Il Presidente della Consob, Paolo Savona, ha ritenuto prioritario sottolineare, in un passaggio tratto dalla premessa del discorso pronunciato in occasione dell’incontro annuale della Commissione con il mercato finanziario: – ciò che andrebbe fatto o, quanto meno, discusso con urgenza perché siamo in ritardo nell’approntare una rete di protezione capace di affrontare i rischi elevati che incombono sui risparmi e sull’economia reale del Paese -.
Nel punto 3 del suo intervento, il Presidente analizza con lucidità e competenza i profondi cambiamenti che stanno influenzando la geopolitica, i mercati monetari e il sistema finanziario, sottolineando la necessità di una nuova architettura istituzionale in grado di affrancare l’euro dalla dipendenza dal dollaro. Conclude poi con: – … Questa soluzione riveste per noi una particolare importanza perché incorporerebbe in modo esplicito nelle istituzioni il compito di attuare l’obiettivo previsto all’art. 47 della Costituzione di tutelare e incentivare il risparmio, ma anche di incanalarne l’uso verso investimenti produttivi, gli unici capaci di proteggerlo nel lungo andare dagli effetti delle vicende contingenti, principalmente l’inflazione -.
Abbiamo particolarmente apprezzato la conclusione del discorso del Presidente: – I cittadini dell’Unione Europea godono di un benessere sociale e individuale comparativamente più elevato rispetto a quello del resto del mondo sviluppato, ma devono sollecitare la definizione di un coerente programma di azione in prospettiva. La storia delle grandi civiltà insegna che le posizioni di vantaggio sono sempre precarie, facendo emergere prepotente il principio, fatto proprio da Gandhi, che non conta ciò che si ha, ma ciò che si fa -.
Lo sviluppo dell’economia reale e il miglioramento del benessere sociale potrebbero trarre significativi benefici dall’impiego del risparmio “dormiente” depositato nei conti bancari, se destinato alle imprese continentali. Per favorire questo cambiamento di destinazione, è fondamentale che la finanza abbia questo scopo come obiettivo e non altri. A conferma della propria buona fede, essa dovrebbe impegnarsi nell’eliminazione degli strumenti speculativi che consentono abusi a danno dei cittadini. Questi ultimi, infatti, dopo aver visto trasferire i propri risparmi ad altri, hanno perso la fiducia necessaria a sostenere con nuova liquidità il sistema finanziario.
Per consentire all’Europa di esprimere il proprio potenziale, usando le risorse potenzialmente disponibili, si dovrebbero rimuovere le differenze che inducono il risparmio continentale a ritenere meno rischiosi gli investimenti in imprese quotate su altri mercati, anziché in quelle collocate sui nostri, nonostante quest’ultime siano palesemente sottovalutate, se confrontate con quelle che ricevono la fiducia dei nostri investitori. A spiegare l’apparente paradosso, potrebbero contribuire approfondimenti sulle motivazioni che determinano le decisioni degli investitori.
Possibili motivazioni sono deducibili da alcuni numeri esposti nell’articolo pubblicato il 21 giugno 2025 da Milano Finanza, col titolo: – Borsa sempre più mini –, dove si citavano alcuni dati estratti dalla relazione al Ministro dell’Economia sull’anno 2024, pubblicata da Consob il 31 marzo 2025.:
- nel 2024 sul segmento Euronext Growth Milan (Egm) sono state ammesse alla quotazione (Ipo) 21 società, e nello stesso periodo ne sono state ritirate dal mercato (delisting) 14;
- sul mercato principale Euronext Milan (Exm), invece, nello stesso arco temporale ci sono state 2 Ipo e15 delisting;
- la tendenza alla riduzione dei titoli sul mercato principale si sta confermando da anni, infatti dal 2018 al 2024 le Ipo sono state 50 e i delisting 84;
- il segmento Egm, invece, ha confermato la propria tendenza all’incremento delle società quotate, infatti dal 2018 al 2024 ha concretizzato 204 Ipo e 91 delisting;
- nell’articolo si riportano anche i dati al 18 giugno 2025, da cui emerge che: –il numero delle quotate al listino principale di Milano è sceso a quota 202. Così per la prima volta c’è stato il sorpasso delle società su Egm che a metà anno erano 204 -;
L’analisi dei dati rivela che, dal 2018 a giugno 2025, il numero di emittenti quotati sul mercato principale è diminuito, mentre è aumentato nel segmento Egm. Considerando che, a partire dal 2011, sono stati progressivamente ridotti i diritti degli investitori con l’obiettivo di incentivare la quotazione di nuove società, i risultati registrati dall’Egm sembrerebbero confermare la validità della strategia perseguita dai governi.
