La disinvoltura con cui interagiscono e intrigano è orripilante. Ci fa vergognare di essere italiani. La generazione di profitti a qualsiasi costo, la contaminazione della politica da parte della finanza, l’indifferenza con cui si spostano risparmi da chi li ha faticosamente accumulati ai furbi che se ne sanno appropriare con la destrezza di un prestigiatore, il disprezzo per le regole che dovrebbero tutelare i diritti, sono i micidiali ingredienti che stanno distruggendo la qualità della vita delle persone che credono ancora nei valori della costituzione.
Gli attori dello squallido spettacolo andato in scena il 30 ottobre 2018 sono: il Presidente di una regione; l’amministratore delegato di una società quotata, concessionaria di una rete autostradale, che non ha saputo evitare il crollo di un ponte che ha provocato 43 vittime; il neo Presidente di una banca che per oltre cinque secoli ha garantito il benessere e lo sviluppo economico della regione in cui è crollato il ponte.
Il ponte Morandi di Genova era crollato il 14 agosto 2018. Il 20 settembre 2018 Pietro Modiano viene eletto nel CDA di Banca Carige, diverrà il nuovo presidente. Ottobre 2018 Atlantia, il cui amministratore delegato è Giovanni Castellucci, con l’acquisizione di Abertis diventa leader mondiale nelle infrastrutture di trasporto e nei sistemi di pagamento per la mobilità. Gestisce in concessione 14.000 chilometri di autostrade distribuite in 23 nazioni. Ci sembra ovvio dedurre che la società abbia conseguito un simile risultato grazie alla fitta trama di relazioni tessuta dal suo amministratore, perché ci sembra logico dubitare che la sua espansione possa essere conseguenza dell’efficienza dimostrata due mesi prima con il viadotto sul Polcevera a Genova.
Nei mesi successivi, sulla base delle criticità emerse a seguito di perizie sul ponte crollato, la magistratura genovese aveva aperto un’inchiesta per verificare eventuali responsabilità, nel crollo che aveva provocato tanti morti e l’11 novembre 2020, nell’illustrare le motivazioni per cui si sono decisi gli arresti domiciliari per quattro manager, fra cui Castellucci e l’interdizione per un anno di altri sei, con le accuse di “attentato alla sicurezza dei trasporti e frode in pubbliche forniture”, la Procura di Genova ha reso noto alcune intercettazioni, la principale delle quali realizzata il 30 ottobre 2018, documentava la fitta rete di conoscenza di Castellucci.
Quelle intercettazioni non sono molto significative per l’inchiesta sul ponte Morandi, per esplicito chiarimento di chi le ha rese note. Gettano nuove inquietanti ombre sulla gestione della crisi Carige che ha impoverito il territorio e i risparmiatori che avevano generosamente contribuito alla sopravvivenza dell’istituto di credito genovese. Riportiamo le trascrizioni e, poi, esporremo le ragioni che ci hanno fatto ritenere quelle conversazioni assolutamente gravissime, per chi ha subito le conseguenze degli sviluppi che si sono susseguiti, nonostante il fallimento di quel tentativo di macabro accordo.
Giovanni Toti, presidente della regione Liguria telefona a Giovanni Castellucci;
- Senti Gianni… ho parlato a lungo con Modiano adesso per la… roba che ti ha proposto di Carige… non so quale effetto posso avere io con Giorgetti… Ovviamente una volta che tu mi dici che c’è la disponibilità, io ci parlo con Giorgetti e con Salvini eh, per dirgli che è una cosa ovviamente concordata…
- Il problema è che per venderlo ai miei azionisti e al mercato ho bisogno che sia all’interno di un quadro
- L’unica cosa che possiamo fare è chiedere alla Lega, dire ragazzi, noi ci stiamo esponendo per salvarvi una banca e toglierci rotture di c… Poi se non… non ne tenete conto, siete… siete dei pazzi! Dopodiché, io impegni per sto Governo non me la sento di prenderne…
Come spiegato dal Gip, le registrazioni evidenziano comportamenti: “Dal contenuto della conversazione emerge la disponibilità di Castellucci ad impiegare denaro di Atlantia per contribuire a salvare Carige, ma che questa iniziativa deve però essere inserita in un quadro da riferire ai rapporti tra il gruppo e lo Stato concessionario (e in particolare alla garanzia di conservare la concessione, tanto che Castellucci parla di azionisti)».
Noi riteniamo che Pietro Modiano abbia tenuto un comportamento non rispettoso dei doveri che derivano dal ruolo che ricopriva nella banca, quando ha cercato una soluzione con un interlocutore che si sarebbe rivelato poco affidabile, cercando l’intermediazione della politica. Soprattutto il baratto tra concessione autostrade e garanzia su un aumento di capitale, senza avere verificato la disponibilità di azionisti che si erano sempre dimostrati affidabili e tentativo di accordo con in investitore che in cambio chiedeva la conservazione di una concessione.
