Scritto da Beppe
Oggi 1 maggio festa del lavoro è giusto porre la domanda se un tassello importante del rilancio di Genova e del sistema creditizio indispensabile in ogni iniziativa è stato affrontato nel modo giusto.
Parliamo di Carige e del ruolo che ha avuto in passato e a quello che speravamo potesse avere in futuro.
Dopo cinque o sei anni di difficoltà di ogni tipo, di bugie, di incertezze, di contraddizioni i Commissari della Bce hanno affrontato il problema nel giusto modo?
Quali erano le priorità?
Erano quelle tecnico burocratiche di un riassetto economico finanziario, di rimettere a posto i parametri che la Bce mette al primo posto con ostentazione o era quelle di dare un respiro a un importante disegno di recupero di una struttura ,logora affaticata ma ancora capace di reagire.
Credo che i Commissari abbiano dedicato molto più tempa ai primi problemi che ai secondi.
Mi riferisco in particolare ai problemi umani e alla ricchezza che si stava sgretolando nei confronti di dipendenti, di clienti, di risparmiatori .
Senza un recupero di questa ricchezza il tempo è solo perso.
E questi soggetti così Vitali e importanti cosa chiedevano e cosa chiedono
ancora?
Trasparenza,conoscenza,verità,responsabilità,partecipazione,condivisione, rispetto dei ruoli.
Credo che tutti questi temi siano passati in secondo piano .
Non è la Carige che disegna il futuro di Carige.
Grandi e potenti strutture finanziarie hanno obbiettivi diversi a quello che serve a una Banca a una città a migliaia di persone che hanno sofferto sulla propria pelle il tradimento avvenuto proprio per un stessa visione di “grandeur” sbagliata, e metto sullo stesso piano dipendenti e risparmiatori
Questa delusione ,questa poca condivisione ,questa insensibilità io l’ho percepita e constata di persona.
Beppe
Nostro commento
Gentilissimo Beppe, lei ha piena ragione a esprimere tutto il rammarico per ciò che avrebbe potuto essere e non è stato. Siamo talmente in sintonia con lei che traduciamo in una semplice frase il nostro giudizio su ciò che è avvenuto negli ultimi anni in CARIGE: “ Tutti quelli che si sono succeduti alla guida di Banca Carige, sono stati così efficaci che ci hanno fatto rimpiangere Berneschi, lui, almeno, è stato capace di preparare la torta, prima di prendersene una fetta”
Scritto da Beppe
A Genova anche nei settori più tradizionali come quello bancario ….si perde
Malacalza grande e intelligente imprenditore perde con Carige centinaia di milioni.
E’ mai possibile?
Chi può è disposto ancora ad investite a Genova? e dove?
Chi può avere fiducia in un sistema che non è reattivo.
Quasi sei anni di turbolenze di incertezze hanno caratterizzato la vita di Carige per arrivare al clamoroso commissariamento da parte della BCE.
Un commissariamento con tanto odore di intransigenza burocratica .
E ‘ certo che sono stati commessi molto errori ma non basta a giustificare
la caduta di un “ impero “ c’è qualche cosa di molto più importante.
Il male è molto più profondo.
Manca una compagine dirigenziale sia nel comparto pubblico che in quello privato che sappia aprirsi alle esigenze del futuro ,che sappia anche rischiare.
Viviamo del passato anche glorioso ma sempre passato salvo qualche “genialoide” eccezione che fatica enormemente a far breccia nell’apatia.
Il prossimo 3 Maggio i dipendenti Carige saranno in piazza per difendere i posti di lavoro e per evitare che i nuovi grandi investitori vogliano snaturare il ruolo tradizionale di Carige.
Non un presidio al territorio, non una banca orientata allo sviluppo di medio e piccole imprese, non una banca per la raccolta retail del risparmio ma una banca che tende solo a gestire le ricchezze che a Genova e la Liguria che sono ancora importanti. In altri termini una speculazione vestita diversamente.
Questo disegno è irreversibile?
Speriamo di no.
Speriamo che i dipendenti non auspichino soltanto una “nazionalizzazione” di Carige per poter allontanare almeno provvisoriamente i grandi “tagli” al personale ma pensino invece a proposte alternative.
L’entrata dello Stato in Carige potrebbe essere un paracadute utile e proficuo se ben governato.
L’ipotesi di una nuova Carige che con una formula di partecipazione tra pubblico e privato estesa da un lato a tutte le Istituzioni grandi come la Regione, le Città, fino a piccoli Comuni ,alle camere di Commerci, al porto e all’Aereoporto solo per fare degli esempi e dall’altro alla compagine privatistica dei dipendenti, dei risparmiatori, delle grandi piccole e medie imprese potrebbe subentrare in tempi ragionevoli alla Stato e con sufficienti garanzie di integrità morale e imprenditoriale.
Ecco come salvare anche il disegno iniziale di Malacalza.
E quindi Investire a Genova si può e si deve.
Se il grande fiuto di un fondo di investimento intuisce che a Geova si può fare profitto perché non lo realizziamo noi insieme a tanti altri vantaggi?
Ragioniamo se l’entrata delle Stato non potrebbe essere il mezzo per portare avanti un’alternativa che ha bisogno di tempi più lunghi?
La domanda che mi pongo è solo quella di capire se abbiamo la “serietà” e “l’affidabilità” per una idea affascinante .
Nostro commento
Gentilissimo Beppe, grazie per l’impegno che continua a profondere per formulare proposte che possano portare a una soluzione che permetta a CARIGE di svolgere il ruolo che ha sempre ricoperto in Liguria.
Purtroppo abbiamo assistito a imposizioni della Vigilanza Europea che sono state prese nonostante la loro applicazione prevaricasse i diritti degli investitori garantiti dalla costituzione, senza che organi d’informazione, figure politiche di qualsiasi schieramento o uno dei tanti AD che si sono succeduti al timone della banca, denunciassero l’illegittimità di quelle disposizioni e la necessità di tutelare i risparmi investiti in CARIGE. Il disegno strategico appare ben delineato: sottrarre valore agli azionisti del passato, per regalarlo ai raccomandati del presente e azionisti del futuro.
Anche il più elementare dei diritti è stato considerato una presa di posizione da punire e la semplice richiesta di avere informazioni per autorizzare una ricapitalizzazione consapevole, che rendesse noto l’utilizzo che si sarebbe fatto di quella liquidità, è stata considerata una ribellione da punire con un commissariamento che ha tolto agli azionisti la possibilità d’intervento sulle decisioni che si sarebbero prese sul futuro della società.
Auspichiamo che quanto da lei proposto si possa realizzare, ma dubitiamo che ci sarà data la possibilità di farlo. Noi crediamo che, a questo punto, non ci sarà concesso di partecipare a nessuna delle decisioni sul futuro della banca e che il ripristino dei diritti degli azionisti, possa essere ottenuto solo mediante il ricorso alla magistratura competente.
Cordialmente. vocedegliazionisti.it