Un lancio Ansa del 7 luglio 2021 ci aveva profondamente turbati. Comunicava la triste notizia che il Prof. Giuseppe Tesauro ci aveva lasciati. Il rispetto che nutrivamo per lui, per ciò che aveva rappresentato per Napoli, per l’Italia e per l’Europa, ci ha indotti a non turbare i suoi famigliari con un intervento tempestivo, nei giorni in cui stavano elaborando il dolore per la sua scomparsa.
Abbiamo assunto la posizione di osservatori, auspicando che altri completassero in modo oggettivo la commemorazione del suo impegno al servizio dei diritti di tutti.
Abbiamo letto con attenzione le numerose rievocazioni e le espressioni di cordoglio, sperando di vedere colmata la lacuna che lo aveva descritto, nelle prime ore dopo le sue dimissioni dall’incarico di Presidente della Carige, come un amministratore non esecutivo, senza deleghe e senza presenze nei comitati istituiti dal CdA che lui stesso presiedeva. Dopo giorni d’intensa meditazione, abbiamo deciso che la stima per il giurista che aveva accettato l’incarico in una banca, c’imponeva di esporre con la massima chiarezza la sensazione che aveva pervaso gli azionisti dopo la sua accettazione dell’incarico. Noi siamo convinti che, fare chiarezza su quel momento particolare della sua vita, potrebbe dare un significato molto più elevato alla sua disponibilità per un incarico che, considerata l’incisività con cui si era impegnato nel presidio delle numerose funzioni di responsabilità istituzionale ricoperte in precedenza, non poteva che essere considerato come un ruolo di massima garanzia, non di semplice rappresentanza, come poteva apparire dalla lettura della scarna comunicazione diffusa dall’istituto di credito che ci annoverava tra i suoi azionisti.
Non lo avevamo mai detto in precedenza, perché non volevamo assolutamente che potesse essere coinvolto in una sterile discussione in ambito finanziario. Era una personalità in cui avevamo investito la nostra fiducia, sino al punto di vederlo come un baluardo di garanzia, che non lasciava dubbi sul rispetto dei nostri diritti di azionisti. Sin dalla sera del 31 marzo 2016, quando era stato eletto alla presidenza della banca Carige, avevamo creduto che l’ingresso di persone con indubbia competenza giuridica e in possesso di doti morali riconosciute da tutti, potesse segnare una svolta epocale per la finanza, perché ciò che il Professore aveva dimostrato di essere, era esattamente quello che noi ritenevamo indispensabile per una tutela del risparmio nazionale ed europeo.
Stimavamo talmente tanto il Professor Giuseppe Tesauro, che le sue dimissioni, presentate alla banca il 25 giugno 2018, ci avevano spinti a guardare ciò che stava accadendo nell’istituto di credito genovese, con distaccata circospezione e attraverso la lente d’ingrandimento dei dubbi. Ebbene, fu proprio in quell’occasione che in noi maturò la convinzione che fosse necessario fare qualcosa d’importante per portare alla ribalta e denunciare le troppe incomprensibili incongruenze che emergevano dal sistema finanziario. Gli scandali stavano venendo a galla con una frequenza insolita, che, unita all’indifferenza delle funzioni di vigilanza e controllo, stavano facendo evaporare la fiducia che, per anni, avevamo riposto nella finanza. Per documentare le motivazioni che avevano incrementato il senso di sfiducia in un sistema finanziario che avevamo creduto molto diverso da quello che ci appariva in quel momento, riportiamo alcuni passaggi estratti dai quotidiani dell’epoca, che contengono alcune dichiarazioni che il Professore aveva rilasciato per motivare le proprie dimissioni
“La Repubblica” del 26 giugno 2018
- Le dimissioni sono arrivate ieri e sono motivate “da sopravvenute divergenze relative alla governance e gestione della banca”.
- In una lettera Tesauro ha quindi chiarito i motivi alla base del suo passo indietro. “Non riesco più a comprendere le modalità relazionali della Bce, la quale negli ultimi tempi scrive e dialoga direttamente con l’a.d e solo marginalmente col presidente”…
Da intervista che il Professor Tesauro aveva rilasciato a “Il Sole 24 Ore”
- “Devo riconoscere che Fiorentino è bravo, ma fa tutto sempre da solo e non ne parla mai con i vertici della banca. Quindi noi ci troviamo, il giorno prima del consiglio, con qualcosa da acquistare o da vendere ma non sappiamo nemmeno che cos’è. Questo è un punto e poi è un po’spendaccione».
