Scritto da Flavio
In allegato un messaggio per voi.
Sono un piccolo azionista, come lo è anche mia moglie, e vecchio cliente di Carige (mia nonna, mia madre, mio padre ed io dall’età di 16 anni, adesso ne ho 70). Con le azioni Carige ho perso praticamente tutti i soldi risparmiati da 3 generazioni, per cui sono motivato ad intraprendere ogni azione di recupero del maltolto.
Grazie per la vostra iniziativa che spero abbia il meritato successo. Cordiali saluti Flavio
Allegato di Flavio: Osservazioni su Carige – Aprile 2019
Ho letto con interesse gli articoli a puntate su Carige. La storia sorvola purtroppo alcuni importanti dettagli su cui occorrerebbe invece riflettere più a fondo o su cui fare ulteriori considerazioni.
Ad esempio, sarebbe utile approfondire le strette correlazioni e influenze tra la Fondazione Carige e la Banca, costretta a ritardare molto il primo aumento di capitale perché la Fondazione non disponeva di sufficiente liquidità per aderirvi e quindi iniziò una vendita massiva di azioni che portò al primo crollo del loro valore. Un altro punto importante fu l’emissione delle obbligazioni convertibili, inizialmente destinate allo IOR ma, a strategia rientrata, offerte ai normali clienti, poi costretti a trasformarle in azioni.
Sulle vicende di Carige, l’amico Gino Barile è il massimo storico e precursore, con le sue segnalazioni preveggenti in anticipo sui tempi, purtroppo trascurate dagli azionisti e dai media.
Oltre che parlare del passato, vorrei invece parlare del futuro a cui (ahinoi!) siamo costretti ad assistere.
- I n. 3 commissari nominati dalla BCE. E’ la prima volta che vedo riconfermare gli stessi dirigenti, che hanno gestito l’Assemblea del 22 Dicembre 2018 in modo poco professionale. La BCE rifiuta di fornire i dettagli del mandato conferito ai commissari, trincerandosi nella riservatezza. E’ anche scorretto che il mandato non sia stato depositato alla Camera di Commercio di Genova, ove Carige è registrata, come è regola invece per qualsiasi azienda commissariata.
- I commissari agiscono attuando pedessiquamente le istruzioni (ignote agli azionisti) della BCE, senza considerare affatto i diritti e gli interessi degli azionisti stessi, depredati a raffica dalle precedenti gestioni e con le azioni “di fatto” azzerate.
- Il piano industriale predisposto dal Boston Consulting Group (quanto è costato?!) è una rifrittura in ambito bancario di concetti vecchi di almeno 20 anni già applicati alle industrie manufatturiere, senza indicare aspetti originali od innovativi.
- La vendita in corso di un unico blocco di 1,9 miliardi di NPL è un “BUSINESS” che richiama molti avvoltoi, motivati ad offrire valori miserabili dal 18 al 20% del valore. Ma gli NPL di Carige sono molto spesso garantiti da immobili e non sono quindi carta straccia come quelli di altre banche recentemente fallite. Questi NPL sono in carico nel bilancio Carige al 34% del valore, quindi qualsiasi valore più basso di vendita significa accollarsi ulteriori perdite e maggiore ricapitalizzazione futura, sempre a spese degli azionisti.
- Occorre quindi una immediata ed energica azione di tutti gli azionisti affinchè sia subito costituita una azienda congiunta tra Carige (49%) ed Aziende specializzate di Recupero crediti, scambiando le vecchie azioni Carige in Warrant di questa nuova società che potrà condividere solo con i vecchi azionisti le somme che recupererà da qui a 10 anni. Un esempio è quanto ha fatto Unicredit. Solo così si potrà rientrare in buona parte dalle ingenti perdite subite, senza svendere il poco di buono rimasto ai soliti speculatori.
