Pochi giorni fa avevamo pubblicato un articolo con le considerazioni logiche che affioravano spontanee, e che era naturale emergessero in una società civile, dopo l’emissione di una sentenza della Corte di Cassazione che sanciva, inequivocabilmente, come gli azionisti di Banca Carige avessero subito una violazione dei loro diritti sin dal 2005, cui ne erano seguite molte altre, tutte denunciate in più occasioni, a organi di controllo e vigilanza, alla commissione parlamentare d’inchiesta sulle banche e il sistema finanziario, oltre che a varie cariche politiche.
Ci aspettavamo che quell’articolo scuotesse le coscienze e che si cominciasse a parlare di cosa fossero stati costretti a subire gli azionisti che, ingenuamente, avevano creduto nella banca del territorio e in ciò che si raccontava loro allo sportello, o che i vertici della società dichiaravano pubblicamente. Non abbiamo sentito nemmeno una parola a loro favore. Ci sarebbe molto da dire sul comportamento dei media. Lo faremo, ma qui preferiamo dare evidenza al silenzio della politica, che è tanto più assordante, quanto più è lunga la lista dei nostri esposti. Crediamo sia giunto il momento di dire ai risparmiatori che è necessario fare capire che esistono come categoria e hanno diritti garantiti dalla costituzione, che i politici non possono far finta di non conoscere.
Prego le persone più arrabbiate di avere pazienza, di trattenere i soliti improperi verso una politica che quando chiede il voto ci riempie di suadenti promesse e, ottenuta la poltrona, si disinteressa totalmente della tutela diritti di chi li aveva votati. Oggi vogliamo proporre qualcosa di inconsueto: sotto trovate l’ennesimo esposto inviato alla Commissione parlamentare, in cui sono stati sintetizzati gli abusi commessi a danno degli azionisti di Banca Carige. Lo abbiamo adattato affinché con uno snello copia – incolla e l’inserimento di una rapida personalizzazione, possiate inviatelo a tutti i politici cui vorrete comunicare il vostro sdegno (non è difficile trovare su internet sia i contatti con politici locali, sia con quelli nazionali; per esempio: i componenti della commissione parlamentare d’inchiesta sulle banche e il sistema finanziario sono 40, tutti riportati nella pagina Web della commissione). Fatelo tutti insieme, con tutti i mezzi informatici possibili: chat, social o posta elettronica; continuate a farlo finché qualcuno non si accorge che esistete. Fate il passaparola con amici e conoscenti anche se i loro risparmi erano stati investiti in banche diverse da Carige, cambiando la narrazione degli abusi, tutti i risparmiatori possono unirsi a noi e partecipare, ad esempio quelli che sono rimasti invischiati in Monte dei Paschi o Popolare di Bari, ma l’elenco potrebbe proseguire.
Segnalateci i nomi di chi dovesse prendere in considerazione i vostri esposti, perché noi lo indicheremo all’attenzione dei risparmiatori che, in Cabina elettorale potranno operare una scelta consapevole alle prossime elezioni. Se il ceppo di legno ripreso nella foto da Patrizia, è riuscito a generare un fiore, è mai possibile che tra i 945 eletti al parlamento non ce ne sia almeno uno che abbia una testa pensante e il senso di responsabilità necessario per tutelare il diritto sancito dall’articolo 47 della costituzione? Possibile che la loro indifferenza sia tale da generare, in un intero mandato elettorale, meno di quanto sia stato capace di fare un pezzo di legno? Scriviamo tutti e verifichiamo se qualcuno ha voglia di accorgersi che decine di migliaia di famiglie italiane meritano attenzione.
Oggetto: sentenza della Corte di Cassazione che attribuisce chiare responsabilità al declino di Banca Carige e documenta come gli azionisti anziché vedere tutelati i diritti costituzionali, sono stati più volte beffati.
(Nome, titoli e ruolo del destinatario) Buon giorno
La sentenza in oggetto, che né media né organi che, a livello nazionale, dovrebbero ricoprire ruoli di vigilanza e controllo, hanno ritenuto di dovere considerare degna di analisi approfondite, m’induce a portare alla sua attenzione fatti che documentano quanto tracciato in oggetto.
Per non impegnare il suo tempo più del minimo necessario a fare una rapida presa di coscienza dei fatti, produco una traccia sintetica che potrà approfondire con dovizia di dettagli nell’articolo Carige: una sentenza di Cassazione, pubblicato sul sito www.vocedegliazionisti.it il primo marzo, insieme ai 150 pubblicati in precedenza, sul caso Carige, ma non solo.
- Nel 2014 il presidente di Banca Carige Giovanni Berneschi e l’ex amministratore di Carige Vita nuova, Fernando Menconi vengono posti agli arresti domiciliari per: una presunta truffa al comparto assicurativo della banca genovese, Carige Vita Nuova e, tra le accuse che li vedono coinvolti con altri 5 soggetti, c’erano anche: associazione a delinquere, intestazione fittizia di beni, riciclaggio e reinvestimento dei profitti illeciti. Molti azionisti sin erano costituiti come parte civile nel processo penale che era stato aperto.
