Scritto da Luigi, Gino per gli amici.
Poiché sono un piccolo azionista Carige della prima ora (1995) mi è stato segnalato il vostro sito come iniziativa valida per avere una tutela di noi piccoli azionisti definiti “parco buoi”. Ho letto le ragioni dell’iniziativa e l’ho trovata abbastanza valida laddove si tenta di dare voce ai piccoli azionisti i quali, a mio avviso, subiscono i giochi dell’alta finanza e non hanno altro mezzo che votare a favore o contro nelle assemblee per le delibere che riguardano la banca stessa.
Per votare pro o contro bisogna partecipare alle assemblee e questo è il primo ostacolo: quanti partecipano alle assemblee? Pochissimi ,rispetto al numero di soci e quindi le assemblee sono pilotate da chi ha interesse a farlo. Non solo, ma quelli che vi partecipano non vengono informati compiutamente di quello che dovrebbero fare. Chi li dovrebbe informare? La stampa. Vorrei fare un esempio per tutti: nell’ultima assemblea, quella del 22/12/18, c’era da votare tutta una serie di provvedimenti compreso l’ennesimo aumento di capitale. Il sottoscritto, assieme ad altri, ha chiesto informazioni su dove sono andati a finire gli altri aumenti di capitale e come sarebbe stato impiegato quest’ultimo, ovviamente attraverso un piano industriale. Questa è stata anche la richiesta del socio Malacalza.
Poiché alla richiesta di spiegazioni non è stata data una risposta convincente, il sottoscritto ha votato contro così come altri soci mentre l’azionista di maggioranza relativa , detentore 27,5% di azioni, si è astenuto. Poichè a quell’assemblea parteciparono pochissimi soci (poco più del 42% ed io ritengo perché non volevano votare l’ennesimo aumento di capitale con il timore che sarebbe andato a finire come gli altri) l’astensione dell’azionista Malacalza ha fatto mancare il quorum e la delibera non è passata. Gli attuali amministratori hanno dimostrato di non essere all’altezza della situazione e sono andati in tilt; a quel punto volevano addirittura sospendere l’assemblea non sapendo che pesci pigliare e dimostrando, non solo di non avere il piano “B” ma nemmeno uno straccio di soluzione alternativa.
Dato che la volontà dell’assemblea quando non è d’accordo non conta, ecco che la commissione BCE, anziché svolgere l’azione di controllo di cui è incaricata, vista la situazione, commissariava la banca stessa nominando – caso unico nella storia delle società quotate – commissari gli stessi amministratori. La stampa attribuiva la responsabilità di questa situazione all’azionista di maggioranza relativa Malacalza (27,5%) il quale legittimamente chiedeva, come d’altronde il sottoscritto, il piano industriale e come sarebbe stato impiegato l’aumento di capitale.
Se avessero partecipato all’assemblea tutti gli aventi diritto (100%), la votazione sarebbe stata in proporzione alla proprietà e l’astensione dell’azionista Malacalza non sarebbe stata determinante se l’altro 72,5% di soci avesse votato a favore.
Una disinformazione pilotata colpevolizza o da meriti a seconda degli interessi che vuol fare prevalere mentre l’interferenza prevaricatrice della commissione di vigilanza non ha accettato il responso dell’assemblea e ha nominato esautorando o meglio espropriando il diritto dei soci.
Chi scrive, è dall’approvazione del bilancio del 2003 e dal brusco cambiamento della presidenza della banca , dal Dr. Fausto Cuocolo al Rag. Giovanni Berneschi, che partecipa alle assemblee stesse, sia ordinarie che straordinarie ed in tutte da allora ha preso la parola ed ha segnalato obiezioni, spesso rilevando comportamenti e decisioni ritenuti dannosi per la società e, quindi, per noi azionisti.
Per fare ciò, ho sempre analizzato i bilanci fattimi consegnare 15 giorni prima di ogni assemblea.
E’ evidente che per fare interventi mirati occorre prepararsi e prepararsi significa ore ed ore di analisi e studio dei bilanci stessi. Mi rendo conto che sto facendo un discorso terra-terra mentre gli articoli realizzati da questo sito parlano di come sono andati gli eventi che hanno portato la nostra banca in questa grave situazione e formulano delle ipotesi più giuridiche a mio avviso restando un po troppo sul generale e facendo i nomi solo per distinguere i vari passaggi senza personalizzare le gravi responsabilità di chi ha portato la nostra banca e noi azionisti alla perdita di miliardi di euro di capitali.
Questa è la critica che faccio agli articoli del sito: mi è sembrato che chi li ha scritti abbia fatto una cronaca quasi asettica per non disturbare troppo e poiché io sostengo che tacere la verità è un po come mentire, di verità ne vengono taciute più di una; per esempio del pesante coinvolgimento della Fondazione Carige che, a mio avviso, è corresponsabile di questa situazione per la quale nessuno ha pagato, non se ne parla nel modo dovuto ( un esempio per tutti: la vicenda IOR).
