Il fiore nella fotografia, è un utile esempio per rimarcare quanto sia importante la conoscenza per evitare errori. Chi possedesse una preparazione superficiale, potrebbe confonderlo con il preziosissimo zafferano, invece è un fiore molto tossico. Chi ha approfondito la conoscenza, sa che il tossico fiorisce in autunno e lo zafferano in primavera, quindi, non sbaglierebbe mai. Se la conoscenza è importante per raccogliere un fiore, figuratevi quando ci si muove in un ambiente come la finanza. Questa considerazione non deve spingere chi ci legge a tenere i soldi sotto il materasso, ma indurlo ad alzare la soglia di attenzione, a imparare a distinguere chi fa gli interessi della collettività, da chi fa esclusivamente i propri. Soprattutto il legislatore dovrebbe attivarsi per tutelare il risparmio con norme severissime e per portare nella scuola l’insegnamento utile a una sana gestione del risparmio, che è il vero motore dello sviluppo economico e il più efficace presidio della qualità della vita.
Dopo la pubblicazione del primo articolo, ci sono state nuove evoluzioni e approfondimenti mediatici sulla vendita dei diamanti da investimento. Come accennato in altre occasioni, a noi non interessa esporre una cronaca di quanto sia accaduto, ma riteniamo utile fare rapidi accenni affinché il lettore possa avere una conoscenza, anche se sintetica, sui fatti che portano alle nostre conclusioni.
Banco BPM ha pubblicamente dichiarato di avere fatto “adeguati accantonamenti” per tutelare i propri clienti, con cui da mesi sono in atto tentativi di definizione di parecchi casi, molti dei quali già risolti. Poi rileva l’interazione collaborativa avvenuta con la magistratura per permettere di comprendere i meccanismi attraverso i quali Idb vendeva diamanti ai clienti della banca. Infine annuncia che il CDA ha sospeso cautelativamente dal servizio alcuni dipendenti e afferma di avere piena fiducia nell’operato degli inquirenti.
Alcuni che affermano di avere letto il decreto di sequestro preventivo, riportano che le indagini abbracciano un periodo che va dal 2012 al 2016, altri citando fonti vicine all’inchiesta e dicono che la vendita dei diamanti da investimento sia iniziata almeno nel 1984, e che le provvigioni che sono partite dal 5% e hanno superato il 20% nel 2018. Noi preferiamo non addentrarci indettagli che non aggiungerebbero nulla di nuovo ai fatti descritti da moltissimi organi d’informazione. Cerchiamo di dire cose che vadano oltre la semplice notizia e, su quelle, preferiamo concentrare il nostro impegno.
CHI SI E’IMPEGNATO A FAVORE DEGLI INVESTITORI.
Milena Gabanelli e il suo staff di giornalisti, hanno fatto scoppiare il caso, l’hanno documentato ed hanno osato sfidare Giuseppe Vegas. Vorremmo avere il piacere di stringere la mano a lei e ai suoi collaboratori. Nulla di più, perché siamo convinti che lei sappia cosa sia una stretta di mano, per chi affonda le proprie radici culturali, poco oltre la metà del secolo scorso.
Avvocato Letizia Vescovini di Parma, si è impegnata da tempo sul problema. Ha partecipato a programmi radiofonici parlando con chiarezza e semplicità, ha diffuso la consapevolezza che le banche potessero soccombere in giudizio, dando un vero ristoro psicologico a chi si sentiva truffato e incapace di reagire contro una controparte ritenuta intoccabile.
Due di denari, trasmissione di radio 24, ha affrontato il tema con lo spirito di chi, senza esprimere un’opinione, ha messo a disposizione il proprio spazio per fare emergere una verità che l’avvocato Vescovini ha illustrato mettendo a disposizione degli ascoltatori la propria esperienza.
L’Antitrust che al termine della sua istruttoria a fine 2017 ha sanzionato le banche e le due imprese che cedevano i diamanti ai loro clienti, Idp e Dpi.
Il Procuratore Aggiunto Riccardo Targetti, il PM Grazia Colacicco, che insieme alla Guarda di Finanza, hanno saputo condurre indagini efficaci e, senza clamore; il gip di Milano Natalia Imariso che ha firmato il decreto di sequestro. Un gruppo di professionisti che è riuscito a fare emergere una verità che ha spinto molte banche a cercare un accordo con i clienti, evitando il loro ricorso in giudizio.
CHI AVREBBE DOVUTO LIMITARE IL DANNO AGLI INVESTITORI
Giuseppe Vegas, presidente di CONSOB, avrebbe potuto intervenire immediatamente dopo la prima inchiesta di Report. Invece ha detto che avrebbero indagato per capire se in banca si stessero veramente vendendo i diamanti come bene d’investimento. Segnatevi questa risposta, perché ve la ricorderemo quando in una prossima occasione faremo notare la sua ripetizione. Noi non sappiamo cosa abbia poi fatto Vegas, però c’è noto che in entrambi i casi, diamanti e il prossimo che vi segnaleremo, gli investitori sono stati danneggiati e Milena Gabanelli, dopo poco più di un mese, ha mostrato un volantino pubblicitario su cui si reclamizzava la vendita di diamanti come beni d’investimento.
CONSOB, nella comunicazione del 2013, citata nel nostro primo articolo sui diamanti, diceva che i diamanti non potevano essere considerati prodotti d’investimento. Quella comunicazione dovrebbe mettere la CONSOB al sicuro da ogni responsabilità. Se digitate su un motore di ricerca la domanda: cosa fa CONSOB? Vi esce una risposta chiara. CONSOB ha come compito principale la tutela del risparmio degli italiani. Vi sembra che la risposta di Vegas a Report e la comunicazione CONSOB 13038246 del 2013, abbiano tutelato il risparmio degli italiani? A noi non sembra che siano state efficaci. Ritenete che la nostra affermazione sia semplicistica? Provate a immaginarvi cosa sarebbe accaduto se su quella comunicazione fosse stato scritto: “I diamanti non possono essere considerati prodotti d’investimento e non possono essere venduti negli uffici titoli delle banche. Se lo facessero, dovrebbero rispettare le norme previste per i prodotti da investimento”.
Chi avrebbe mai acquistato diamanti in banca se gli fosse stato fornita l’informazione che il prezzo richiesto era il doppio rispetto al listino internazionale di riferimento?