L’Onorevole Carla Ruocco fu nominata Presidente della Commissione bicamerale d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario il 6 febbraio 2020. Prima di ricevere quell’incarico, era titolare della Presidenza della Commissione Finanze. Incarico da cui si dimise il 14 febbraio 2020 per la propria contrarietà all’accettazione di doppi incarichi politici.
I suoi trascorsi, la sua esperienza, le dichiarazioni rilasciate e il dinamismo che avevano caratterizzato le sue prime mosse, ci avevano stimolati a portare alla sua attenzione cosa stava accadendo nella finanza in generale e agli azionisti di Banca Carige in particolare. Eravamo convinti potesse essere un tentativo da non trascurare, perché le soluzioni possibili erano di chiara competenza politica. Le abbiamo scritto più volte, con fiducia crescente dopo che la segreteria ci aveva indicato nome e indirizzo di posta elettronica del Segretario a cui indirizzare le nostre segnalazioni. In quel periodo avevamo letto anche un articolo con cui ci eravamo sentiti in perfetta sintonia, per l’allineamento di molti concetti espressi dall’autore, con quelli che avevamo esposto in più occasioni sul sito. Anche questa concomitanza ci aveva spinti a scrivere alla Commissione con maggior frequenza e, in un paio di occasioni, anche ai parlamentari che la componevano.
Dopo attenta ricerca, abbiamo rintracciato l’articolo, pubblicato nel novembre 2020 sul sito Fact&News di Assifact che, nella lettura a posteriori, ci è parso centrato sui timori e i dubbi che angustiano i risparmiatori che avevano investito nel sistema bancario. Nel frattempo quei problemi si stanno accentuando, per cui riteniamo sia utile riportare l’articolo all’attenzione della politica. Il titolo era: – Una cultura dell’integrità delle banche il vero focus della commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario -. Link: https://www.assifact.it/fact-news/una-cultura-dellintegrita-delle-banche-il-vero-focus-della-commissione-parlamentare-dinchiesta-sul-sistema-bancario-e-finanziario/
L’autore è il Prof. Alessandro Carretta: Professore ordinario di Economia degli Intermediari Finanziari presso l’Università Tor Vergata di Roma, Amministratore Indipendente e membro del consiglio direttivo di Nedcommunity. È Segretario Generale di Assifact. La citazione oltre ad essere un atto dovuto, vuole essere una segnalazione alla politica, affinché inizi a considerare il conferimento incarichi di consulenza anche alle voci fuori dal coro, che spesso riescono ad anticipare soluzioni in grado di evitare ai problemi di degenerare in crisi sistemiche.
Premessa dell’autore: – Dopo la crisi finanziaria che ha colpito in modo violento nello scorso decennio le economie occidentali, molti paesi hanno istituito, sull’impulso dei propri parlamenti, commissioni di inchiesta sulle banche e sull’intermediazione finanziaria, con esiti molto diversi.
- Citava la Commissione istituita negli Stati uniti per analizzare le cause della crisi economica e finanziaria, che, secondo le conclusioni a cui era giunta, non era dovuta a fattori esterni e sarebbe stata certamente evitabile: – I protagonisti della finanza e i controllori hanno ignorato ogni possibile avvertimento e hanno mancato nell’integrarsi, nel rispondere, nel gestire i rischi. Certamente ci sono state gravi discontinuità nell’accountability (responsabilità n.d.r.) e nell’etica delle organizzazioni.
- Poi citava la Commissione permanente istituita nel Regno Unito nel 2013 a seguito dello scandalo della manipolazione del Tasso Libor. Anche in questo caso il rapporto finale conteneva una serie di raccomandazioni che evidenziavano la necessità di: – … migliorare le norme ed i comportamenti dei banchieri e degli organi di controllo, nella direzione di una maggiore responsabilizzazione di entrambi – concludendo con – Le banche hanno goduto per centinaia di anni della fiducia del pubblico ma oggi sono ben lontane dai primi posti delle classifiche internazionali sulla reputazione e credibilità di settori e imprese.
- Poi, entrando nel merito della neonata Commissione bicamerale italiana, evidenziava che poteva essere un’occasione per ricostituire e rafforzare la fiducia dei cittadini sul sistema bancario e concludeva: – La finanza è essenziale per il funzionamento dell’economia reale e resta uno strumento delle “forze del bene”. Essa può davvero salvare il mondo. Ma chi può salvare la finanza? Può farlo una commissione di inchiesta in grado di promuovere e diffondere una nuova cultura bancaria, che le banche da sole faticano ad adottare, rafforzando così l’integrità del sistema e la fiducia del pubblico. Di una commissione così si sente un gran bisogno. Purtroppo nulla è stato fatto per conseguire l’ammirevole scopo di una finanza al servizio delle “forze del bene”.
