Abbiamo ricevuto dalla Dottoressa Francesca Corneli la mail che potrete leggere a seguito delle nostre considerazioni introduttive, in cui ci informa di un’iniziativa coraggiosa. Il nostro Sito, che è nato per promuovere iniziative a favore di azionisti, investitori, risparmiatori e per dare sostegno a proposte attivate da terzi, purché in sintonia con il nostro scopo e i nostri valori, sostiene senza riserve il ricorso della Dottoressa Corneli ed esprime una valutazione sintetica sulla sua importanza per aiutare i propri lettori a valutare l’importanza di sostenerla con convinzione.
Abbiamo definito questa iniziativa coraggiosa, perché promossa da un piccolo azionista, che ha compiuto tutti i passi necessari a promuovere ricorsi avversi a provvedimenti presi dalla BCE. Noi avremmo certamente appoggiato l’iniziativa se fosse stata avviata da azionisti di maggior peso, ma ci sentiamo più coinvolti perché a farlo, è stato una di noi. Le siamo riconoscenti e vogliamo evidenziare lo spirito e la determinazione ammirevole con cui si è mossa. Abbiamo spesso criticato l’inerzia degli azionisti che sono sempre disposti a lamentarsi, ma solo raramente compiono azioni a tutela dei propri diritti. I piccoli azionisti CARIGE sono circa 25.000 e quelli iscritti all’associazione di maggior rappresentatività, meno di 500. Nell’ultima assemblea dell’associazione, il numero dei partecipanti era tale, che nessuno ha ritenuto di dovere dare una risposta a una richiesta di tutela diritti costituzionali. Noi vi possiamo garantire che se fossimo stati in 5.000, con la competenza e la forza d’animo della Dottoressa Corneli, ci avrebbero risposto. Ecco perché riteniamo di doverla additare come esempio di ciò che dobbiamo diventare, se vogliamo che i nostri diritti siano rispettati. La storia lo insegna, se si vuole porre fine agli abusi, non si può stare fermi ad aspettare che il bullo di turno smetta di metterli in atto, bisogna creare i cambiamenti che gli impongano di smettere.
Il sito ha manifestato la propria disponibilità a ricevere e ad archiviare le mail di adesioni a questa iniziativa, tenendole a disposizioni di chi ha il diritto di visionarle, in primis la promotrice del ricorso alla Corte di giustizia europea. Per dichiarare la propria adesione, è sufficiente mandare una mail al sito con nome e cognome del mittente e di eventuali congiunti che vogliano aderire, in cui si precisa che si vuole aderire all’iniziativa di Francesca Corneli. Diffondete la conoscenza dell’iniziativa e convincete altre persone ad aderire, più saremo e più considerazione sarà riservata all’iniziativa da istituzioni e media. Naturalmente, la manifestazione di adesione all’iniziativa, non costituisce l’assunzione di alcun impegno nei confronti del sito e della promotrice.
Mail della Dottoressa Corneli
Oggetto: Ricorsi avverso provvedimenti BCE di amministrazione straordinaria di Banca Carige e di diniego di accesso al provvedimento.
Condividendo e apprezzando la Vostra iniziativa di far emergere una realtà, quella dell’azionariato retail, fatto di persone in “carne e ossa” che, più di ogni altra categoria di investitori, rappresenta e attualizza precisi principi costituzionali – come sono quelli della tutela del risparmio e della partecipazione all’attività di impresa – desidero, anzitutto, informarVi circa il percorso che ho intrapreso in questi mesi, dopo la “dirompente” notizia del commissariamento di Banca Carige, a opera della BCE.
Fin da inizio gennaio, ho cercato, per le vie ordinarie e con il buon senso, di ottenere copia del provvedimento per capirne tanto i presupposti quanto le ragioni, le indicazioni, gli obiettivi che, a tutt’oggi, rimangono nelle sole mani di chi quel provvedimento ha voluto adottare.
La formalizzazione del diniego all’accesso, arrivata solo a fine maggio; il susseguirsi solo di notizie su continue lievitazioni – a quanto mi risulta finora non motivate (ai soci e al mercato) -sull’importo dell’aumento di capitale (passato in pochi mesi da 400 milioni a un miliardo di euro); il tacere sulle verifiche inerenti alla gestione dell’a.d. Fiorentino, mi hanno spinto alla non facile decisione di portare l’operato della BCE all’attenzione dell’organo giurisdizionale competente, ossia del Tribunale dell’Unione Europea.
In particolare, sono stati presentati due ricorsi:
- il primo, riguarda l’impugnazione, ai fini dell’annullamento, del provvedimento di scioglimento degli organi sociali di Banca Carige e della loro sostituzione con organi commissariali, nominati dalla BCE;
- il secondo, riguarda l’annullamento del diniego che la BCE ha apposto, invocando un generale principio di riservatezza sui propri atti di vigilanza, alla mia richiesta di avere copia – eventualmente parziale, per i dati di stretta riservatezza – del provvedimento.Credo, però, che sia giunto il momento di dare corpo a quel oltre 30% che costituisce (ancora) il capitale sociale di Banca Carige, nel solco di quanto da Voi iniziato: è un dato finanziario oggettivo che la quasi totalità dei depositi della banca sono depositi di piccoli risparmiatori; e se costoro “fuggono”, la responsabilità è di chi ha adottato e imposto determinate scelte. Così come è un dato oggettivo che gli ultimi tre aumenti di capitale sono stati sostenuti dall’intero azionariato storico della Banca.Avendo avuto modo di entrare in contatto, in tempi recenti, con alcuni di Voi, so che avete una base a Genova e in Liguria, cioè un territorio particolarmente legato a Banca Carige. Anche per questo, mi auguro che possiate condividere e diffondere questa mia iniziativa che, da questo momento, è aperta a tutti coloro che vorranno condividerla, a diverso livello.
- Rimanendo a disposizione per ulteriori approfondimenti e contatti, Vi invio i miei più cari saluti.
- Da diversi anni mi occupo di governance e, in particolare, della partecipazione degli azionisti retail e degli azionisti dipendenti, categoria, quest’ultima, che doppiamente partecipa e “soffre” le conseguenze di una lettura sempre meno industriale, ossia sostanziale, delle imprese, a favore di letture finanziarie che, nel tempo, si rivelano mere scatole cinesi… vuote.
- La delicatezza della questione, che ha avuto bisogno di una lunga riflessione, mi ha spinto a intraprendere, come si dice in gergo, “in solitaria”, questa prima fase.