Scritto da Claudio
Come azionista Carige devo dire in estrema sintesi che il piano presentato per il suo salvataggio è irricevibile. Facendo due conti 700 miliardi di azioni a 0.001 significano una diluizione pazzesca e un valore odierno attribuito alla banca di 55 milioni. No, non era questo che si sperava, agli azionisti non è stato concesso nulla, i warrant promessi sono il secchiello fornito per svuotare il mare. Il mio sarà anche uno sfogo ma concedetemi che è supportato dalla matematica e non dall’emotività.
Io voterò no a questo punto. Paradossalmente se si vuole salvare qualcosa a parer mio bisogna andare a vedere le carte finali questa è diventata una sorta di partita a poker. Che la BCE ne decreti il fallimento mi pare equivalga a pensare che in caso di caduta di un governo si vada in automatico a elezioni.
Di automatico nella nostra società non vi è nulla ma 1000 cavilli e dispute legali. Voglio vedere chi si assumerà questa responsabilità. Respingere questa proposta potrebbe portare a nuovi sviluppi.
Nostra risposta
La sua rabbia è più che giustificata e condivisa. Un solo fugace commento. Se fosse una partita a poker, vincerebbe il più abile. Il fatto è che, se le regole del gioco le fissa l’avversario dopo che si sono messi i soldi sul piatto e lui ha visto le carte degli altri giocatori, non è più poker, ma un qualcosa di diverso. Lasciamo alla perspicacia dei lettori dire cosa sia.
Scritto da Emanuele
Perché non recapitiamo una lettera in cui i piccoli azionisti rifiutano la proposta?
I vertici non cercano di convincere i piccoli azionisti? Come? Con l’elemosina di dieci milioni? Valutano le nostre azioni 0.1 centesimo e vogliono pure la nostra approvazione?
Irricevibile! Meglio un’azione di messa in mora della banca che è solvibile!
Nostra risposta
Siamo in piena sintonia con la rabbia che ha stimolato i suoi commenti. Potremmo aggiungere molto altro, ma preferiamo farlo in un articolo che pubblicheremo quando gli azionisti saranno tornati dalle vacanze.
Scritto da Innocente.
Sicuramente avrà letto l’inserto di Massimo Minella nella “Repubblica”. Lui dice che ancora non ne siamo completamente fuori e in particolare bisogna aspettare finché la Malacalza avrà preso posizione.
Qual è la sua opinione e, secondo lei, è giusto/conveniente partecipare all’aumento di capitale come piccolo azionista?
Nostra risposta.
La convenienza ad aderire dipende dal prezzo delle nuove azioni che, al momento, nessuno può conoscere. Più basso sarà il prezzo, più elevata sarà la perdita per gli azionisti che avevano versato i precedenti aumenti di capitale. Daremo spiegazioni dettagliate in un articolo che pubblicheremo al momento opportuno, per denunciare la pervicacia con cui si vuole regalare il patrimonio tangibile e intangibile di Banca CARIGE a chi entra ora, per sottrarlo ai vecchi azionisti.
Se non abbiamo ancora commentato le approssimative versioni del piano, è solo perché non vogliamo cadere nella trappola mediatica creata ad arte, l’ultima notte prima della settimana di ferragosto, permettendo ai commissari di rilasciare le dichiarazioni che volevano, facendo cadere nell’indifferenza del clima ferragostano ogni eventuale puntualizzazione di chi avesse fatto dichiarazioni contrarie.
Noi, oltre ad essere piccoli azionisti, siamo anche persone di sani principi e sul piano, tanto enfatizzato ma non ancora definito nei dettagli, le insinuiamo un semplice dubbio: le sembra rispettoso dei diritti degli azionisti un piano che riconosce qualcosa a una piccola parte di loro e la nega a tutti gli altri?
Noi crediamo che sia una semplice provocazione, fatta per fare fallire quel piano e attribuire la responsabilità a chi, penalizzato, decidesse di non approvare la ricapitalizzazione. Avremo tempo di riparlarne, vocedegliazionisti.it è nata proprio per denunciare la lunga sequenza di prevaricazione sui diritti di risparmiatori che sta permeando la finanza e che altri non vedono o fanno finta di non vedere.