- I legali degli accusati hanno chiesto il trasferimento del processo a Milano, ritenendo che la competenza territoriale spettasse a quella sede. Il processo di primo grado e d’appello si sono svolti a Genova, con soccombenza degli accusati, ma non del consulente finanziario che aveva dato assistenza per l’investimento del denaro ricavato dalla truffa. Ad alcuni dei riconosciuti colpevoli, sono state attribuite pene molto più elevate di quelle richieste dall’accusa.
- Poi, il caso è approdato alla Corte di Cassazione, che ha annullato i due processi svolti a Genova, riconoscendo che la sede competente fosse Milano.
- Pochi mesi dopo, tutti i reati che potevano permettere il risarcimento agli azionisti, sono caduti in prescrizione, beffandoli per avere aggiunto costi di assistenza legale ad un investimento che, come documentato nell’articolo citato sopra, si era azzerato.
- Chi era stato condannato, ha chiuso il contenzioso con un accordo transattivo, in cambio di pene irrisorie e subendo il sequestro di una somma di 21,9 milioni.
- Chi era stato assolto ha preferito non accordarsi e nel giudizio di ultima istanza in Italia, è stato condannato a pene superiori rispetto a chi aveva organizzato la truffa e chiesto la sua consulenza per il riciclaggio.
- Beffa delle beffe, la sentenza di Cassazione confermava implicitamente la colpevolezza degli imputati, ma non consentiva il risarcimento degli azionisti, perché un’errata attribuzione della competenza territoriale aveva incrementato in modo anomalo il tempo del processo a 5 sentenze, anziché limitarlo alle 3 previste.
Tutte le incredibili considerazioni che ne possono derivare sono ampiamente esposte nell’articolo citato, unitamente alla precisa descrizione di come gli azionisti che non avevano più denaro per difendere la propria quota di possesso azionario, abbiano perso quasi integralmente il capitale investito.
Qui giova aggiungere che chi aveva ancora risparmi a disposizione e aveva creduto nelle dichiarazioni pubbliche rilasciate dagli amministratori che si sono avvicendati ai vertici della banca, aderendo ad altre 3 ricapitalizzazioni, in cui sono stati versati 2,2 miliardi di liquidità, li ha visti quasi totalmente espropriati nel quarto aumento di capitale, in cui era stato negato anche il diritto d’opzione.
Quanto accennato nell’ultimo capoverso, è già stato oggetto degli ultimi dieci esposti che sono stati inviati alla Commissione parlamentare d’inchiesta sulle banche, senza che avessero alcun seguito, nonostante segnalassero anche che:
- la Procura di Milano avesse avviato un’indagine per false dichiarazioni sociali nella semestrale del 2018;
- la Procura di Genova avesse diffuso registrazioni che documentavano come Pietro Modiano, quando era presidente di Banca Carige nell’ottobre 2018, e prima di ricevere l’incarico di commissario, stesse cercando nuovi azionisti per un aumento di capitale che non era ancora noto né al mercato, né al consiglio di amministrazione e l’interlocutore fosse Castellucci, un indagato per reati vari collegati al crollo del ponte Morandi, che appariva disponibile a compromessi per evitare la possibile revoca della concessione autostradale;
- la ricapitalizzazione senza diritto d’opzione era stata approvata con il contributo indispensabile apportato da una raccolta deleghe sollecitata dai dipendenti della banca, che, in conflitto d’interesse, convocavano gli azionisti telefonicamente per indurli a rilasciarle, fare la raccolta ed inviarle via fax al rappresentante designato, contravvenendo la norma che prevede il mantenimento della segretezza sull’intenzione di voto del delegante, sino allo scrutinio;
- nemmeno le dimissioni del compianto e stimatissimo Professor Giuseppe Tesauro, dalla carica di presidente della banca, e motivate con la sua esclusione dall’interazione con la Banca Centrale Europea, che comunicava solo con l’Amministratore delegato Fiorentino, sono state ritenute sufficienti ad accendere un faro su ciò che avveniva in Banca Carige.
Le sembra degno di un paese civile la sequenza di fatti che sta perseguitando da 17 anni i piccoli azionisti che hanno voluto difendere la banca che presidia il loro territorio da oltre 5 secoli? Cosa altro deve accadere perché qualcuno intervenga ad interrompere la lunga sequenza di abusi?
Eppure esistono possibili soluzioni, con enormi ritorni positivi, che potrebbero ridare lo slancio perduto al sistema paese. La politica deve avere ben chiaro che non possono esistere mercati finanziari capaci di generare benessere diffuso, in mancanza della fiducia che induce chi possiede capitali da investire, a immetterli sul mercato. Per ottenere il risultato, basta il rispetto dell’articolo 47 della Costituzione. La motivazione per farlo, dovrebbe derivare dalla consapevolezza che una Nazione incapace di difende i risparmiatori, è destinata ad un inarrestabile declino
Grato per l’attenzione che vorrete riservare alla presente. Porgo i miei più rispettosi saluti.
(Firma del mittente)