Siccome a giorni si dovrà insediare la Commissione Parlamentare d’inchiesta sulle banche per verificare cause e responsabilità della situazione di difficoltà, gli estensori del sito potrebbero farsi interpreti presso il futuro e presumibile presidente Gian Luigi Paragone, per essere ascoltati relazionando sulla situazione della banca Carige la quale è tuttora portata avanti da tre Commissari nominati con motivazioni segrete dalla Commissione BCE la quale, anziché svolgere il suo ruolo di controllo, pretende di dettare la linea espropriando il diritto agli azionisti che sono i proprietari della banca stessa. Non solo, ma potrebbero lamentare il gravissimo comportamento tenuto dalle banche del consorzio di garanzia nell’ultimo aumento di capitale che, a borsa aperta, avevano dichiarato il loro ritiro dando al mercato un messaggio di catastrofe imminente.
L’arroganza della Comm.ne BCE non ha limiti, tant’è vero che il commercialista di Monza Dr. Dario Radaelli ha chiesto le motivazioni della nomina al commissariamento della banca Carige ottenendo come risposta che il fascicolo è segreto.
Ovviamente, il Dr Radaelli ha fatto ricorso in quanto è inammissibile non potersi difendere da un atto impositivo.
Non ci resta che attendere gli sviluppi con l’auspicio che il grido di allarme lanciato con questa iniziativa venga raccolto da chi di dovere e tuteli noi azionisti risparmiatori prima che sia troppo tardi.
Luigi. Gino per gli amici
Risposta a Gino.
Gentilissimo Gino (la chiamiamo così perché speriamo di essere considerati suoi amici.)
Grazie per il suo contributo alla nostra iniziativa. Innanzi tutto desideriamo precisare che non abbiamo mai definito parco buoi gli azionisti CARIGE, anzi, abbiamo scritto un articolo proprio per evidenziare la differenza tra loro ed altri casi. Crediamo di avere capito che lei non abbia ancora letto né l’ultimo articolo, né la risposta data a un gruppo di azionisti. Se l’avesse fatto, si sarebbe accorto che abbiamo documentato e proposto un’azione di rivalsa collettiva, ipotizzando una lunga serie di responsabili (Vigilanza BCE, Banca Centrale Europea, Parlamento Europeo, Banca d’Italia, Consob, Stato italiano, amministratoti di banca Carige) documentando il tutto con chiara e precisa esposizione del mancato rispetto dell’articolo 47 della nostra costituzione.
Il nostro obiettivo è vincere insieme a tutti gli azionisti CARIGE, non sollevare polveroni dietro di cui i responsabili possono nascondersi articolando sterili polemiche. Il primo passo da compiere è di aggregare consensi che possano ridurre il costo pro capite di un’azione legale a un livello tale da rendere il costo sostenibile da tutti o, meglio ancora, fare sostenere il costo di un’azione legale dallo stato, perché è lui che deve tutelare i diritti garantiti dalla costituzione. Ci spiace che lei consideri il nostro stile di comunicazione come da lei descritto: “ mi è sembrato che chi li ha scritti abbia fatto una cronaca quasi asettica per non disturbare troppo e poiché io sostengo che tacere la verità è un po’ come mentire …”
Noi siamo scesi in campo da poche settimane e, senza gestire conflitti o polemiche prive di ogni efficacia, abbiamo impiegato tempo e denaro per realizzare un sito, abbiamo parlato a tutti e spiegato, abbiamo argomentato e proposto. Abbiamo precisato che vorremmo avviare un’azione legale di rivalsa collettiva, argomentando le motivazioni con riferimenti alla costituzione. E’ veramente certo che le critiche mosse a noi ed evidenziate sopra, abbiano una ragion d’essere?
Speriamo di continuare ad annoverarla tra i nostri amici e sostenitori. Ci siamo annotati i suoi contatti e la informeremo di ogni iniziativa che intraprenderemo. Le saremo grati se vorrà aiutarci ad aumentare le adesioni ai nostri progetti con il passaparola.
Cordialmente. Voce degli azionisti
A contributo e risposta riteniamo di dovere aggiungere un commento.
Dopo avere ricevuto lo scritto di Luigi e avere inviato la risposta, abbiamo fatto un gesto cui non avevamo mai pensato, reso possibile perché lui aveva messo il suo numero di telefono nella mail che ci aveva inviato. Luigi aveva inserito un giudizio piuttosto aspro, stimolato da una naturale diffidenza verso chiunque si presenti dichiarando di volere fare un’azione a favore di altri, senza alcun tornaconto personale. La reazione è naturale, è figlia del presente. Di un presente in cui l’altruismo e il piacere di assumere iniziative per il semplice desiderio di migliorare il futuro di tutti sono caduti in disuso. L’arrivismo, l’egoismo e il cinismo che hanno portato le persone a questi livelli di diffidenza, dovrebbero essere considerati reati contro la società; però quella diffidenza è più che giustificata, soprattutto per un azionista CARIGE che ne ha passate di tutti i colori.
