Dopo la pubblicazione con commento di 5 interventi senza alcuna risposta e 2 con una non risposta, presentati nell’assemblea del 31 gennaio 2020 da piccoli azionisti che si riconoscono nei principi e nei valori del nostro sito, ora proponiamo l’intervento di replica con una sintetica esposizione delle conclusioni che danno un senso compiuto a tutto quanto è stato da noi realizzato in un anno di intenso lavoro, teso a denunciare il pericoloso punto di non ritorno che potrebbe essere stato raggiunto dalla finanza italiana.
Le funzioni di vigilanza e controllo sono a un bivio epocale, devono decidere se interrompere la degenerazione di comportamenti che penalizzano gli azionisti e trasferiscono ricchezza dai risparmiatori che hanno sostenuto un’impresa in difficoltà, ai furbi che si presentano dopo reiterate iniezioni di capitale fresco, oppure continuare a proteggere i personaggi che gestiscono un’impresa a proprio piacimento, permettendosi di ignorare gli azionisti, ritenendo assolutamente normale evitare di rispondere anche alla più elementare delle domande: “Quante deleghe sono state conferite mediante Computershare nell’assemblea del 31 gennaio 2020”? Se è lecito non dare risposte alle domande poste dagli intervenuti, a cosa servono le assemblee delle società quotate?
Intervento di replica Franco C. in assemblea Banca CARIGE del 31 01 2020
Oggi sono state poste moltissime domande, lasciamo giudicare ai presenti quanto siano state esaustive le risposte. Noi non siamo certamente rimasti stupiti, il livello di affidabilità delle vostre affermazioni è documentato da molte dichiarazioni fatte nel corso del vostro mandato di commissari. Ne citiamo solamente alcune, per giustificare le ragioni della nostra diffidenza.
- Nell’assemblea del 20 settembre, avete detto che l’accordo tra FITD, SVI e CCB era privato ed immodificabile, giustificando implicitamente la legittimità di non renderlo pubblico. Affermazioni che sono state portate a giustificazione dell’impossibilità di fare accedere allo sconto concesso da FITD a CCB, anche gli azionisti storici.
- Quando è diventata indispensabile la presentazione di una lista di minoranza, in mancanza della quale quest’assemblea sarebbe stata ritenuta invalida, CCB ha presentato la propria, che, per essere ritenuta valida, ha costretto a rendere pubblica una parte dell’accordo quadro, da cui è chiaramente emerso che Banca CARIGE lo aveva sottoscritto, che FITD era libero di vendere le azioni possedute a chi e quando lo avesse ritenuto opportuno.
Non ci addentriamo oltre e lasciamo a chi ci ascolta la valutazione su tutte le incongruenze che emergono da queste dichiarazioni. Esprimiamo un solo dubbio: non è possibile che quell’accordo sia stato tenuto segreto per avere la possibilità di modificarlo in funzione delle necessità che sarebbero insorte?
Sono grato a Carlo Collodi, che con 170 anni d’anticipo è riuscito a prevedere cosa sarebbe accaduto a noi e a descriverlo con una metafora che si è sempre adattata ai tempi di chi la leggeva. Ancora oggi sono colpito da saggezza e rigore morale di Grillo Parlante e Fata Turchina, i cui valori mi spingono a ritenere si debba fare qualcosa d’importante per evitare che l’Italia continui a essere il campo dei miracoli in cui c’è sempre qualcosa che giustifica il dissolvimento dei risparmi e mai un responsabile da perseguire. Gli azionisti di Banca CARIGE devono tutelarsi perché non sono burattini senza diritti, cui propinare una delle solite incomprensibili spiegazioni.
Abbiamo inviato lettere ed esposti a tutti e nessuno si è mai fatto carico delle evidenze denunciate. Ritengo che, ormai, sia palese a tutti la necessità di promuovere una raccolta di manifestazione d’interesse, per valutare la possibilità di aprire un’azione legale che possa tutelare tutti gli azionisti di Banca CARIGE, compresi quelli che avevano votato sì. Chi desidera avere informazioni può rivolgersi al sito www.vocedegliazionisti.it. Io ho deciso di abbandonare l’assemblea prima dell’inizio del voto, perché non voglio che il mio nome possa essere associato a ciò che si sta deliberando, anche in considerazione delle denuncie che ho fatto per documentare l’invalidità dell’assemblea straordinaria che ha generato questa. Invito tutti gli azionisti che condividono i miei principi morali, a decidere liberamente se uscire o restare per il voto.
