Scritto da un gruppo di piccoli azionisti
Apprendiamo dalla stampa di una lettera inviata ai dipendenti dei commissari Modiano e Innocenzi. Vorremmo riflettere con voi analizzando luci e ombre di quanto è stato scritto.
OMBRE – non sono menzionati né il ridimensionamento della Banca con le chiusure effettuate nello scorso fine settimana, né quelle già previste dal piano industriale entro la metà del prossimo anno.
Non è fatto alcun cenno al taglio dei dipendenti, ai quali si rivolgono attestati di STIMA E GRATITUDINE.
Non è spesa nemmeno una parola per i vecchi azionisti che si sono dissanguati per mantenere in vita la loro Banca, “dimenticando” che tanti vecchi azionisti sono rappresentati proprio dai dipendenti o ex dipendenti che hanno conferito anche la propria liquidazione per senso di appartenenza al marchio e per profonda fiducia nel proprio datore di lavoro.
LUCI – grazie all’art. 12 del codice deontologico in cui è raccomandato che, i componenti degli organi delle procedure di gestione delle crisi, non ricoprano cariche per almeno un anno dalla fine della procedura, per tutto il 2020 siamo salvi dalle loro “prestazioni lavorative” grazie alle quali hanno ottenuto il primato di discesa valore dell’azione Carige.
Diciamo che il loro addio non lascia spazio a rimpianti, nemmeno per la gestione operativa della Banca per la quale auspichiamo un management all’altezza del compito e munito della sensibilità necessaria alla gestione di una banca con le specificità di Banca Carige.
In questo lungo periodo di gestione con duplice ruolo, velatamente ammettono di non aver nemmeno messo in campo guide valide e competenti. Ma cosa hanno fatto??? Anche perché ricordiamo che Banca Carige è stata salvata da tutte le altre Banche e dai dipendenti con la loro resilienza.
Nostro commento.
Abbiamo letto quella lettera. Con enfasi vene evidenziato il nome attribuito al piano di salvataggio: “Riprendiamoci il futuro” peccato che si siano dimenticati di completarlo enunciandolo sino in fondo “sottraendolo ad azionisti e dipendenti”. Lo so, il nome attribuito al piano sembra una presa in giro, per azionisti e per chi ha perso il lavoro, per chi ha visto vanificare i risparmi di una vita, i primi e la sicurezza di un posto di lavoro, i secondi. Sembra che la loro sofferenza non meriti nemmeno un rispettoso silenzio. Loro un futuro se lo erano creato lavorando e risparmiando.
Scritto da Mariano
Il piano di rafforzamento patrimoniale presentato all’assemblea straordinaria del 20 settembre 2019 prevedeva esclusione del diritto d’opzione per i vecchi soci, motivando quella decisione con: “ampio interesse sociale e ingresso nuovo soggetto (CCB) nell’azionariato”. L’esclusione della possibilità di non diluire la propria percentuale di partecipazione azionaria per vecchi soci, è stata rafforzata con la frase “è accordo tra privati, la banca non è soggetto coinvolto”. Ci ricorda un antico gesto biblico con cui, lavandosi le mani, si scaricava la responsabilità di una decisione su terzi.
Nella relazione, volontaria, sulla situazione patrimoniale ed economica al 30 giugno 2019 a pagina 21 si scrive “In relazione a detto Rafforzamento Patrimoniale, sono stati stipulati accordi finalizzati alla sottoscrizione dell’aumento di capitale e delle obbligazioni subordinate”. In particolare, è stato sottoscritto un accordo quadro tra la Banca, lo SVI, il FITD e CCB.” Tale accordo quadro, che vede coinvolti tutti gli attori, presume condivisione, conoscenza e approvazione delle varie fasi e degli effetti su soggetti terzi esclusi (vecchi azionisti). Quindi smentisce la giustificazione utilizzata per negare lo stesso trattamento agli azionisti che avrevano chiesto il rispetto dei propri diritti.
Ci stupisce e ci lascia profondamente perplessi che organi preposti alla tutela dei risparmiatori, possano avvallare un simile accordo, senza intervenire a tutela dei risparmiatori.
Il mandato commissariale dovrebbe ispirarsi alla “sana e prudente gestione”. Se così è stato, come mai si legge sui giornali che alcuni crediti deteriorati ceduti sono tornati in bonis (notizia agosto 2019), si intende cedere grandi posizioni rientrate in bonis (con relativo accordo siglato in dicembre 2018) e si siglano accordi transattivi non necessari e i cui oneri sono stati pagati dai precedenti azionisti con reiterate e sollecitate iniezioni di capitale?
Nostro commento.
Il commissariamento era iniziato senza specificare il motivo per cui fosse stato adottato. Le nostre domande non hanno trovato risposte nemmeno in assemblea e le poche cui hanno provato a rispondere, sono servite solo a dimostrare le contraddizioni di chi ha preso decisioni nell’ultimo anno, non ci meraviglia che entrando nei dettagli se ne possano trovarne a iosa, quel che stupisce sono i toni trionfalistici con cui si decanta la resurrezione. Di cosa non lo abbiamo ancora capito. Forse sarebbe stato tutto più chiaro e comprensibile se FITD avesse dato 300 milioni direttamente a CCB e non avesse impedito ai vecchi azionisti di esercitare il diritto d’opzione.