L’esito del terzo grado di giudizio contro Giovanni Berneschi, è stato percepito dagli azionisti di Banca Carige come una beffa, uno sfregio che li ha fatti precipitare nello sconforto, che ha fatto percepire il totale isolamento in cui si sono evoluti gli ultimi eventi che porteranno la banca, con tutti i valori evidenziati nei nostri esposti, sotto il potenziale controllo di altri azionisti che, per sottrarre la banca ai vecchi soci, investiranno meno di un decimo di quanto versato da chi aveva veramente a cuore il suo salvataggio e lo ha dimostrato in assemblea, evitando di partecipare.
Non vogliamo ripeterci, negli articoli reperibili nell’archivio del sito è possibile trovare cosa è accaduto alla banca e cosa abbiamo denunciato negli esposti e nella lettera aperta alle istituzioni. Qui vogliamo denunciare cosa provano azionisti che sono stati tratti in inganno da dichiarazioni, poi rivelatesi fallaci, che li hanno fatti sentire come se fossero un bancomat a disposizione dei vari amministratori che si sono avvicendati al vertice della banca. In seguito si sono visti sottrarre il possesso della società, da una ricapitalizzazione che abbiamo ampiamente denunciato e ora vedono il rischio che anche chi era stato additato come il responsabile di tutto ciò che era accaduto al loro istituto di credito, possa uscirne senza che sia emessa una sentenza definitiva, a causa della decorrenza dei termini previsti dalla prescrizione.
Sotto riportiamo tre diverse reazioni. Attenzione, non cimentatevi nella ricerca di quale sia giusta o quale sbagliata. Sono tutte giustissime, perché figlie del vissuto di ogni persona che ci ha scritto. Nessuno può dire cosa sia giusto o sbagliato in una scelta individuale. L’unica certezza è che in tutto quello che abbiamo dovuto subire c’è qualcosa di profondamente sbagliato e tutti noi vogliamo che ciò che è avvenuto in banca CARIGE, non accada mai più. Attenzione però, solo comprendendo quale sia la vera causa, sarà possibile generare un cambiamento risolutivo.
Ebbene, la causa siamo noi azionisti. Siamo noi risparmiatori che non riusciamo a fare valere il nostro peso politico, perché siamo divisi e non riusciamo a parlare con una sola voce. Provate a immaginare cosa accadrebbe se tutti i politici sapessero che azionisti, detentori di titoli di stato, investitori in fondi comuni o in mercati regolamentati e risparmiatori, non votassero più per nessuno di loro, se le regole continueranno a proteggere i cosi detti poteri forti. Il vero potere forte siamo noi, peccato che non ne siamo convinti e che non siamo capaci di farlo capire.
Vogliamo provare a dimostrarlo? Avete letto i nostri esposti? Credete davvero che esista un tribunale che possa darci torto, se fossimo disposti a rivolgerci alla Corte di Giustizia Europea in migliaia di azionisti? La soluzione è nelle nostre mani, proviamo a dimostrarlo. I nostri diritti sono la cosa di maggior valore che possediamo, non esiste nulla di più importante in cui investire le nostre energie e le nostre risorse economiche.
Scritto da Maria Pia.
A seguito dell’esito, amaro e sorprendente, del giudizio di cassazione sul processo Berneschi, alla già compromessa (per come è stata gestita la vicenda Carige e per l’impatto dirompente per le tasche dei piccoli risparmiatori) considerazione per il sistema finanziario italiano, si è aggiunta la frustrazione e la sfiducia per la “giustizia”.
Le parole del PM di Genova Franz dopo la sentenza, pubblicate su il secolo XIX, dicono tutto: “Processo Berneschi, uno stop incivile, la cassazione smentisce 10 giudici.”
Essendo già provati da mesi di ansie e angosce per quanto raccontato su Banca Carige, fino all’assemblea del 20 settembre, dopo avere subito l’ennesima penalizzazione finanziaria, per gli azionisti dell’istituto di credito genovese arriva quest’altra beffa.
Inizialmente, leggendo la relazione dei commissari, avevo fiducia per il buon esito delle cause con Apollo e Amissima, confidando pieno recupero del tesoretto di 127 milioni accantonato per eventuali penali e in un minimo ristoro.
