Dopo aver pubblicato 240 articoli che denunciavano fatti ignorati dai media e aver constatato la totale indifferenza delle istituzioni e della politica di fronte alla lunga serie di segnalazioni con cui abbiamo evidenziato come la riduzione dei diritti permettesse a emittenti senza scrupoli di appropriarsi del risparmio nazionale, ci siamo convinti che fosse necessario trovare soluzioni che aiutino i risparmiatori a prendere decisioni d’investimento consapevoli.
Il 23 settembre 2025 avevamo pubblicato l’articolo I prestiti obbligazionari convertibili (POC), in cui descrivevamo le 117 pagine che un investitore dovrebbe leggere per comprendere i rischi che correrebbe se una società in cui ha investito decidesse di emetterne uno. Per consentire una decisione consapevole, è stata sufficiente una sintesi di poche righe.
Il 10 ottobre 2025, nell’articolo Analisi del voto maggiorato, avevamo illustrato gli enormi rischi per i risparmiatori che investono nelle società che approfittano della facoltà di adottarlo. Per individuare quelle che consentono la maggiorazione del voto e altri vantaggi auto attribuibili dagli emittenti, è necessario leggere lo statuto delle società quotate. Per avere coscienza sull’importanza del problema, provate ad ipotizzare la percentuale di investitori che lo ha fatto. Eppure il distinguere gli emittenti che vogliano fare quello che desiderano con i soldi dei risparmiatori, da quelli che li rispettano e fanno correre loro solo i rischi finanziari, è d’importanza primaria per lo sviluppo economico e per gli investitori.
L’evoluzione delle norme di riferimento e l’indifferenza verso le segnalazioni inviate in otto anni, hanno rafforzato la convinzione che chi dovrebbe tutelare il risparmio stia invece favorendo l’afflusso di emittenti, restando indifferente ai casi di appropriazione del capitale investito da altri.
Investire su mercati esteri, come già fatto da molti, non può essere una soluzione; la nostra crescita economica dipende dall’incontro tra risparmio e imprese che intendono sviluppare idee e progetti, garantendo al contempo adeguata tutela per gli investitori.
Da queste considerazioni è emersa la necessità di creare una rete che consenta a tutti gli investitori di contribuire alla diffusione delle informazioni e di ricevere quelle prodotte da altri. Ecco perché vi chiediamo, dopo aver letto la descrizione che segue, di iscrivervi al nuovo blog: esso permette di inviare una newsletter in pochi secondi a tutti gli iscritti, mentre tramite la mail del sito impiegheremmo oltre tre giornate lavorative per raggiungere tutti i contatti.
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Questa integrazione è diventata indispensabile per diffondere la consapevolezza che la denuncia, senza la creazione di un’interazione costruttiva tra i piccoli risparmiatori, non può generare alcun cambiamento. Lo conferma il fatto che, dal 2011, il legislatore ha sistematicamente ridotto i diritti dei risparmiatori e che oggi sta introducendo misure che rischiano di privare l’economia italiana di ogni possibilità di crescita: risparmio nazionale e investitori esteri preferiscono infatti collocare i capitali in mercati che offrono maggiori tutele.
Uscire dalla passiva accettazione di chi subisce esperienze finanziarie negative, spesso provocate da strumenti che nulla hanno a che vedere con gli scopi di un autentico mercato dei capitali, è fondamentale. Solo l’indignazione collettiva degli investitori e un’adesione di massa al progetto che stiamo proponendo potranno generare la rivoluzione copernicana indispensabile al recupero della competitività del nostro Paese: riportare al centro del sistema finanziario la tutela del capitale investito, in sostituzione delle attuali agevolazioni d’accesso per gli emittenti intenzionati ad appropriarsene.
Una corretta diffusione della cultura finanziaria e un’efficace tutela del risparmio, non possono prescindere da una chiara evidenziazione dei rischi. Costringere chi lavora a leggere centinaia di pagine, scritte in un linguaggio molto tecnico, per capire se la società in cui vorrebbe investire sia affidabile o stia semplicemente attirando capitale con l’intenzione di appropriarsene, non è certamente rispettoso dei dettami costituzionali.
Per i risparmiatori è diventato prioritario dotarsi di strumenti che aiutino a investire in modo consapevole. Per farlo esiste un’unica soluzione possibile: unirci per realizzare insieme ciò che i singoli non potrebbero mai fare. Solo dopo che il sistema avrà percepito la potenzialità latente in una categoria decisa a non subire, ci saranno restituiti i diritti cancellati e saranno reintrodotte le norme necessarie a fare uscire dal mercato le società che perseguono scopi diversi dallo sviluppo di un’impresa sana e sostenibile.




