Scritto da Salvatore
Piccoli azionisti esclusi da tutto anche da un piccolo ristoro pare… non vedo per quale motivo Malacalza debba appoggiare un accordo simile dove c’è qualcosa per tutti tranne chi deve appoggiare e far passare l’accordo in assemblea… una truffa, sono convinto che la BCE abbasserà drasticamente i parametri dopo l’uscita degli azionisti attuali, e darà pure i modelli interni. Contando anche i crediti fiscali si libereranno miliardi di euro come per magia… la famosa magia della BCE che abbassa i parametri per non far fare l’adc a Deutsche Bank mentre li alza a Carige per costringerla a sborsare ancora più soldi del previsto.
Nostra Risposta.
Siamo almeno in due a pensarla così … o, forse, molti di più? Il colonialismo finanziario dilaga e nessun prova a fermarlo, introducendo regole uguali per tutti. Da bambino giocavo a Monopoli, oggi posso affermare che, nonostante l’aleatorietà del lancio dei dadi, c’era molta più giustizia in quel gioco che nella finanza globalizzata con regole ad applicazione discrezionale. In quel gioco non esistevano certezze, ma le regole erano uguali per tutti i giocatori.
Scritto da Emanuele
Il retail ha la maggioranza più dei Malacalza. Non ci temono e considerano perché non siamo uniti e rappresentati. Se temessero un’azione collettiva… ci considererebbero e avrebbero soluzioni per noi.
Disuniti, non contiamo nulla
Nostra risposta
Siamo talmente in sintonia con ciò che dice, che abbiamo realizzato il sito proprio per fare capire agli investitori che devono considerarsi una categoria e fare valere il loro peso politico.
Dopo che abbiamo inviato la lettera alle istituzioni (iniziativa del sito) i fondi americani sono usciti dal gioco e ora stanno cercando di trovare soluzioni che non prevarichino i nostri diritti costituzionali. Prima di muoverci, dobbiamo avere una controparte certa e un diritto leso ben chiaro, su cui ingaggiare una rivalsa legale. Dobbiamo essere prudenti e non commettere errori, perché già in troppi si sono approfittati degli azionisti di molte banche e di Banca Carige in particolare.
Scritto da Emanuele
Diritti? Warrant? Ma farci uscire offrendoci del valore per le nostre azioni? Quanto valutano il valore delle azioni? Sembra zero. Io non voglio diritti su nuovi adc. Io vorrei uscire e che qualcosa rimanga di quanto ho investito. Non pensare? Grazie
Nostra risposta
Anche in questo caso siamo in sintonia con la cruda sintesi che ha fatto lei. Le spiegazioni arzigogolate servono solo a nascondere la verità e a favorire la speculazione. Banca Carige vale molto di più di quanto capitalizza. Le cause di cosa sia accaduto e le ipotesi di soluzione, sono spiegate nei numerosi articoli pubblicati dal sito. In particolare in quello con titolo “L’indicatore della paura” che dimostra come la banca dovrebbe capitalizzare almeno undici volte il suo valore di borsa attuale e molto di più, se il sistema bancario nazionale non fosse stato penalizzato da decisioni che non tenevano in considerazione i tempi necessari alla riscossione dei crediti in Italia. Per intenderci: poiché in Italia per il recupero crediti occorrono molti anni, anziché imporre regole che riducano quei tempi, la BCE impone di svenderli, trasferendo la ricchezza dalle tasche degli investitori a quelle dei fondi che li comprano. La soluzione sarebbe semplice: regole chiare e uguali per tutti, che impediscano ai funzionari di turno d’imporre restrizioni che violano la libera concorrenza e i diritti garantiti dalla costituzione.
Scritto da Beppe (Iniziativa Francesca Corneli)
È certamente molto interessante ma nello stesso tempo molto singolare che un piccolo azionista di Banca Carige faccia in solitudine un ricorso, anzi due, per chiedere alla Bce il documento e quindi le ragioni del commissariamento e nell’altro il suo annullamento. Mi sembra che questo piccolo azionista abbia più le doti di Walter Bonatti, amante delle grandi scalate in solitudine, che quelle di un coordinatore d’imprese che possono garantire la conquista della vetta. Mi sembra che questo piccolo azionista abbia ormai in tante, forse troppe occasioni, voglia di mettersi in mostra.
Dico tutto questo sapendo benissimo di aver fatto ben poco per la” causa” dei piccoli azionisti se non quella di ricordare fino alla nausea che il problema era ed è quello di una grossa ingiustizia subita per cinque anni dalla parte più debole e indifesa senza alcun segnale di comprensione da parte di tutte le Istituzioni che avrebbero dovuto vigilare.
Questo era il compito che mi ero assegnato e che grazie a giornalisti come Minella sono riuscito, nel piccolo, a svolgere. Non ho mai cercato con cadenza quasi maniacale di fare sceneggiate anzi le cose più importanti le ho fatte in silenzio.
Detto questo, mi domando se questo ricorso alla Bce ha un fondo di verità e di serietà, perché non viene portato avanti da uno studio legale organizzato e serio da chi si dichiara rappresentante dei piccoli azionisti di Banca Carige che sembrano più presenti ad un concerto di musica folk che ad una tragedia.