Ora tremo. Penso che, ancora una volta, saremo “traditi” da istituzioni e amministratori.
Le parole dette e scritte si perderanno in un altro accordo transattivo che vedrà la giustizia calpestata in nome dell’interesse dei soliti e di cui solo noi piccoli risparmiatori pagheremo conto.
Nostro commento
Possiamo solo dirle grazie gentilissima Maria Pia. Ha le idee chiare, in poche righe ha sintetizzato il dramma che stanno vivendo gli azionisti di Banca Carige. I loro risparmi si sono dissolti e nessuno è ancora riuscito a spiegare come e perché. Soprattutto la ringraziamo perché, nonostante le amare considerazioni, non ha ancora gettato la spugna, non si è ritirata in un angolo a leccarsi le ferite. Ha tempestivamente manifestato il suo interesse ad aderire a un’azione legale. Noi la ringraziamo per la fiducia che ha riposto in noi e saremo orgogliosi del nostro operato, se riusciremo a dimostrarle di esserne degni.
Scritto da Marco
Buongiorno, ringraziandola per l’impegno profuso, mi dispiace comunicarle che non intendo procedere per vie legali per una ragione semplice, non ho nessuna fiducia nella giustizia italiana o internazionale, visto le notizie odierne sulla causa a Berneschi. Questo …, che ha distrutto i nostri risparmi, ha ancora il coraggio di parlare e addirittura chiedere un risarcimento e non perché innocente ma perché, secondo lui, vittima di giochi di potere e non considera che si dovrà rifare il processo per vizio di forma. Non si pone nessun problema verso i piccoli azionisti e, invece di chiedere scusa per averli …, parla come se fosse innocente. Purtroppo i tempi processuali non porteranno a nessuna condanna e i veri condannati rimarranno i piccoli azionisti. Una vergogna all’italiana.
Nostra risposta
Rispetto la sua decisione e mi permetto di farle vedere alcuni aspetti che potrebbero generare risultati, ancora prima di aderire a un’azione di rivalsa. Manifestare il proprio interesse e dichiarare capitale investito e numero di azioni possedute, permette di abbassare il preventivo per un’eventuale azione legale e questo favorirebbe tutti gli azionisti che vorranno aderire. Se il numero di manifestazioni d’interesse fosse elevato e noi lo dichiarassimo attraverso la stampa, le istituzioni potrebbero capire la gravità di cosa sta succedendo e annullare la ricapitalizzazione proposta dai commissari.
Fino a qui nessuno avrebbe ancora assunto alcun impegno e non si sarebbe speso nulla. Se saremo costretti a fare partire un’azione di rivalsa collettiva, solo dopo avere sentito il costo (che dovrebbe essere un modesto contributo al fondo spese e una percentuale di quanto sarà riconosciuto come danno) e i contenuti dell’atto con cui si citano le controparti, chi lo riterrà vantaggioso, potrà decidere di aderire.
Scritto da Beppe
Vediamo se riusciamo dove siamo “liberi” di dare una versione un po’ più seria alla recente sentenza della Cassazione sui fatti Carige. Vediamo se è più importante scrivere a pagina intera o quasi che Berneschi ora chiede i danni…
E’ vero che il nostro “super garantismo” italiano prevede tre gradi di giudizio per correggere possibili errori. Ma il super garantismo non deve significare super offesa alla verità dei fatti.
La condanna in primo e in secondo grado è oggi messa in discussione con il rischio di prescrizione per fatti formali relativi alla sede di giudizio.
E’ mai possibile che fatti formali, d’importanza certamente minore agli occhi delle migliaia di persone tradite e offese, possano rimettere in discussione il lavoro di tanti Magistrati?
Ecco quello che non ho letto sui giornali di oggi a pagina intera e che invece meritava di essere detto. Quando vedo queste cose, penso che il “super garantismo” possa degenerare nel super ridicolo, nel super tragico, nel super ingiusto.
A scrivere le leggi non possiamo mandare magistrati, avvocati, uomini di legge ma solo persone meno esperte ma con grande voglia di dare importanza alla verità.