Scritto da Mariano
Appena terminate le assemblee del Fitd sul via libera al piano di rafforzamento patrimoniale di Carige, le parole di Maccarone mi hanno raggelato.
“L’importante non è quanto mettono i Malacalza in sottoscrizione ma che votino l’aumento di capitale, Più che un impegno, è un’aspettativa ragionevole.”
“Auspichiamo di uscire quanto prima dall’azionariato ma dipenderà da quando CCB eserciterà l’opzione call.”
In poche parole… hanno deciso e concordato che nuovo proprietario (a spese dei precedenti) è CCB ma pretendono avvallo incondizionato dall’organo democratico che è l’assemblea.
Il precedente azionista, ringraziando di aver contribuito alla vita dell’istituto, deve accettare di aver perso l’investimento per consentire al subentrante di godere dei profitti futuri.
Stiamo scherzando? Se le condizioni sono queste… preferisco fare crollare il sistema bancario italiano e votare no al piano.
Deluso e sconfortato… oltre al danno anche la beffa oltraggio
Il piano come descritto da Maccarone e divulgato dai media è per i vecchi soci di Banca Carige irricevibile.
Non solo si valorizza la società, prima dell’aumento di capitale, zero ma quello che dovrebbe essere un aumento di capitale riservato sarebbe fatto a prezzi non congrui rispetto al patrimonio netto aziendale e tesoretto fiscale.
Potremmo accettare l’esclusione (pur dando voto favorevole) se l’operazione tenesse conto almeno del patrimonio netto interamente versato al 22.12.2018 (comunicazione di variazione del capitale sociale del 16.01.2019) pari a 1.845.163.696,00 euro avremmo valore azionario pari a 0,03339 euro.
Nostra risposta.
Attenzione! Nel momento in cui approvassimo questo piano, non potremmo più rivalerci per il danno subito. Sì, avete capito bene. Se un azionista approvasse il piano e poi decidesse di intentare un’azione di responsabilità nei confronti di chi l’ha espropriato, come potrebbe difendersi dall’accusa di corresponsabilità derivante dall’approvazione data a quel piano?
Sembra evidente che nessun azionista che abbia alimentato il fiume di denaro congelato nei bilanci di Banca Carige, potrebbe mai approvare quell’esproprio, a favore del furbo che arriva pochi mesi prima che quel denaro rivitalizzi i conti di Banca CARIGE. Salvo che … non si sia in presenza di un’epidemia di masochismo ampiamente diffusa.
Fatte queste premesse, è evidente che sia preferibile fare crollare un sistema finanziario che si è dotato di strumenti di espropri azione collettiva della ricchezza e pretendere un cambiamento radicale di una struttura di potere occulto che si è sostituita al colonialismo per appropriarsi dei beni faticosamente accumulati da altri, che desideravano garantirsi un futuro sereno.
Scritto da Mariano
Attendendo di essere erudito circa l’entità, la forma, i dettagli e quant’altro prevedrà il nuovo rafforzamento patrimoniale impostoci. Noi piccoli azionisti (ignari dei più basilari dati – patrimoniali ed economici – dei trimestri 2019 di Banca Carige, delle varie cessioni intercorse e/o pattuite e delle varie clausole contrattuali, passate e future, quando, in un prossimo futuro, saremo chiamati a vagliare in assemblea, unico organo democratico societario, le azioni da attuare possiamo, insieme all’attuale azionista di maggioranza Malacalza Investimenti e l’azionista Malacalza Vittorio, pattuire che un eventuale assenso debba avere come condizioni ineludibili che non vi sia raggruppamento azionario e che il prezzo di questo nuovo adc sia, come il precedente, pari a 0.01 euro.
Queste due semplici condizioni (ben altre di ristoro dovrebbero esserci…), oltre a mettere formalmente su un livello simile gli attori in campo, limiterebbero impatto per i piccoli azionisti che, da informativa stampa, sembrano dimenticati.
Certo si favorirebbero “alcuni” soci subentrati nell’ultimo periodo (quando in borsa si scontava il fallimento) ma altresì la maggioranza avrebbe un minimo ristoro potendo presumere, nel tempo, di recuperare con gli utili l’investimento.
Sperando che queste righe siano spunto di riflessioni costruttive rinnovo mia stima.
Nostra risposta
Le ipotesi che si possono formulare sono infinite, il problema è che hanno tolto ogni potere agli azionisti di Banca CARIGE. La stampa, che riporta solo notizie fatte uscire ad arte, continua a martellare sui soliti due tasti: o si approva un piano che ancora non è definito e che nella migliore delle ipotesi è un esproprio, oppure nazionalizzazione, che avrebbe lo stesso effetto pratico sulle tasche dei risparmiatori che hanno investito in Banca Carige.
Scritto da Mariano
Un attimo dopo aver tirato un sospiro di sollievo, per il raggiungimento di un presunto accordo su un nuovo piano di rafforzamento patrimoniale “garantito” dal sistema bancario che scongiura una “liquidazione” pilotata dell’istituto, mi trovo, fermo basito, a domandare… “ho capito bene come funzionerà nuovo piano e relativo aumento di capitale !?”
La CCB sottoscriverà 65-70 milioni di adc (avendo 9,99% dell’istituto e valutando Carige zero), circa 100 milioni di bond tier2 (con cedola intorno ad un 8,00-9,00%) e avendo opzione di salire ancora rilevando, con sconto del 50,00%, azioni del fitd.
Ai precedenti azionisti è richiesta sottoscrizione per quota di parte di adc senza nessuno sconto e accettazione di diluizione.
Questo meccanismo è alquanto penalizzante per chi ha investito nell’istituto e, salvo smentite, difficilmente potrà avere approvazione di assemblea. La soluzione è ancora lontana…
Nostra risposta.
DI soluzioni favorevoli e in grado di soddisfare gli azionisti di Banca CARIGE, ne esisterebbero molte, ma non ne sono mai state proposte, come è possibile pretendere la loro approvazione ad un piano industriale che regala a terzi il denaro versato da loro. Sono anni che si lavora per traferire a nuovi arrivati, il denaro che gli azionisti di Banca Carige hanno versato in tre ricapitalizzazioni, ora si prova a trovare il modo per farlo approvare da loro stessi. Forse sono considerati veramente dei poveri cretini. Speriamo che a forza di subire, agli investitori sia venuta la voglia di mostrare la loro forza e il peso politico che possono mettere in campo. Non importa come finirà l’investimento in Banca CARIGE, la cosa più importante è riuscire a generare un cambiamento paradigmatico, che permetta di lasciare ai nostri figli un mondo degno di essere vissuto e a chi ci vuole privare di diritti e risparmi, di passare lunghe vacanze sotto stretta sorveglianza, con allontanamento perenne dai risparmi degli italiani.