L’autore, con lucida chiarezza espositiva, evidenziava una considerevole sequenza di errori da non ripetere e dava suggerimenti utili per rimuovere le criticità che avevano contribuito a diffondere diffidenza, per evitare il pericolo che gli eccessi di autonomia concessi alla finanza potessero generare rischi sistemici:
- È proseguita infatti negli Stati Uniti la tendenza alla crescita delle grandissime banche, a suo tempo considerate tra le cause principali della crisi, che sono oggi ancora più “grandi” di 10 anni fa. Queste banche hanno un potere di mercato obiettivamente molto alto e possono provocare, in caso di comportamenti non corretti, danni devastanti alla clientela ed alla reputazione del sistema bancario nel suo complesso. A supporto della nozione introdotta, citava il caso Wells Fargo e lo strapotere dei controllati sui supervisori, come nel caso della Fed di New York.
- In ambito scientifico si sta affermando una nuova impostazione sul metodo di controllo con cui valutare le banche …capitale e rispetto formale delle regole da soli non bastano, anzi paradossalmente potrebbero essere controproducenti, perché rischiano di creare aspettative di «buona banca», poi non sempre soddisfatte.
- Certo una banca ben capitalizzata e formalmente in regola con la normativa è rassicurante, ma per polverizzare il capitale a volte basta poco (magari anche solo un cambiamento nei principi contabili) e i comportamenti agiti possono essere ben diversi da quelli dichiarati …
- L’ipotesi delle «mele marce», pochi individui nelle banche che con comportamenti scorretti rischiano di contaminare tutta l’azienda, non mi convince. L’autore ritiene che ad alterare i comportamenti degli individui siano fattori esterni, riconducibili quasi sempre all’azienda e il perseguire gli effetti, senza rimuovere le cause che li determinano, non potrebbe mai essere considerata una soluzione.
- Oltre al capitale e al rispetto delle regole, una banca deve dotarsi di un’integrità diffusa a tutti i livelli: – L’integrità è come un muscolo, va allenata. Le persone vanno accompagnate e aiutate: ci vogliono supporti organizzativi e istituzionali. L’onere della motivazione a un comportamento integro deve spostarsi dall’individuo all’organizzazione…
- Forse non sarà facile convincersene, ma la conclusione a cui giunge il Prof. Alessandro Carretta, altro non è che un ritorno al passato, quando le banche non avevano necessità dell’intervento di una Commissione Parlamentare che le obbligasse a fare propri i valori etici che dovrebbero caratterizzare le relazioni in una società civile: – Per ristabilire la fiducia nelle banche occorre quindi cambiare la cultura bancaria in modo da promuovere comportamenti organizzativi ed individuali adeguati e indirizzati all’integrità.
La Commissione bicamerale d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario è decaduta da mesi. Purtroppo, mentre era in carica, non è stata introdotta alcuna norma che potesse ripristinare la fiducia dei risparmiatori e degli investitori. La nuova maggioranza di governo non ha dato risposte ai dubbi che avevano indotto i risparmiatori a tenere i risparmi bloccati nei depositi bancari. Anzi, l’8 giugno 2023 è stato reso noto un fascicolo predisposto su iniziativa del governo e a firma dal Ministro dell’Economia e finanze Giancarlo Giorgetti, in cui si illustrava il Disegno di legge S. 674 (Ddl): “Interventi per il sostegno della competitività dei capitali”. Abbiamo commentato alcuni passaggi di quanto proposto in quel Ddl negli articoli pubblicati su vocedegliazionisti.it in data: 1giugno, 29 luglio e 16 agosto 2023. La sintesi dell’analisi potrebbe essere: la politica ritiene che sia vantaggioso incentivare la quotazione delle imprese, riducendo i diritti dei risparmiatori.
Forse la politica dovrebbe appropriarsi del concetto che: “quando i parassiti interrompono il flusso linfatico in un albero, il suo destino è irreversibilmente segnato e diventa preda di altri parassiti”. Il flusso dei risparmi verso il sistema finanziario nazionale si sta progressivamente riducendo, mentre salgono i depositi bancari e gli investimenti in società straniere, e, invece, i consumi si stanno contraendo. Se i politici ascoltassero gli esperti indipendenti, che da anni segnalano la necessità di ripristinare la fiducia sui mercati finanziari, la nostra economia potrebbe tornare a crescere come quella dei nostri competitor internazionali, perché la linfa che sostiene lo sviluppo economico, sono i risparmi messi a disposizione dai risparmiatori che si fidano del sistema