Oggi portiamo a conoscenza dei lettori, una mail che abbiamo inviato alle 13 testate che si sono dimostrate tra le più seguite tra gli iscritti all’Associazione voce degli azionisti. Abbiamo segnalato una notizia che, nonostante l’evidenza che noi le abbiamo dato da oltre 2 settimane, è passata sotto silenzio in Italia. Non ci illudiamo che possa avere qualche risonanza significativa, ma vogliamo verificare in modo inconfutabile, da che parte si collocano i media quando una verità, sancita dalla Corte di Cassazione, arriva sulla loro scrivania. Abbiamo mandato una unica mail, in modo che tutti i destinatari possano vedere le testate in indirizzo e l’archivieremo come prova che non avrebbero potuto dire di non sapere.
Potete inviarla anche voi alle testate che ritenete più vicine agli interessi dei risparmiatori, facendo un copia/incolla e personalizzandola. Poiché è stata inviata dall’Associazione voce degli azionisti, se siete un associato, scrivetelo dopo la vostra firma, darà forza all’iniziativa. Se non lo siete, pensateci, iscriversi non costa nulla, riceverete tutte le informazioni utili scrivendo a: associazione@vocedegliazionisti.it in cui noterete che è possibile versare un contributo volontario all’iscrizione e nulla sarà chiesto sino a che il patrimonio a disposizione è sufficiente alla sopravvivenza dell’Associazione. Facendolo darete forza a chi sta cercando di portare avanti le vostre istanze, per impedire che gli abusi che abbiamo subito noi, possano ripetersi.
Le motivazioni per iscriversi non mancano certamente:
- i veri cambiamenti non derivano mai da un’iniziativa geniale di un individuo, ma sono conseguenza di una lenta evoluzione generata dall’impegno di un gruppo di competenze eterogenee, unite dallo stesso scopo, mediante la condivisione di valori, ideali ed etica.
- sino ad oggi i risparmiatori hanno cercato di difendersi dagli abusi, con ricorsi giuridici che si concludono con tempi biblici, con adesioni limitate ad una parte infinitesimale dei danneggiati e con esiti spesso deludenti; n più di un caso è accaduto che chi si proponeva come soluzione, fosse un predatore più vorace di chi aveva commesso l’abuso;
- i risparmiatori hanno bisogno di realizzare un cambiamento paradigmatico: far nascere e riconoscersi in una nuova categoria sociale: i risparmiatori;
- devono delegare a una rappresentanza, riconosciuta dal sistema, cui spetta il compito di interloquire con politica, media e organi di vigilanza e controllo, per prevenire gli abusi e avere la possibilità di generare il cambiamento.
Ci fermiamo qui, pronti a integrare il progetto con le molte idee che potrebbero farci intravvedere la luce in fondo al tunnel, se e quando chi ci legge dimostrerà di avere la volontà di prendere posizione attiva a favore di un cambiamento che dia la certezza che i diritti saranno rispettati da tutti. Restare silenziosi sperando di essere protetti da chi, politici, istituzioni o media, a vario titolo hanno interesse a mantenere lo status quo, è un’illusione che porterà il paese al declino. Usciamo invece allo scoperto, recuperiamo visibilità e facciamo in modo che tutti rispettino i nostri diritti, in primis quelli garantiti dalla costituzione.
Buon giorno.
Vi scriviamo, auspicando che la conoscenza dei fatti possa coinvolgervi sino al punto di rendere pubblica la verità su cosa è accaduto agli azionisti di Banca Carige, negli ultimi 17 anni.
In data 1° marzo 2022, il sito www.vocedegliazionisti.it aveva pubblicato l’articolo – Carige: una sentenza di Cassazione. Faceva riferimento a una notizia pubblicata da Il Corriere del Ticino in data 17 febbraio 2022. Nonostante numerose ricerche, non siamo riusciti a trovare la notizia in organi d’informazione nazionale. Trascorse oltre due settimane, abbiamo pensato di portare l’accaduto a conoscenza delle testate più seguite dagli iscritti all’Associazione Voce degli Azionisti.
Per non sottrarre più del tempo minimo necessario a una rapida conoscenza dell’accaduto, inviamo una traccia sintetica che potrà essere approfondita, con dovizia di particolari, consultando l’articolo citato e gli altri 150 pubblicati in precedenza, sullo stesso sito. Se preferite, potrete contattare l’Associazione, che sarà a disposizione di chiunque volesse entrare in possesso di dettagli, la cui ricerca potrebbe sottrarre tempo prezioso.
- Nel 2014 il presidente di Banca Carige Giovanni Berneschi e l’ex amministratore di Carige Vita nuova, Fernando Menconi erano posti agli arresti domiciliari per una presunta truffa al comparto assicurativo della Banca Carige, avvenuta nel 2005. Tra le accuse che li vedevano coinvolti con altri 5 soggetti, c’erano anche: associazione a delinquere, intestazione fittizia di beni, riciclaggio e reinvestimento dei profitti illeciti. Molti azionisti sin erano costituiti parti civili nel processo penale che era stato aperto.
