferimento del capitale congelato ad altri, avremmo aperto un’azione di rivalsa collettiva a tutela dei diritti degli azionisti. Quell’iniziativa continua ad essere sottoscritta da numerosi azionisti di Banca Carige e, nel caso lei la condividesse, le basterà rispondere a questa mail dicendo che aderisce alla nostra iniziativa e da quel momento riceverà una mail che la informerà su eventuali evoluzioni.
Il 14 luglio, abbiamo pubblicato l’articolo “Colonialismo finanziario” che è complementare a quelli citati nei precedenti paragrafi. Lo scopo è quello di concentrare l’attenzione su ciò che veramente potrebbe generare un cambiamento paradigmatico nella finanza, evitando di concentrare l’attenzione di chi ci segue su soluzioni semplicistiche e poco efficaci, anche se potrebbero generare consensi populistici.
L’essenza di quanto le abbiamo esposto è racchiusa in un numero, il rapporto tra patrimonio netto (tangibile e intangibile) e capitalizzazione di borsa di Banca CARIGE, che è pari a 0,025. Se l’azione CARIGE avesse quel rapporto uguale a quello del Credito Valtellinese, dovrebbe valere 11 volte il suo valore attuale, se confrontato con altre banche, molto di più. Il motivo per cui abbia un valore così assurdamente basso, non ha alcuna spiegazione fondamentale, ma solo quella esposta nel primo articolo citato.