Scritto da Salvatore
C’è un socio del forum di finanza on line che fa spesso questa domanda ma nessuno sa rispondergli la rivolgo a voi sperando che tra di voi ci sia qualcuno che possa farci capire il motivo… grazie in anticipo…e cordiali saluti
“Quello che non capisco è perché la BCE continua ad imporre le sue condizioni a Carige visto che sono più di 3 anni che è sotto i 30 miliardi di attivi e non è banca sistemica europea. Senza le imposizioni della BCE avremmo finalmente la possibilità di usare i modelli interni e non dovremmo più rispettare quei maledetti parametri, peraltro molto più stringenti verso Carige che non verso tutte le altre banche italiane. Quanti euro potremmo smobilitare? Un miliardo? E non ci sarebbe nemmeno più la necessità del prestito al 16% di interesse per cui si potrebbero restituire subito i soldi al fondo interbancario che ci vuole cannibalizzare”
Nostro commento
Dopo verifica, sembra che gli attivi della banca siano sopra i 30 miliardi al 31 12 2018. Aggiungiamo noi, ci sono molte altre ragioni per avere dubbi sul corretto comportamento della vigilanza BCE. Anche la segnalazione sulla violazione dei diritti costituzionali, che abbiamo inviato a tutte le istituzioni in indirizzo è ancora senza risposta. Anche la domanda sul perché non siano state rese note le motivazioni sul commissariamento di Banca CARIGE , non ha avuto risposta. Qualcuno a chiesto come mai siano stati nominati commissari gli amministratori che pretendevano fosse approvata la quarta ricapitalizzazione, prima della presentazione di un piano industriale, nessuno ha risposto. Potremmo proseguire … ma ci rendiamo conto che dovremmo riportare tutto quello che avevamo scritto sulla banca e che suggeriamo, a chi non l’avesse ancora fatto, di leggere gli articoli reperibili nell’archivio del nostro sito vocedegliazionisti.it.
Non è stata data alcuna risposta, evidentemente, perché le norme europee non sono ben definite e, quindi, tutto resta in balia della discrezionalità di burocrati che … Non si possono trovare risposte che diano un senso a quanto accaduto in Banca Carige. Esistono dei fatti che possano aiutare a formulare ipotesi su quanto accaduto dopo la seconda ricapitalizzazione e noi proviamo ad esporli, lasciando ai lettori la possibilità di decidere se siano sostenibili oppure frutto di elucubrazioni paranoiche:
- Lo abbiamo scritto in altre occasioni (per i dettagli leggere articoli su CAEIGE), dal momento in cui non si è voluto accettare l’offerta del fondo Apollo, in cui di fatto si sarebbe dovuto regalare la banca a chi si era già accaparrato a prezzi di saldo le assicurazioni risanate, la pressione della vigilanza su Banca CARIGE si è fatta sempre più stringente.
- Si sono cambiati più volte gli amministratori, anche se la vigilanza della BCE ripeteva che si doveva dare continuità gestionale alla banca. Peccato che, è sempre accaduto, una volta assunta la carica diventavano graditi alla vigilanza e iniziavano ad assumere decisioni non apprezzate dagli azionisti.
- Tutti gli amministratori hanno sempre spergiurato che la ricapitalizzazione proposta sarebbe stata risolutiva dei problemi della banca. Poco dopo dichiaravano che era necessario un nuovo aumento di capitale, senza che nessuno desse una spiegazione chiara di dove fosse finita la liquidità chiesta in precedenza e come mai ci fosse una contraddizione tra quanto promesso quando si chiedeva il versamento e quanto si stava dichiarando poco dopo.
- Nell’ articolo “L’indicatore della paura” abbiamo spiegato l’assurdità unica di una società quotata, come Banca Carige, che capitalizza 84 milioni circa ed ha un patrimonio netto tangibile più quello reso intangibile dalla vigilanza BCE, la cui somma ammonta a otre 3 miliardi. Per intenderci con chiarezza, è come se il mercato prezzasse a 2,5 € un portafoglio che ne contiene 100.
Gentilissimo Salvatore, grazie per averci posto la domanda che può essere integrata con quella del lettore che ci ha scritto poche ore prima di lei e che può leggere sotto. La risposta è che, se a fronte di un comportamento che va contro i nostri diritti, messo in atto dalla vigilanza BCE, tutte le funzioni che dovrebbero tutelare il risparmio nazionale e le autorità competenti tacciono, dobbiamo farci sentire noi, dobbiamo creare un’onda che ripulisca la finanza dal fango che la sta lordando e ridia trasparenza e certezza del diritto a tutti i risparmiatori, ovunque abbaiano preferito investire il proprio denaro, perché è inaccettabile che una funzione europea possa fare a una banca nazionale ciò che è accaduto in CARIGE, senza che nessuno dia evidenza al fatto che si sono accantonati i risparmi versati dagli azionisti per farli riemergere dopo averli estromessi a favore di un fondo americano, direttamente sponsorizzato dalla vigilanza BCE con una telefonata al CDA.
Scritto da Beppe
Due titoli di giornale
“c’è bisogno di serenità”
“c’è bisogno di sobrietà”
il primo vi appartiene, il secondo dire che è solo inutile è poco e aggiungerei “c’è bisogno di serietà”
“Con chi stanno dialogando questi emeriti commissari” se non esiste un solo azionista grande, medio o piccolo che si possa sentire soddisfatto di come viene gestita una crisi che dura ormai da cinque anni.
Se non esiste più un risparmiatore che non sia da tempo orientato al peggio
Se non esiste più un dipendente che non sia rassegnato
Se non esiste più un riscontro “operativo alle ormai ridotte istanze dei clienti più fedeli (e questo mi coinvolge personalmente)
Se tutto questo significa “sobrietà ” non la condivido e capisco perché Malacalza cerchi quel” piano industriale ” che si dovrebbe meglio chiamare “piano salvezza” di cui non vedo traccia .
Non ho ancora voglia di “sbarcare”
Nostro commento
Noi non crediamo più che i commissari vogliano proporre un piano industriale serio, credibile e realizzabile. Se avessero voluto farlo, avrebbero avuto tutto il tempo per studiarlo, proporlo e aggregare il consenso degli azionisti che si erano rifiutati di approvare la quarta ricapitalizzazione al buio, dopo la tragica fine fatta dalle prime tre.
Il motivo per cui nessuna banca italiana si fa avanti per sposare un istituto di credito che ha una capitalizzazione di borsa pari a 84 milioni e un patrimonio netto tangibile e intangibile di oltre 3 miliardi, è solo perché, chiunque si aggregasse con CARIGE, potrebbe fare la sua stessa fine. Entrerebbe nel mirino della vigilanza BCE che, con decisioni senza alcuna logica e non rispettose dei diritti costituzionali, chiederebbe nuova iniezione di liquidità. Sembra ormai evidente, come nel romanzo del Manzoni, che se qualcuno dice che: “Quel matrimonio non s’ha da fare”, sia impossibile trovare un curato che lo voglia celebrare.