- I legali degli accusati avevano chiesto il trasferimento del processo a Milano, ritenendo che la competenza territoriale spettasse a quella sede. I processi di primo grado e d’appello si erano svolti a Genova, con soccombenza di quasi tutti gli accusati, ma non di Davide Enderlin, consulente finanziario ed ex consigliere al comune di Lugano, che aveva dato assistenza per l’investimento in Svizzera del denaro ricavato dalla truffa. Ad alcuni dei riconosciuti colpevoli, erano state inflitte pene più severe di quelle richieste dall’accusa.
- Poi, il caso era approdato alla Corte di Cassazione, che aveva annullato i due processi svolti a Genova, riconoscendo che la sede competente fosse Milano.
- Pochi mesi dopo, tutti i reati che potevano permettere il risarcimento agli azionisti, sono caduti in prescrizione, beffandoli per avere aggiunto costi di assistenza legale ad un investimento che, come documentato nell’articolo citato sopra, si era azzerato.
- Chi era stato condannato, ha chiuso il contenzioso con un accordo transattivo, in cambio di pene irrisorie e il sequestro di una somma di 21,9 milioni.
- Chi era stato assolto a Genova, ha preferito non accordarsi e nel giudizio di ultima istanza in Italia, è stato condannato a pene superiori rispetto a quelle concordate da chi aveva organizzato la truffa e chiesto la sua consulenza per il riciclaggio.
- Beffa delle beffe, la sentenza di Cassazione confermava implicitamente la colpevolezza degli imputati, ma non consentiva il risarcimento degli azionisti, perché l’errata attribuzione della competenza territoriale aveva incrementato in modo anomalo il tempo del processo, che aveva richiesto 5 sentenze, anziché le 3 consuete.
Tutte le incredibili considerazioni che ne possono derivare sono ampiamente esposte nell’articolo citato, unitamente alla precisa descrizione di come gli azionisti che non avevano più denaro per difendere la propria quota di possesso azionario, abbiano perso quasi integralmente il capitale investito.
L’esperienza di chi aveva investito i risparmi in Banca Carige e aveva ancora liquidità disponibile, se aveva creduto nelle dichiarazioni pubbliche rilasciate dagli amministratori che si erano avvicendati ai vertici della banca, non sarebbe stata migliore: aderendo a uno o tutti i 3 aumenti, nei quali sono stati versati 2,2 miliardi di euro, avrebbe subito un esproprio quasi integrale nella quarta ricapitalizzazione, per la quale era stato negato, quasi integralmente, il diritto d’opzione.
Quanto accennato nell’ultimo capoverso, è stato oggetto di decine di esposti inviati a funzioni di vigilanza e controllo e a politici, senza alcun seguito, nonostante segnalassero anche che:
- la Procura di Milano avesse avviato un’indagine per false dichiarazioni sociali nella semestrale del 2018;
- la Procura di Genova avesse diffuso registrazioni che documentavano come Pietro Modiano, quando era presidente di Banca Carige nell’ottobre 2018, e prima di ricevere l’incarico di commissario, stesse cercando nuovi azionisti per un aumento di capitale che non era ancora noto né al mercato, né al consiglio di amministrazione e l’interlocutore fosse Castellucci, un indagato per reati vari collegati al crollo del ponte Morandi, il quale appariva disponibile a compromessi per non perdere la concessione autostradale;
- la ricapitalizzazione senza diritto d’opzione era stata approvata con il contributo indispensabile apportato da una raccolta deleghe sollecitata dai dipendenti della banca, che, in conflitto d’interesse, convocavano gli azionisti telefonicamente per indurli a rilasciarle, fare la raccolta ed inviarle via fax al rappresentante designato, contravvenendo la norma che prevede il mantenimento della segretezza sull’intenzione di voto del delegante, sino allo scrutinio;
- nemmeno le dimissioni del compianto e stimatissimo Professor Giuseppe Tesauro, dalla carica di presidente della banca, e motivate con la sua esclusione dall’interazione con la Banca Centrale Europea, la quale comunicava solo con l’Amministratore delegato Fiorentino, sono state ritenute sufficienti ad accendere un faro su ciò che stava avvenendo in Banca Carige.
Cosa altro deve accadere perché qualcuno intervenga per interrompere la lunga sequenza di anomalie che ha distrutto i risparmi dei liguri? Si è parlato sempre diffusamente delle altre crisi bancarie. Gli azionisti della banca genovese si chiedono come mai ciò che è accaduto loro sia passato sotto silenzio e ancora oggi, nelle decine di articoli sull’offerta Bper, nessuno li abbia citati come gli eroici sostenitori di una banca, che ora passa ad altri con un tesoro di 2 miliardi di liquidità, composto da imposte attive differite (DTA) emerse ed emergenti, oltre alla ricapitalizzazione da parte di Fitd.
Grati per l’attenzione che vorrete riservare alla presente. Porgiamo i nostri più cordiali saluti.
Associazione Voce degli azionisti.
Il Presidente. Franco Corti