Il nostro commento
Gentilissimo Flavio, grazie per averci scritto, per i pezzi del mosaico che ha aggiunto al passato di Banca Carige e per le proposte che ha formulato sul suo futuro. Tutto quanto ha esposto è condiviso da noi, ma ciò che ci siamo proposti di fare, è di cambiare il modello di comunicazione e di concentrarci sull’essenziale, per essere incisivi e per riuscire a convincere gli azionisti CARIGE di quanto sia indispensabile unirci e reagire. Lavorando sui dettagli del passato e sulla miriade di proposte per il futuro, avremmo potuto aggiungere centinaia di pagine, ci saremmo addentrati in tecnicismi che avrebbero confuso gli azionisti meno disposti a coinvolgersi e avremmo allontanato la possibilità di aggregare il numero di consensi che ci permetterebbe di avviare un’azione legale collettiva, a un costo individuale molto basso e che determinerebbe la restituzione del danno subito al maggior numero possibile di danneggiati.
Il caso SCI che abbiamo volutamente esposto prima dell’articolo che denuncia la prevaricazione di un nostro diritto costituzionale, dimostra che, in giurisprudenza, le complicazioni sono fuorvianti e spesso impediscono di vedere il dettaglio determinante per l’attribuzione della responsabilità. In quel caso le banche sono state reiteratamente dichiarate soccombenti, semplicemente perché erano in possesso d’informazioni riservate e, quindi, non avrebbero potuto vendere le azioni possedute. Nel nostro caso, la vigilanza BCE ha imposto vincoli che prevaricavano un nostro diritto costituzionale e, quindi, qualcuno è responsabile del danno che noi abbiamo subito. Il motivo per cui non indichiamo con precisione una controparte, è perché si tratta di una situazione talmente nuova, che saremmo dei presuntuosi e potremmo facilmente cadere in errore, se non lasciassimo quella decisione a chi ne ha la competenza giuridica, ad esempio la Corte Costituzionale.
Con il commissariamento di Banca Carige, noi azionisti non abbiamo alcuna possibilità di incidere sulle decisioni che saranno prese sul nuovo assetto della banca e qualsiasi proposta facessimo, non potrebbe cambiare lo stato delle cose. Lei ha ragione quando afferma che i commissari sono dei semplici esecutori di ordini emessi dalla BCE. Il motivo per cui nell’assemblea del 22 dicembre, il presidente e l’amministratore delegato della banca non hanno risposto al nostro quesito sul conflitto d’interesse in cui operava la vigilanza, è che, se avessero risposto a quella domanda, non solo non sarebbero stati nominati commissari, ma nessuno avrebbe mai più offerto un posto in CDA a chi si era inimicato la vigilanza. Noi crediamo che agli azionisti CARIGE sia rimasta una sola possibilità, dimostrare che le imposizioni della vigilanza hanno leso un loro diritto costituzionale e, di conseguenza, chiedere che siano annullare tutte le decisioni prese e sia riconosciuto il danno da loro subito.
Se riusciremo ad ottenere una sentenza favorevole su quanto esposto, potremo dimostrare anche che nessuno degli amministratori, per paura o convenienza, sia riuscito a tutelare i diritti degli investitori. Avremo così anche la possibilità di generare cambiamenti legislativi a livello nazionale ed europeo, facendo introdurre norme che attribuiscano responsabilità chiare agli amministratori delegati che, anche se scelti e pagati dagli azionisti, non si occupano minimamente di tutelare i loro diritti, rifiutandosi di rispondere in assemblea alle domande poste da tutti quelli che decidono di fare interventi chiari e concisi.
Scritto da Luda
Sono la moglie di Flavio, anche io azionista Carige, come lo è lui che vi ha scritto più in dettaglio.
Anche io sono interessata a seguire le vostre iniziative.
Cordiali saluti
Risposta a Luda
Grazie gentilissima Luda. La ringraziamo di averci scritto e le confermiamo che oltre a quanto viene pubblicato sul sito, riceverà una mail nel momento in cui avessimo raggiunto il numero di adesioni che ci permetterebbe di avviare l’iniziativa sin qui descritta.
Cordialmente. Vocedegliazionisti.it