Considerazioni finali sugli 8 interventi in assemblea del 31 01 2020
Dal verbale estraiamo una non risposta con cui si è cercato di distorcere ancora una volta la realtà di quanto accaduto da dicembre 2018 in poi agli azionisti di Banca CARIGE:
- Il signor Franco C, poi, fa una serie di domande precise che però nella gran parte non riguardano l’ordine del giorno della presente Assemblea, perché si tratta di temi posti all’ordine del giorno della precedente Assemblea del settembre 2019; quindi in realtà sono fuori dall’ordine del giorno di oggi. Ricordo solo un’ultima volta che l’operazione, che è stata eseguita, aveva lo scopo di mettere in sicurezza la Banca, ha visto coinvolto, come ricordava Pietro Modiano e come sapete, il sistema finanziario italiano attraverso il FITD e lo SVI e primari partner privati senza i quali non sarebbe stata possibile, ed è stata conclusa alle condizioni che sapete, che peraltro sono apparse le uniche ipotizzabili. Quindi, sì, l’operazione di cui parliamo per noi è stata conclusa negli interessi di tutti gli stakeholder, ma ognuno può avere le sue valutazioni e comunque, ripeto, non è oggetto dell’ordine del giorno dell’Assemblea di oggi.
Riporto le uniche due domande da me poste nel corso dell’assemblea e integrate con una serie di fatti a supporto delle motivazioni per cui le avevo poste, su cui non mi dilungo perché oggetto dell’articolo, Banca CARIGE: domande senza risposta 1.
- Pongo una prima domanda e auspico riusciate a dare una risposta diversa dall’unica che sono riuscito a trovare io e che, per rispetto, non posso esprimere: che cosa avete fatto per gli azionisti che hanno scelto due di voi per insediarli al vertice di Banca CARIGE?
- A favore di chi avete preso tutte le misure per trasformare Banca CARIGE in una banca tra le migliori a livello nazionale?
A questo punto, dopo un anno di domande senza risposta, son costretto a chiudere con altre domande, cui potremo dare una risposta solo noi azionisti :
- Gli azionisti di Banca CARIGE sono considerati tra gli stakeholders della società, oppure sono semplicemente il bancomat da cui prelevare i soldi necessari al risanamento di Banca CARIGE?
- Se la risposta alla prima domanda fosse sì, ripeto, che cosa è stato fatto per tutelare i loro diritti e i loro interessi da parte di chi è stato insediato ai vertici della società?
- Ancora: se la risposta alla prima domanda fosse sì, perché non si è pensato di proporre come alternativa a ciò che era stata definita l’unica soluzione possibile, lo stesso sconto riservato a CCB, ai vecchi azionisti di Banca CARIGE?
- Siamo costretti a ripeterci: se la risposta alla prima domanda fosse sì, perché si afferma che per salvare Banca CARIGE serviva il capitale che, se e quando avesse deciso di versarlo, una banca ancora senza autorizzazione della BCE, sarebbe stata l’unica soluzione possibile?
- Come mai è stato deciso che il capitale che i vecchi azionisti erano disposti a versare, in presenza di un piano industriale credibile e sostenibile alla luce dei nuovi parametri imposti da BCE per il 2019, non fosse idoneo a mettere in sicurezza Banca CARIGE?
- Se non si è avuto il coraggio di dichiarare in assemblea quante deleghe fossero state conferite dagli azionisti a Coputereshare, a quali domande ci si può attendere sia data una risposta in una qualsiasi assemblea di società quotata alla borsa italiana?
- Se la finanza è diventata il campo dei miracoli di cui abbiamo parlato nel nostro intervento di replica, perché mai un risparmiatore dovrebbe continuare a investire i propri risparmi in un ambito in cui spariscono con maldestri giochi di prestigio, senza che le funzioni di controllo e vigilanza muovano un dito per tutelare i suoi diritti?
Noi non vogliamo seminare pessimismo, ma desideriamo diffondere la consapevolezza che solo una massiccia reazione degli azionisti potrà generare il cambiamento. Se non ci hanno aiutato le funzioni preposte alla tutela dei risparmiatori, ci resta solo la possibilità di ricorrere alla Corte di Giustizia Europea. Se ci abbandoniamo a una silenziosa rassegnazione e al senso d’impotenza per quanto ci è accaduto, non potremo più investire i nostri risparmi in un mercato che potrebbe solo comprimere ulteriormente i nostri diritti e vanificare ancora più rapidamente dei il valore del nostri investimenti. Se ci daremo la possibilità di ottenere il recupero dei danni subiti, riusciremo a generare il cambiamento che possa riportare i diritti, l’etica e la tutela del risparmio, a livelli degni di una società che abbia a cuore il futuro dei risparmiatori, che in moltissimi casi investono per garantirsi una serena conclusione della propria vita.