- “Ripeto, l’uomo (Paolo Fiorentino ndr) è bravo ma vuole fare tutto da solo senza dire niente a nessuno. Anche queste storie che escono sui giornali relative a fusioni con altre banche e così via: non ne abbiamo mai parlato. Io, poi, non avendo deleghe devo stare attento solamente al fatto che le cose si svolgano regolarmente … Comunque spero che la banca, alla quale sono affezionato, si rimetta bene. Spero che anche le incomprensioni fra le persone riescano a rientrare, in modo che Carige possa avere un percorso molto più sereno. Lo vedo possibile se Fiorentino cambia metodo. Ci vuole più dialogo. Non si possono fare gli affari con i soldi degli altri senza parlarne nemmeno, questo è il problema”.
Poiché vorremmo giungere a conclusioni che illustrino al lettore l’accaduto in modo oggettivo, evitiamo di esporre una nostra opinione sui fatti che avevano indotto il Presidente della banca ligure a presentare le proprie dimissioni. Per documentare la diffusa considerazione e l’illimitata stima che avevano accompagnato il giurista di fama europea nella lunghissima serie d’incarichi ricoperti, riportiamo una piccolissima selezione dei messaggi di cordoglio che sono stati espressi dai massimi livelli istituzionali e dalle più diffuse testate nazionali.
Comunicato stampa Cordoglio del Presidente Sergio Mattarella per la morte di Giuseppe Tesauro
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, appresa la triste notizia della morte di Giuseppe Tesauro, esprime la sua partecipazione al dolore dei familiari, ricordandone la grande figura di giurista e l’alto senso delle istituzioni sempre manifestato nei tanti importanti ruoli svolti al servizio della Repubblica.
Cordoglio della Presidenza del consiglio
Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, esprime il suo sentito cordoglio per la scomparsa del professor Giuseppe Tesauro.
Studioso dalla raffinata cultura giuridica e profondo innovatore, al prof. Tesauro si deve un impulso decisivo all’integrazione tra il diritto italiano e quello europeo, nei suoi ruoli di Presidente della Corte costituzionale e dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, nonché di Avvocato generale della Corte di giustizia dell’Unione europea.
Alla moglie Paola, ai figli e ai nipoti vanno le più sentite condoglianze di tutto il Governo.
Il cordoglio del sindaco di Napoli Luigi de Magistris
Esprimo da Sindaco di Napoli e Presidente del Consiglio d’indirizzo del Teatro San Carlo, il profondo cordoglio mio personale e della città per la fine terrena del Prof. Giuseppe Tesauro, Presidente emerito della Corte Costituzionale, insigne maestro di diritto, uomo di infinita cultura e di profonda sensibilità sociale e politica.
All’interno del Teatro più antico d’Europa, quale componente del consiglio d’indirizzo, ha sempre dato un elevatissimo contributo istituzionale e scientifico. Espressione della immensa tradizione giuridica napoletana il Prof. Tesauro lascerà in eredità il suo encomiabile insegnamento ed il suo radicato sapere esercitato anche tra le più alte cariche istituzionali.
Ai suoi cari e ai suoi familiari rappresentando le più sentite condoglianze non posso non ricordare la sua abnegazione e sensibile umanità.
Il ricordo di Francesco Scalafani: avvocato dello stato per la presidenza del consiglio, amico personale ed allievo del Prof. Giuseppe tesauro
Sono profondamente commosso; avevo un rapporto personale e molto stretto con lui. Ho avuto l’onore di essere stato suo allievo. Da un punto di vista professionale sappiamo tutti chi è stato Giuseppe Tesauro e vorrei sottolineare il suo profondissimo senso istituzionale. Era un uomo delle istituzioni. Sotto il profilo umano, l’espressione che più gli si attaglia è di essere persona amabile, con una umanità straordinaria ed un umorismo napoletano simpatico. Riusciva a stare vicino a tutti anche quando copriva ruoli che lo ponevano in un ruolo istituzionale elevato
Tesauro è considerato uno dei maggiori rappresentanti della scuola giuridica napoletana di tutti i tempi, ed ha ricoperto cariche di prestigio in campo nazionale ed europeo essendo stato nominato giudice della Consulta nel 2005, poi presidente nel 2014. Dal ’98 al 2005, invece, era stato il numero uno dell’Antitrust, e prima, avvocato generale per l’Italia alla Corte di giustizia delle Comunità europee.
