Oggi pubblichiamo una lettera ricevuta da un gruppo di piccoli azionisti. Ci scusiamo con loro, per avere ritardato la pubblicazione. Lo abbiamo fatto per lasciare lavorare gli inquirenti senza creare pressioni indebite. Abbiamo fiducia in loro e non ci manca la pazienza per attendere risultati che non possono arrivare in poche ore. Avevamo notato che l’attenzione mediatica si stava concentrando sul Presidente della Liguria Giovanni Toti, e che pochi, invece, davano rilievo al gravissimo comportamento del presidente di Banca Carige, il sintomo era il solito: non porre enfasi sui fatti riconducibili a Banca Carige. Citiamo con piacere l’articolo apparso su “La Stampa” il 13 novembre 2020, firmato da Teodoro Chiarelli dal titolo “Quelle ombre sulle manovre attorno a Carige”, che illustra i contenuti delle intercettazioni anche nell’ambito Carige, andando oltre l’intervento di Giovanni Toti.
CONSIDERAZIONI DA PARTE DI UN GRUPPO DI PICCOLI AZIONISTI:
Noi azionisti/risparmiatori Carige siamo allibiti. Riteniamo sia necessario fare assoluta chiarezza e mettere ogni tessera del puzzle al proprio posto, in un periodo temporale ragionevole. Bisogna fare emergere la verità e dare risposte incontrovertibili a tutti i dubbi che hanno caratterizzato la gestione di Carige nel dopo Berneschi.
L’intercettazione, come riportato dalla stampa, è del 30 ottobre 2018. Modiano e Innocenzi sono stati appena nominati presidente e amministratore delegato di Carige nell’assemblea del 20 settembre 2018.
Quindi è ben evidente che Toti, quando dialogava con Modiano, non parlava con il commissario straordinario, ma interloquiva con il neo-presidente di Carige, in quanto il provvedimento di commissariamento della prima banca in Europa, sarebbe avvenuto solo il 2 gennaio dell’anno successivo.
Appare inoltre evidente che Modiano, dopo essere stato nominato, ha iniziato a lavorare ad una soluzione finalizzata all’esclusione di noi vecchi azionisti, piccoli e grandi. Un presidente di una banca che si muove fuori dal cda, da padre padrone. Inaudito!
E come può Modiano rivolgersi al governatore per richiedere sostegno al fabbisogno di capitale, fino a quel momento sconosciuto a tutti? Proprio tutti: persino al consiglio di amministrazione e agli azionisti. Perché invece di rivolgersi all’esterno in maniera totalmente arbitraria, non ha operato all’interno della Banca, in funzione del mandato appena ricevuto dall’assemblea? Il sostegno dei vecchi azionisti non era gradito? Forse era preferibile svendere la nostra Banca, come è riuscito a fare quando la gestione straordinaria aveva cambiato le regole?
Il governatore inoltre, ad una intervista pubblicata il 12 novembre u.s. sul Corriere della Sera, alla domanda: “Gli inquirenti fanno notare l’inopportunità della telefonata. Castellucci era indagato per il crollo del ponte. Non pensa?” Risposta: “Di fronte allo spettro del fallimento di una banca come Carige e alla possibilità che i liguri potessero perdere i loro risparmi, se potevo fare qualcosa la facevo “.
Anche qui riscontriamo un’altra anomalia: alla data dell’intercettazione la Banca non era a rischio fallimento. Anzi i dati al 30/6/18 presentati dall’allora amministratore delegato Fiorentino erano confortanti e lo stesso aveva comunicato previsioni di una chiusura a fine anno con un utile di circa 25 milioni di euro.
Inoltre alla data dell’intercettazione non era ancora emerso il buco nei conti, se lo era non era stato comunicato al mercato, e la richiesta ufficiale dell’ulteriore aumento di capitale avverrà solo il 12 novembre del 2018 (comunicato della Banca in pari data). Quindi Toti come fa il 30 ottobre 2018 a parlare di una Banca a rischio fallimento? Quale conoscenza aveva per fare quell’affermazione? Aveva informazioni riservate?
Toti dichiara che voleva provare a salvare i risparmi dei liguri. Ma Toti lo sa chi erano i risparmiatori che avevano investito in Carige? Noi correntisti, clienti, risparmiatori ed azionisti che abbiamo sostenuto la Banca in ben tre aumenti di capitale, versando liquidità per 2, 2 miliardi di euro. Siamo gli stessi che gli abbiamo inviato più di una relazione, senza ottenere riscontro. Un silenzio assordante per chi aveva perso molto, anche la fiducia nelle istituzioni.
Nessun azionista voleva uscire, ma qualcuno ha preso decisioni che li hanno estromesso tutti. Tutto si è consumato nella totale indifferenza delle istituzioni, Che, anzi, hanno dato il benvenuto ai nuovi arrivati. Solo alla composizione del nuovo cda, Toti ha emesso un timido gemito, quando si è reso conto che non c’era nessun ligure, ma che cosa si aspettava? Come mai non ha speso nemmeno una parola per i risparmiatori espropriati?
Per completezza di informazioni ricordiamo al governatore che le “Casse di Risparmio del Trentino” non hanno comprato Carige, anzi al momento non sappiamo ancora se lo faranno e nemmeno se saranno autorizzati a farlo, perché non ci risulta che abbiano ricevuto l’autorizzazione da BCE.
Una precisazione che non possiamo tacere: nel luglio 2018 – qualche mese prima dell’intercettazione – Toti intervistato su Carige rispondeva: “La politica ne resti fuori, in passato ha fatto disastri”. Che coerenza tra le dichiarazioni ufficiali e gli interventi privati.
Ancora un passaggio sull’intervista del procuratore Cozzi a Repubblica pubblicata il 12 novembre u.s., sulla vicenda Castellucci/Modiano/Toti. Alla domanda del giornalista: “Come giudica la telefonata del presidente della Regione Liguria G. Toti a Castellucci due mesi dopo il crollo del Morandi, per salvare Banca Carige”? Il procuratore risponde “Quella telefonata espone la capacità dell’allora amministratore delegato Castellucci, di muoversi ad altissimi livelli istituzionali. Il resto sono discorsi o polemiche politiche in cui non ho intenzione di entrare”.
Siamo pienamente in sintonia con il procuratore quando dice di non volere entrare in una sterile polemica politica. Abbiamo fiducia nella giustizia ed apprezziamo il silenzioso lavoro che fa emergere verità sconcertanti. Ci auguriamo che i fatti emersi passino essere trasferiti, dall’inchiesta sul ponte Morandi a quella in corso alla procura di Milano per aggiotaggio, nata per capire i problemi collegati alla semestrale rilasciata da Fiorentino in quel periodo. Auspichiamo che questa volta venga fatta davvero chiarezza, perché quello che sta emergendo non fa altro che sottolineare quello che da tempo stiamo denunciando, “Quelle ombre sulle manovre attorno a Carige” in ogni sede cui sia consentito rivolgerci.