Attenzione, a rendere ancora più inquietante quanto accaduto è la costatazione che non fosse la prima volta che si verificava un simile evento e questa conferma rende il comportamento ancora più sospetto. Proviamo a ripassare il comportamento che hanno tenuto gli amministratori che si sono succeduti nel dopo Berneschi:
- Presidente Cesare Castelbarco e AD Piero Montani: Non più rieletti alla scadenza naturale del mandato, a maggio 2016, perché volevano favorire l’ingresso di Apollo, sponsorizzato da BCE, che avrebbe acquisito il controllo della Banca Carige, acquisendo tutti gli NPL che avrebbero generato una plusvalenza superiore a quanto avrebbe versato per la sua acquisizione.
- Presidente Giuseppe Tesauro e AD Guido Bastianini. L’amministratore delegato è stato sfiduciato dal CDA nel maggio 2017 su proposta del Vicepresidente Ing. Vittorio Malacalza, le motivazioni non sono mai state rese pubbliche, poi, dopo avere ricevuto lo stesso incarico in Banca Monte dei Paschi di Siena, lo stesso Bastianini si è vantato di essere stato lui a concertare con BCE la soluzione finale di Banca Carige e, noi aggiungiamo, nonostante la contrarietà degli azionisti.
- Presidente Giuseppe Tesauro e AD Paolo Fiorentino. Il Presidente si è dimesso perché la BCE interloquiva con il solo Fiorentino, non permettendogli di svolgere i compiti imposti dalla carica; le dimissioni della maggioranza dei consiglieri, hanno fatto decadere Fiorentino dall’incarico di AD a inizio agosto 2018. Sull’ultima semestrale rilasciata da Fiorentino emergeranno parecchi dubbi e anche i commissari ammetteranno di non potere affermare che rispettasse i principi contabili che avrebbe dovuto adottare, poi sarebbe emerso che gli accantonamenti per NPL fossero inferiori a quanto richiesto dalla vigilanza.
- Presidente Pietro Modiano e AD Fabio Innocenzi. Preferiranno dimettersi anziché fornire un piano industriale che avrebbe permesso una consapevole approvazione del quarto aumento di capitale. Accetteranno l’incarico di commissari e, come dichiarato da Bastianini porteranno a termine l’esproprio degli azionisti che lui aveva concordato anni prima con BCE. Provarono a conferire la banca a BlackRock, poi ad Apollo, infine la espropriarono e forse sarà acquisita da CCB. Il 12 novembre 2020 con la pubblicazione delle registrazioni scopriamo che poco più di un mese dopo la sua assunzione dell’incarico di Presidente di Banca Carige, si era già attivato per cercare investitori alternativi a coloro che possedevano azioni prima della sua nomina.
Quella che segue è la descrizione che la Dottoressa Paola Faggioni, Gip delle procura di Genova, fa del personaggio con cui il presidente di Banca Carige, con l’intermediazione del presidente della regione Liguria, ha preferito interloquire anziché tenere un comportamento rispettoso dei diritti degli azionisti. “Una personalità spregiudicata e incurante del rispetto delle regole, ispirata ad una logica strettamente commerciale e personalistica, anche a scapito della sicurezza collettiva”.
Abbiamo tratteggiato i comportamenti degli amministratoti che si sono avvicendati dopo Berneschi e che ce lo hanno fatto rimpiangere. Vedere confermato che con ostinazione e con un impegno pluriennale si è perseguito l’esproprio degli azionisti storici di una banca, non ci ha stupiti, l’avevamo sospettato da tempo. A stupirci è il fatto che nonostante l’evidenza, nessuno interverrà a difendere i nostri diritti, possiamo solo credere nei tribunali e continuare ad organizzare un’azione di rivalsa.
Possediamo troppa onestà intellettuale e ci manca la dose di cinismo con cui si è cercato di strumentalizzare 43 morti, per espropriare una banca, per cui evitiamo volutamente un facile vittimismo. Però non possiamo astenerci dal gridare a quella sequenza di distruttori di ricchezza che si sono alternati ai vertici di Banca Carige: VERGOGNATEVI!
Chiudiamo con un pensiero per la famiglia che nonostante le enormi somme in gioco, ha saputo comportarsi in modo coscienzioso, ha avuto la sensibilità di evitare traumi ad una città martoriata e ha saputo gestire con avvedutezza una situazione avversa, in cui la delusione umana per quello che stava loro accadendo, siamo certi abbia generato un dolore maggior di quello del denaro perso.
I piccoli azionisti sono grati a Malacalza investimenti, per avere, con l’astensione del 22 dicembre 2018, impedito che sottraessero ancora altri risparmi agli azionisti di Banca Carige. Ora sappiamo che la loro estinzione era decisa da anni, l’obbiettivo era stato perseguito da tutti gli amministratori. Grazie all’Ingegner Vittorio Malacalza per avere lottato come un leone per sostituirli, nonostante la strenua opposizione delle funzioni di vigilanza e controllo. Non gli bastava più mungerci e tosarci, avevano deciso di macellarci.