I dati riportati nell’articolo “Piazza Affari, le Pmi dell’Egm a sconto del 53% sul FTSE MIB. Eppure gli utili crescono”, pubblicato da Milano Finanza il 21 maggio 2025 –, da cui si estraggono alcune evidenze, sembrano suggerire che, per sostenere efficacemente la crescita economica del Paese, gli interventi normativi dovrebbero orientarsi in una direzione profondamente diversa rispetto a quella finora seguita:
- da un’indagine di Websim Corporate (Intermonte) emerge che lo sconto nel rapporto tra capitalizzazione e utile operativo (EV/EBITDA) che penalizza le società quotate sul segmento Egm e favorisce quelle quotate sul mercato principale, continua ad ampliarsi – … nel 2023 era del 31% e nel 2024 del 42%, è salito nel 2025 al 53% nonostante le piccole e medie imprese registrino profitti in crescita -;
- – L’indagine ricorda che nel corso degli ultimi dieci anni il numero di società quotate su Egm è triplicato, passando da 71 del dicembre 2015 alle attuali 204. Ma i primi mesi del 2025 hanno evidenziato una netta inversione del trend – 9 delisting e solo 3 Ipo;
- – Dopo aver chiuso il 2024 con scambi medi giornalieri per 8,1 milioni, i primi quattro mesi del 2025 hanno evidenziato una flessione a doppia cifra, culminata ad aprile, con scambi in calo a 6,4 milioni -;
La sottovalutazione del 53% del segmento Egm rispetto all’Exm si è accentuata a causa dell’incremento della capitalizzazione del secondo, che non ha riguardato i titoli quotati sul primo. Questi ultimi, infatti, hanno subito gli effetti evidenziati nello studio condotto da Websim Corporate. In estrema sintesi: mentre nel segmento Egm aumentava il numero delle società quotate, il loro valore di mercato tendeva a ridursi; al contrario, nel mercato Exm, pur in presenza di un calo nel numero di emittenti, la capitalizzazione cresceva.
Questa dinamica evidenzia una deduzione logica e preoccupante: da anni vengono adottate decisioni che, anziché sostenere lo sviluppo del mercato domestico, ne ostacolano la crescita, privandolo di un elemento essenziale per lo sviluppo economico del Paese: il capitale.
Raggiungere una posizione di vertice nei mercati finanziari globali rappresenta una sfida complessa per qualsiasi Paese. Affrontarla senza una profonda conoscenza delle ragioni che determinano i movimenti dei mercati e senza la sensibilità necessaria a bilanciare gli interessi di tutti gli attori coinvolti, può condurre al declino irreversibile di un sistema privo di leadership adeguata.
Conquistare le vette più ambite non è mai facile. Occorre avere chiarezza sul percorso da seguire, disporre degli strumenti necessari per superare i passaggi più critici, possedere la competenza tecnica per agire con sicurezza e la preparazione per affrontare gli sforzi richiesti lungo il cammino. È altrettanto importante saper riconoscere i momenti in cui il rischio non è più sostenibile, fermarsi con lucidità e ripartire con una nuova strategia o con risorse più adeguate.
Ispirarsi a chi ha saputo affrontare con successo sfide estreme non è un segno di debolezza, ma un atto di saggezza.