Corriere della sera – Economia: riportiamo il trafiletto con cui fa l’annuncio
Giuseppe Tesauro, giurista della scuola napoletana ed ex presidente della Consulta e dell’Antitrust, è morto all’età di 78 anni. Maestro del diritto, uomo delle istituzioni, antesignano nello studio dell’Unione europea si è spento a Napoli, la sua città natale. Tra i suoi incarichi quello di giudice della Corte Costituzionale, di presidente della Consulta nel 2014, di guida dell’Antitrust dal 1998 al 2005. Senza dimenticare il suo lavoro come avvocato generale della Corte di giustizia europea. È stato poi presidente di Banca Carige dal 31 marzo 2016 al 25 giugno 2018. Anno in cui si dimise anche dalla carica di consigliere di amministrazione ritenendo eccessive le spese sulle consulenze della banca.
Il sole 24 Ore.com (Sebastiano Maffettone)
Tesauro, rara saggezza che andava oltre quella del fine giurista.
Giuseppe Tesauro se ne è andato. Aveva 78 anni. Lo ho appreso da amici, con profonda tristezza, e mi è difficile crederlo.
Perché Giuseppe Tesauro non era solo “il professore” ma anche un uomo di straordinaria vitalità e concretezza … Tutto ciò però non rappresenta che la punta di un iceberg. Perché Tesauro ha fatto giurisprudenza ad alti livelli come Avvocato Generale presso la Corte di giustizia delle Comunità europee, Presidente dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato per sette anni, per essere poi nel 2005 nominato giudice alla Corte costituzionale, Corte presso cui Il 30 luglio 2014 è stato eletto Presidente …
La Repubblica (Conchita Sannino).
È morto Tesauro, era tra i più grandi giuristi della scuola napoletana
… Dal gennaio del 1998, Tesauro aveva svolto un ruolo importante – per sette anni – come presidente dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato , designato dagli allora presidenti di Camera e Senato, Luciano Violante e Nicola Mancino, conferendo a quell’incarico una maggiore autorevolezza e intestandosi battaglie di rigore contro di Conchita Sannino monopoli e oligopoli consolidati e sollecitando liberalizzazioni nei settori protetti, e distinguendosi nella lotta ai cartelli tra imprese assicurative nonché tra le industrie del tabacchi …
Se, come noi crediamo, tutto quanto è stato scritto su Tesauro e in parte da noi riportato, corrisponde a verità, le considerazioni e domande inquietanti che derivano da questa costatazione, assumono significati e sfumature che aggravano, in modo significativo, quanto accaduto agli azionisti di Banca Carige dopo le sue dimissioni. In tutti gli scritti pubblicati sin dall’apertura di questo sito, avevamo descritto l’accaduto senza considerare mai questo passaggio, perché avevamo avuto il timore di essere stati noi a sopravvalutare il significato del suo ruolo di Presidente in Banca Carige.
Dopo avere avuto conferma che le più alte cariche dello stato, altri livelli di responsabilità politica di minor rilievo e i media più noti del panorama nazionale, gli avevano riconosciuto gli stessi meriti per cui noi lo ritenevamo la figura ideale per avviare il cambiamento che avrebbe potuto fare tornare la finanza al suo ruolo d’intermediario tra risparmio e sistema produttivo, non potevamo manifestare la stessa indifferenza di altri e ci siamo sentiti in dovere d’integrare quanto descritto sino ad oggi sul caso Carige, con dettagli che possono aiutare a capire meglio l’accaduto.
- Le motivazioni che hanno indotto il Professor Tesauro alle dimissioni sono quanto mai chiare e ne facciamo una sintesi: non avevo deleghe, il mio ruolo era quello di garante della regolarità di quello che si metteva in atto; Bce e Fiorentino dialogavano tra di loro e mi coinvolgevano solo marginalmente, l’AD ci diceva le cose all’ultimo momento, senza che si riuscisse a capire ciò che dovevamo approvare, uscivano informazioni di stampa su possibili aggregazioni, senza che a noi fosse stata data alcuna anticipazione.
- Le dimissioni a raffica di altri consiglieri hanno fatto decadere il consiglio di amministrazione e Fiorentino si era presentato nella lista Mincione, un azionista che aveva cercato di stringere un patto con altri azionisti per potere scalare Carige, senza riuscirci.
- Sempre Mincione avrebbe presentato ai commissari Ccb, la banca che avrebbe dovuto acquisire il controllo di Carige ad un prezzo scontato del 47% rispetto a quanto avrebbero pagato i vecchi azionisti per aderire alla ricapitalizzazione.
- Negli anni successivi Mincione sarebbe rimasto coinvolto in uno scandalo che i media hanno presentato come operazioni poco trasparenti, con utilizzo di denaro del Vaticano. Ccb non avrebbe esercitato l’opzione d’acquisto, facendo fallire il progetto utilizzato come giustificazione per un esproprio quasi integrale dei vecchi azionisti.
