Avevamo associato la fotografia di un fiore tossico al secondo articolo sui diamanti da investimento e pensavamo di non tornare più sull’argomento. Ci sono state evoluzioni che meritano di essere considerate perché possono aggiungere nuove considerazioni, alcune delle quali particolarmente positive. La fotografia che meglio sintetizza ciò che abbiamo pensato meritasse di essere evidenziato, è ancora un fiore. Il fiore di loto. Un fiore che nasce nel fango e che nelle culture che si sono evolute sin dai tempi degli antichi egizi, ha sempre avuto una forte simbologia, su cui non ci dilunghiamo perché nota o facilmente reperibile anche in internet.
Sin dall’inizio, avevamo scelto come simbolo del sito un’onda. L’onda d’acqua cristallina che avrebbe dovuto lavare via il fango che si è accumulato, nella finanza italiana e globalizzata, negli ultimi decenni. Evidenziamo con piacere, anche se noi non abbiamo alcun merito, che in quel fango simbolico è sbocciato un fiore che è molto più di un simbolo, forse è l’inizio del cambiamento che noi auspicavamo e per cui abbiamo realizzato questo sito, forse quell’onda ha iniziato a formarsi. Un insieme di persone, appartenenti a categorie diverse, ha deciso di unirsi, di reagire e di mettersi in gioco per fare cambiare comportamenti scorretti. Ancora una volta, la forza propulsiva per determinare il cambiamento è partita dal basso. I dipendenti e i clienti di Banco BPM, hanno deciso di scioperare, i primi, e di manifestare, i secondi, per denunciare il comportamento ostinatamente resistente di una banca, che non voleva riconoscere un comportamento scorretto, in un ambito in cui nemmeno il regolatore aveva saputo intervenire con la fermezza necessaria per tutelare i risparmiatori.
Un anticipo sul profondo malumore che serpeggiava tra i risparmiatori che erano stati indotti a credere nei facili guadagni promessi a chi avesse investito in diamanti, perché acquistati in banca su consiglio delle persone di fiducia, cui facevano normalmente riferimento per consigli d’investimento e tra i dipendenti della banca che, in buona fede, avevano consigliato quell’acquisto, si era visto il 6 aprile 2019. Un gruppo di manifestanti sostava fuori dai locali ove si sarebbe svolta l’assemblea di Banco BPM, per distribuire volantini che annunciavano l’organizzazione di una manifestazione congiunta di risparmiatori e dipendenti della banca, con il patrocinio di sindacati e associazioni dei consumatori. La proposta di quella manifestazione assumeva una rilevanza particolare, perché era la prima volta che clienti e dipendenti di una banca, associazioni sindacali e di consumatori, avrebbero manifestato, congiuntamente, contro i vertici di una banca. La manifestazione era stata organizzata per chiedere che Banco BPM si comportasse come gli altri istituti di credito e riconoscesse ai risparmiatori un risarcimento integrale del denaro versato, accettando la restituzione dei diamanti venduti a persone che non avevano alcuna competenza per fare un acquisto consapevole e nessun prospetto informativo che evidenziasse i rischi reali che correvano con l’adesione a quella proposta. La manifestazione congiunta era stata organizzata anche perché i dipendenti di Banco BPM volevano fosse fatta chiarezza per:
- Dimostrare che i dipendenti erano in buonafede quando consigliavano quegli investimenti ai risparmiatori che si affidavano ai loro consigli, per investire i propri risparmi.
- Evitare che fosse irreparabilmente compromesso il rapporto di fiducia che legava i clienti alla loro banca, con possibili ripercussioni sulla sicurezza dei livelli occupazionali, già traballanti a causa della pressione competitiva che costringeva il settore alla riduzione degli occupati.
- Fare capire a Banco BPM quanto fosse controproducente l’ostinazione con cui si voleva mantenere la posizione assunta, che contrastava con la risposta che gli altri istituti di credito coinvolti avevano dato ai propri clienti.
La manifestazione del 20 maggio è stata confermata e, in più regioni, ha avuto un’adesione appariscente. Noi crediamo che sarebbe stato utilissimo se gli organi d’informazione avessero dato un’adeguata visibilità all’iniziativa, commentato con approfondimenti capaci di fare capire che la finanza aveva raggiunto livelli per cui sarebbero stati indispensabili interventi legislativi, che potessero fare da argine a un degrado che rischiava di depauperare il risparmio nazionale a vantaggio di pochi furbi. Se è vero che le banche coinvolte hanno ottenuto sostanziose commissioni, è altresì vero che anche in questo caso il colpo grosso l’hanno fatto persone senza scrupoli, con l’ausilio di funzioni bancarie e assenza del regolatore che, anziché tutelare i risparmiatori, unica ragione che giustifica la sua esistenza, si è chiamato furi dicendo che i diamanti non sono prodotti d’investimento.
Proviamo a fare alcune considerazioni.
- Vi sembra degno di un intermediario finanziario abilitato a operare su mercati regolamentati, l’ostinazione con cui ci si è rifiutati di riconoscere il danno a risparmiatori cui si era consigliato l’investimento in diamanti, anche dopo che le altre banche coinvolte avevano deciso il rimborso, costringendo i propri dipendenti a scioperare per dimostrare la buonafede con cui avevano consigliato quegli investimenti a chi si era rivolto a loro con fiducia?
- Vi sembra normale che tutto quanto accaduto nel caso diamanti da investimento, venduti negli uffici titoli di più banche nazionali, possa essere accaduto senza che il regolatore abbia ritenuto di dovere intervenire per tutelare i risparmiatori?
- Vi sembra che i consulenti, cui fanno riferimento i risparmiatori, siano preparati a svolgere quel compito, se sono costretti a scioperare per dimostrare di avere consigliato quell’investimento come se fosse vantaggioso, ma che a loro non fosse nota la sua pericolosità?
Noi abbiamo voluto dare evidenza alla manifestazione del 20 maggio perché riteniamo ci siano molte riflessioni positive da fare. Partendo dalle prime timide manifestazioni locali, cui avevano aderito i risparmiatori truffati da varie banche, ancora in attesa di risarcimenti più volte promessi ma non ancora deliberati, gli azionisti, gli investitori e i risparmiatori, hanno iniziato a organizzarsi e a fare valere le proprie ragioni. Sono i primi germogli che denotano una presa di coscienza sulla violazione di diritti che tutti dovrebbero rispettare. Auspichiamo che gradatamente si maturi la consapevolezza della forza potenziale ma inespressa, che i risparmiatori potrebbero mettere in campo se si unissero in difesa dei propri diritti.
Infine, ma solo perché in quest’occasione abbiamo voluto rilevare la positività di alcuni sviluppi sul caso “Diamanti da investimento”, diciamo ciò che nessuno ha ancora rilevato, perché questa è la vera ragione che ci ha spinti a realizzare il sito. Dopo che tutte le banche avessero rimborsato il danno integrale a tutti i clienti che avevano acquistato diamanti, siamo certi che nessuno sia stato danneggiato? Siamo certi che nessuno abbia dovuto pagare il danno creato da altri? Il regolatore non ha fatto nulla e non ha pagato nulla. Le banche hanno contribuito a creare il danno, hanno pagato multe salate e hanno rimborsato i danneggiati. In verità, multe e danno sono stati pagati dagli azionisti di Banca Intesa, Unicredit, MPS e Banco BPM, che hanno visto diminuire il valore del proprio investimento e un monte dividendi più sottile. Che strano, ancora una volta a pagare sono gli azionisti, e tutto appare normale! La responsabilità degli amministratori dov’è finita?