Nostra risposta
La sua mail ha senza dubbio una logica e forse, i suoi dubbi potrebbero anche essere fondati. Se continueremo a dubitare di tutto e di tutti, mancheremmo l’obiettivo di trasformare azionisti, investitori e risparmiatori, in una categoria consapevole della propria forza politica e della possibilità di generare il cambiamento. Fino a quando concedere fiducia, non costa nulla e non espone ad alcun rischio, perché mai dovremmo spingere le persone alla diffidenza. Per conoscenza, le aggiungiamo ciò che abbiamo scritto a tutte le persone che hanno aderito con entusiasmo all’iniziativa.
Poiché abbiamo dichiarato di sostenere un’iniziativa proposta da terzi, ci sembra doveroso fare alcune precisazioni ai nostri contatti. L’adesione non implica alcun impegno, ma permette di stabilire ordini di grandezza su cui calcolare i costi individuali di un’azione di rivalsa collettiva cui potrete decidere di aderire solo dopo che sia stato espresso con chiarezza cosa si voglia fare e a quali costi, che, ovviamente, saranno più bassi se il numero delle adesioni sarà più elevato. Noi non daremo mai il vostro indirizzo di posta elettronica a chi propone un’iniziativa, ma invieremo a voi le eventuali proposte e voi sarete liberi di valutare e prendere contatto con il proponente. Ci riserviamo il diritto di esprimere una nostra opinione nell’esclusivo interesse degli azionisti che desiderino conoscerla. Precisiamo che il sito non chiede nulla agli azionisti e nemmeno a chi propone iniziative che condividiamo.
Scritto da Roberto
Alla luce delle indiscrezioni sul salvataggio, per cui sembra prospettarsi o un’estrema diluizione, o la liquidazione, vorrei sapere se voi avete intenzione di promuovere azioni legali, dal momento che la banca dispone di quel tesoretto da 1,5 miliardi noto a tutti, su cui appare evidente che il sistema bancario nazionale vuole metterci le mani senza pagare nulla.
Nostra risposta.
Se il numero di azionisti che aderiranno alla nostra iniziativa sarà tale dal generare un costo individuale alla portata di tutti, promuoveremo l’iniziativa che riterremo più opportuna, dopo avere valutato gli sviluppi che al momento sono ancora incerti. Abbiamo scritto a tutte le istituzioni che potrebbero avere qualche responsabilità in ciò che è accaduto a Banca Carige, affinché non possano dire di non sapere.
Prima di prendere una decisione, bisogna individuare la controparte responsabile e la corte cui fare ricorso. Queste decisioni dipendono e possono variare, in funzione delle scelte di soluzione finale che sino a oggi sono state ipotizzate, ma non definite. Per una conoscenza più dettagliata, le consigliamo di leggere gli articoli pubblicati su Banca CARIGE, riportiamo comunque alcuni esempi:
- Se la vigilanza BCE fosse riuscita a fare confluire la banca sotto il controllo del fondo Apollo, escludendo gli azionisti dal diritto di opzione, la corte a cui fare riferimento sarebbe stata quella del Lussemburgo e la controparte sarebbe stata scelta tra la vigilanza BCE, la BCE stessa, oppure il parlamento europeo. Questi dubbi dovrebbero essere sciolti da legali molto esperti, perché prima di decidere, bisognerebbe capire di chi sia la responsabilità di avere violato diritti costituzionali. La responsabilità potrebbe essere attribuita al parlamento europeo che non ha approvato leggi chiare, alla BCE che non ha definito vincoli che limitassero la discrezionalità della vigilanza, oppure alla vigilanza che non ha rispettato i limiti del suo ruolo funzionale.
- In Italia potrebbe essere responsabile CONSOB che non ha rispettato il compito istituzionale di tutelare i risparmi dei cittadini, o il governo che non si è mosso nelle sedi opportune per denunciare cosa stesse avvenendo, o, magari, di Banca d’Italia che non si è espressa su norme lesive dei diritti universalmente riconosciuti. Naturalmente basta pochissimo per deviare la responsabilità da una controparte all’altra e solo dopo che tutto sia stato deliberato, potremo definire cosa sarà più opportuno fare e quali sarebbero i costi che dovrebbe sostenere chi volesse aderire.
Al momento il peso politico della nostra iniziativa sembra avere colto i primi risultati, l’abbiamo presentata il giorno dopo che il FITD aveva annunciato l’accettazione dell’offerta presentata dal fondo Black Rock e due giorni dopo quella disponibilità a intervenire è stata ritirata. Poi è stata rifiutata anche la proposta del fondo Apollo. L’associazione dei piccoli azionisti ha chiesto che la soluzione prevedesse una tutela degli azionisti che non potrebbero aderire alla nuova ricapitalizzazione. Aspettiamo e siamo pronti a prendere la direzione più utile per gli azionisti, naturalmente più investitori si schiereranno a favore dell’iniziativa che abbiamo annunciato, più facile sarà ottenere risultati positivi a favore di tutti.