- A dimostrazione che la Bce non aveva comportamenti omogenei con tutti i presidenti della banca, una intercettazione della procura di Genova ha dimostrato che chi aveva assunto lo stesso incarico di Tesauro, Pietro Modiano, aveva preso contatto con un operatore di mercato, per coinvolgerlo in una nuova ricapitalizzazione della banca, prima ancora di avere messo al corrente il consiglio di amministrazione e gli azionisti.
- Da quell’intercettazione emergeva anche che si stava tentando di negoziare un ingresso in Banca Carige con un indagato per reati molto gravi, ipotizzando uno scambio di favori che evitasse la sospensione di una concessione autostradale.
- Pochi giorni dopo le dimissioni del Professore, mentre era in corso un’ispezione della Vigilanza Bce, fu rilasciata una semestrale, che gli stessi commissari dovettero ammettere di non potere affermare che fosse stata predisposta con i criteri contabili definiti dalla Bce.
Le domande che si possono porre su quanto accaduto, sono sconcertanti, le considerazioni che ne derivano pure:
- Come mai al professor Giuseppe Tesauro non era stato detto nulla di ciò che sarebbe stato noto al suo successore solo poche settimane dopo avere ricevuto l’incarico?
- La procura di Milano ha aperto un’indagine su una semestrale rilasciata da Fiorentino poco dopo le dimissioni di Tesauro e sulla quale anche i commissari hanno definito non fosse stata eseguita in conformità ai principi contabili definiti dal regolatore. Questa costatazione, non potrebbe essere considerata una conferma della concretezza delle motivazioni che lo avevano indotto a dimettersi.
- Come mai dopo le dimissioni del presidente è emerso un fabbisogno di capitale fresco, mentre nel periodo in cui era in carica si parlava di un ritorno all’utile della banca nell’esercizio 2018?
- Soprattutto, come mai nessuno ha ritenuto di dovere intervenire per fare approfondimenti e fare emergere con chiarezza cosa stesse accadendo, considerando i fatti resi noti da una personalità con la competenza giuridica e la dimostrata onestà intellettuale di Giuseppe Tesauro?
- Se Tesauro non fosse stato indotto a dimettersi, siamo certi che il risanamento di Banca Carige avrebbe seguito il percorso che ha favorito l’espropriato dei vecchi azionisti?
Noi crediamo che la strategia delle tre scimmiette sia la tattica più efficace a disposizione di chi voglia liberarsi di persone che potrebbero mettere in difficoltà un sistema che ricicla i soliti personaggi e che teme l’inserimento di chi potrebbe fare cambiare le regole del gioco: io non vedo, io non sento, io non parlo! Chiunque trovandosi di fronte ad un simile muro di gomma, essendo una persona orientata al fare, si dimetterebbe e denuncerebbe ciò che lo ha costretto alle dimissioni. Ma se tutti fanno finta di non vedere, di non sentire e nessuno ritiene di dovere parlare, il gioco è fatto. Chi aveva accettato un ruolo per cambiare il sistema, è uscito e non potrà fare nulla, semplicemente perché chi dovrebbe prendere in considerazione le istanze da lui evidenziate, ha preferito fare finta di nulla.
Chi potrebbero essere le tre scimmiette che hanno ignorato l’unica reazione possibile di un uomo integerrimo come Giuseppe Tesauro? Noi potremmo ipotizzare che la politica, i supervisori della finanza e i media, potrebbero avere fatto finta di … perché non vogliamo pensare al peggio.
La fotografia che accompagna questo articolo, è stata scattata dall’alveo di un ghiacciaio. Il bianco che si vede in alto è tutto quello che rimane di una massa di ghiaccio che negli anni sessanta si estendeva per centinaia di metri verso valle e che, nel punto da cui è stata scattata la fotografia, aveva uno spessore di decine di metri. Tra pochi anni il ghiacciaio sarà definitivamente scomparso e la responsabilità sarà dell’intera umanità che non ha fatto quanto era necessario per bloccare l’aumento della temperatura sul nostro pianeta. I nostri risparmi stanno facendo la stessa fine dei ghiacciai, solo uomini come il Professor Giuseppe Tesauro possono arrestare il loro dissolvimento e solo i risparmiatori, uniti per fare valere i loro diritti, possono generare il cambiamento. Per riuscirci devono chiedere l’inserimento di personalità capaci di impedire gli abusi nel sistema finanziario, per favorire un flusso del risparmio verso le attività produttive con le necessarie tutele. Solo così saremo in grado di ottenere uno sviluppo economico che riporti la nazione ad una crescita equivalente a quella degli altri paesi industrializzati.