Scritto da un gruppo di piccoli azionisti.
La nostra Banca continua a essere presente sulla stampa e la nostra attenzione è stata catturata da quanto pubblicato sul Sole 24 ore: “Carige, tre scenari per l’assemblea. Continua la caccia al quorum del 20%”
L’articolo espone gli scenari futuri:
1) “mancato quorum” – ipotesi che verrebbe a crearsi nel caso in cui si registri l’assenza del primo azionista e la società procacciatrice di deleghe non compia adeguatamente il compito assegnatole dalla Banca. Ma poi è sufficiente dare un’occhiata al semicerchio degli attuali soci rilevanti per capire che il quorum è raggiunto semplicemente con la partecipazione di chi si è già dichiarato favorevole all’operazione: Volpi, Mincione e Spinelli (anche se per correttezza solo quest’ultimo si è dichiarato pronto ad aderire all’aumento). Di quale caccia al quorum stiamo parlando?!!!! Caccia? Hanno già le “prede” in casa… e sembrano anche contente di essere “prede”! Boh… Passiamo al successivo scenario.
2) “l’assemblea boccia l’aumento” – quindi riprendendo la situazione al precedente punto, le “prede” già in casa partecipano all’assemblea, confermano l’appoggio come dichiarato e il gioco è fatto. Quindi, non stiamo nell’angolo, è necessaria una nostra partecipazione consistente e attiva per contrastare questo tranello.
Altro e per chi ha scritto, ultimo scenario:
3) “sì al rafforzamento, Carige è salva” – mantenendo sempre le stesse presenze di cui ai punti precedenti, è la soluzione matematicamente corretta. Attenzione solo matematicamente: le “prede” vedrebbero le loro partecipazioni sciogliersi al sole, Volpi da 9,08 scivolerebbe tra 0,65 e 1,87 secondo l’adesione o meno all’aumento. Mincione (tra le due società a lui riconducibili) da 10,46 a 0,75 o 2,16 e Spinelli dall’1 allo 0,07 o 0,20. A conti fatti ci si chiede perché sono pronti ad appoggiare una simile operazione. NOI NON CI STIAMO.
Comunque, di là dai numeri, a noi quello che sta a cuore è la frase successiva: Carige è salva. Ce lo avevano detto i manager che hanno guidato la Banca ad ogni aumento di capitale, ci dicevano che era l’ultimo e poi non era così. A una precisa domanda posta in assemblea lo scorso dicembre, l’allora presidente Modiano si era trincerato dietro una sequenza di attività sui crediti deteriorati senza fornire una risposta esaustiva. Se ora verifichiamo i dati, evidenziamo il rosso della semestrale, la cifra monstre dei crediti deteriorati oggetto di cessione e le penali da corrispondere. Di questo eventuale aumento di capitale resta davvero poco per avere la tranquillità di non essere nuovamente a stretto giro, chiamati a rimettere le mani nel portafoglio. E bisogna proprio sognare per credere a un rilancio della nostra Banca.
Quindi a quanto scritto “Carige è salva” è proprio necessario aggiungere SALVA PER ORA CON GLI ATTUALI AZIONISTI ESPROPRIATI, SPAZZATI VIA.
Infine a nostro avviso quest’articolo è incompleto, manca il quarto scenario: una soluzione equa e giusta per tutti, un’operazione che preveda ad esempio il diritto di opzione, unica strada per poter mantenere la propria quota di capitale o in alternativa poter procedere alla vendita dei diritti. Altri esempi di buona gestione si trovano all’interno del sito che ci ospita.
Insomma vorremmo una risposta alle nostre domande; perché in quest’operazione sono stati pesantemente danneggiati i vecchi azionisti e perché sono stati così sfacciatamente favoriti i futuri soci?
Perché non è preso in considerazione lo scenario in cui Carige si salva insieme ai suoi azionisti?
Siamo un gruppo di piccoli azionisti “fanatici” della verità e della giustizia nel senso più limpido del termine e non ci sembra giusto espropriare TUTTI gli attuali azionisti.
Nostra risposta.
Se provassimo a dire qualcosa, dovremmo ripeterci e sovrapporci a quanto esposto con sintesi e chiarezza. Complimenti!
Scritto da un gruppo autonomo di piccoli azionisti.
Il gruppo autonomo di piccoli azionisti di Carige, pone una semplice considerazione, che potrebbe fare un qualsiasi uomo della strada:
– si consente a un soggetto terzo di entrate nell’azionariato con uno sconto, quantificato in 300 milioni di euro
– ci si appella, per senso di responsabilità, alla necessità di approvazione affinché il “sistema” non subisca, in caso di liquidazione, un danno economico quantificato in circa 9 miliardi di euro
– si decantano i valori e la radicalizzazione sul territorio, la convenienza, in prospettiva, di cambiare proprietario (omettendo snaturamento sua missione e problematiche tecniche di prosecuzione quotazione sui mercati borsistici)
– ci si affolla per gridare, contenti, manifestazione di adesione al piano salvo, poi, bisbigliare di non sottoscriverlo
– si fanno intervenire i vari, gettonati, advisor per esprimere pareri che, fino a un secondo prima e per lunghi 9 mesi, tutti abbiamo atteso.
– le banche, prima silenti, fanno campagna, non super partes, di raccolta deleghe per assemblea .
– si sbandiera, per la quarta volta, che questo rafforzamento patrimoniale è necessario e risolutivo (ci sembra di averlo già udito…)
– si salvaguardano gli interessi della società (cortocircuito… sono azionista, quindi proprietario, ma i miei interessi sono diversi!)
– si offrono, con fanfare e coriandoli svolazzanti, warrant e bonus vari
Perché, senza interpellarci, è stato precluso ai vecchi soci di sottoscrivere, alle stesse condizioni di CCB, aumento di capitale ma si pretende, non avendolo dimostrato, senso di responsabilità solo da noi?
Nostra risposta.
Siete ammirevolmente pacati e razionali. Meritereste di essere seduti al posto di chi sta distruggendo il vostro futuro.
Per la conoscenza dei gruppi di azionisti che hanno collaborato alla stesura di questo articolo, precisiamo che i due gruppi di piccoli azionisti sono diversi per collocazione geografica, cultura, contesto socioeconomico e volume del capitale investito, però dicono le stesse cose.
In sintesi.
Gli azionisti di Banca CARIGE sono stati il suo bancomat per cinque anni. Ora si spendono i loro soldi per raccogliere deleghe, che potrebbero togliere loto ogni possibilità di recuperare parte del capitale investito. Come giustificazione per la richiesta di approvazione di quel piano, si additano gli azionisti che cercano di difendere i propri diritti come responsabili della perdita dei posti di lavoro. Possiamo chiedere se gli amministratori che si sono succeduti negli ultimi cinque anni, i politici che si sono espressi più volte sull’argomento e le autorità che dovevano presidiare la correttezza della gestione della banca, sono tutti delle verginelle senza alcuna responsabilità sul disastro cui stiamo assistendo?