Fortuna vuole che nel suo scritto si potessero intravvedere evidenze di una personalità ben diversa, note di sincera passione per ciò che è giusto ed etico. Dopo lo scambio dei primi convenevoli ci siamo sentiti in perfetta sintonia, abbiamo scoperto che nessun contrasto ci impediva di diventare leali amici. Gigi non aveva ancora letto gli ultimi articoli su CARIGE e il coinvolgimento sincero nei problemi che hanno danneggiato gli investitori, ha reso naturale una condivisione per provare a uscire dal buio insieme, sperando che altri si uniscano a no con lo stesso spirito. Grazie Gino.
Conclusione di Gino
La risposta data al mio contributo, in alcuni punti critico, sull’iniziativa della Voce degli azionisti mi ha convinto e nel prossimo futuro cercherò di convincere altri soci ad aderire a questa straordinaria iniziativa.
Poiché queste lettere sono pubbliche, approfitto dell’occasione per chiarire alcuni punti:
l’espressione “parco buoi” l’ho usata perché ne conosco il significato: quando frequentavo la borsa valori (60 anni fa quando si operavano le grida), ero cliente della Pastorino e C. e, nelle giornate in cui facevo un salto al Palazzo della Borsa, prima del mio ingresso vi era una calma piatta mentre, quando entravo nel recinto considerato “parco buoi” in compagnia di qualche altro cliente, iniziava un trambusto degli agenti presenti con un accanimento che dava l’impressione che fosse scoppiata la guerra da qualche parte mentre l’offerta dei titoli era frenetica e convulsa.
Poiché questi episodi accaddero più di una volta, chiesi all’operatore Piero Valle, persona cristallina ed integerrima, quale fosse la novità e cosa si poteva comprare o vendere…Mi spiegò poi che era una messa in scena per invogliare il sottoscritto o qualcun altro a fare qualche operazione.
Adesso in borsa si opera telematicamente e molto spesso gli acquisti e le vendite sono regolati da algoritmi o marchingegni del genere. Tuttavia, la possibilità di influenzare il mercato c’è sempre; tutti i mezzi per fare ciò sono leciti fino a prova contraria.
Quello che vorrei dire è che il mercato azionario non è neutro, può essere influenzato in diversi modi ed è appunto la CONSOB che dovrebbe controllarne la regolarità ma, a proposito di buoi, molto spesso la CONSOB interviene quando i buoi sono scappati. Col tempo si è usata un’altra espressione e cioè “pecore da tosare” e, in una assemblea, dopo che avevamo subito l’ennesima tosatura in particolare dalle assicurazioni Carige, mi ribellai dicendo che il mio era “l’urlo della pecora nera”.
E qui mi allaccio alla risposta circa le polemiche sterili che permettono a certi amministratori di alzare polveroni e cortine fumogene. Spesso se si dicono le cose, anche gravi, in modo soffuso e non solo, viene data una risposta evasiva e di circostanza, vengono subito digerite ed archiviate. E in questo ringrazio il socio Flavio Testi che ha ricordato le mie segnalazioni preveggenti che, malgrado siano state urlate, sono rimaste purtroppo inascoltate.
Detto ciò, vorrei dare un suggerimento: occorre individuare un paio di soggetti ( per esempio la BCE, gli attuali e precedenti amministratori e qualcun altro) ed agire in fretta; per esempio il socio Flavio Testi ha lanciato il grido d’allarme sugli NPL; gli attuali commissari stanno cercando di venderli con una fretta sospetta e forse per crearsi delle benemerenze con qualcuno, a prezzi sottostimati che porteranno, come spesso è accaduto, perdite da inserire a bilancio. Occorre fermare subito questa scellerata operazione mentre, con la BCE, si potrebbe ricorrere alla Corte di Giustizia Europea e, poiché i tempi sono lunghi, anche in questo caso sarebbe bene cominciare subito.
Infine, vorrei spendere due parole anche per l’ideatore e gestore del sito, Sig. Corti, e ringraziarlo vivamente per l’iniziativa; qualche dubbio mi è rimasto ma questo fa parte della mia natura che ne ha viste tante nella mia ormai lunga vita. Ciò non toglie che mi attiverò per far si che, dopo tanti abusi , sopraffazioni e perdite dei nostri risparmi, venga resa giustizia e i responsabili paghino il dovuto prezzo. Buona Pasqua a tutti!
Luigi (Gino per gli amici)