Scritto da Innocente
Speriamo che il vostro pessimismo sia sbagliato! In effetti, si capisce poco quello che vogliono fare. La stampa parla da alcuni giorni che si sono previsti, per gli attuali azionisti, 85 milioni di aumento di capitale che a me pare pochi. Poi il regalo di 10 milioni : a chi vanno? La BCE ha detto di si! Che cosa faranno i Malacalza e gli altri azionisti più grossi: Volpi, Mincione, Spinelli che noi dovremo sicuramente seguire? Io sono ottimista per natura! Speriamo di uscirne con alcune costole rotte e non assieme con la schiena a pezzi
Nostra risposta
Nell’ottimismo da lei espresso e che noi apprezziamo, anche se non lo condividiamo, ha sintetizzato una verità con cui siamo in perfetta sintonia: gli azionisti devono essere uniti e muoversi tutti insieme in un’unica direzione.
Scritto da Mariano
Riflessioni per un giurista finanziario…
L’eventuale “nazionalizzazione” avrebbe valorizzato Carige secondo quotazione media di ultimi trenta giorni borsistici (circa 0,001732) cui lo Stato avrebbe applicato sconto 25,00% (rimanendo ampiamente sopra 0,0010). Con “nazionalizzazione” (deprecabile ma realisticamente meglio di questo piano) l’azienda sarebbe stata ugualmente ripulita ma “scalabile” e quindi con ampi margini di recupero patrimoniale.
Recita, inoltre l’articolo 2437 del c.c. che quando una società cambia in modo significativo la sua attività o i diritti dei soci, i soci che non sono d’accordo hanno il diritto di recedere e di avere indietro il capitale versato. Appunto per chi gioisce di questo piano di rafforzamento patrimoniale che, probabilmente, porterà delisting o opa (prezzo massimo pagato da acquirente negli ultimi 12 mesi antecedenti lancio) sul titolo essendo CCB ad 80,00%. Opinione personale… attendo altra tesi.
Nostra risposta
Troppo presto per formulare ipotesi e/o calcoli, in realtà ciò che ci è stato detto è talmente approssimativo che tutto potrebbe contribuire a cambiare i numeri. Grazie per gli spunti di riflessione che aiutano i nostri lettori a farsi un’idea su quanto sia ampio il campo delle valutazioni possibili, prima di prendere una decisione.
Scritto da Beppe.
Non condivido la soluzione che leggo sui giornali, riservata ai piccoli azionisti. Da quando ho iniziato a interessarmi di questo problema, ho sempre attribuito massima importanza all’aspetto sociale e morale che ha coinvolto migliaia di risparmiatori, spesso molto piccoli, che hanno investito in Carige come se fosse un salvadanaio. La più parte di questi non ha più nulla da investire in Carige o altrove, altro che chiedere nuova fedeltà.
Mi sono sempre ribellato contro chi considerava questi risparmiatori come investitori consapevoli di investire in un prodotto a rischio. Non è questa la verità. Forse sono stati traditi da pochi delinquenti che hanno usato la Banca per le loro nefandezze e per questo ritengo responsabile la Banca.
Non voglio entrare nel merito della soluzione che si delinea per la Carige anche se la considero molto lontana da ciò che credevo giusto per un salvataggio, non per la creazione di un’altra Banca di cui Genova e la Liguria potevano fare a meno.
Riassumendo quello che ho ripetuto in diverse occasioni, confermo che i recenti accordi danno “ristoro” ai burocrati della Bce e risolvono i problemi creati da loro stessi, ai burocrati di Banca d’Italia e Consob per i mancati controlli quando erano necessari, a chi compra utilizzando una vendita “ a saldo” e questo è inaccettabile, a chi non da una vera valutazione di ciò che ancora oggi vale la Carige, ai rappresentanti associativi e sindacali di ogni ordine e specie che vantano con stupidità successi inesistenti e necessari però per la loro esistenza , a tutti quelli che sono ancora sotto processo per metterci una pietra sopra.
Non mi dilungo su quest’aspetto per rientrare su quello dei piccoli azionisti ai quali con grande enfasi è stata prospettata una “regalia” oppure semplicemente una “bufala mediatica” di 10 milioni di euro. Non si capisce su cosa si basa la distinzione tra piccoli azionisti (risparmiatori), medi azionisti, grandi azionisti. Non si capisce se il numero delle azioni è il solo parametro importante e non altri (per quanto mi riguarda molto più significativi ). Non si capisce quale distinzione è riservata ai tempi di acquisto e possesso delle azioni. Non si capisce quale distinzione è applicata alla partecipazione ai diversi aumenti di capitale. Non si capisce quale valutazione e quale considerazione è attribuita ai precedenti rapporti con Carige. Non si capisce quale peso abbia l’adesione o meno a organizzazioni associative. Non si capiscono tante altre cose compresa la considerazione sui fattori sociali collegati.