Oggi pubblichiamo un comunicato stampa inviato il 19 novembre 2020 ad una giornalista che collabora con un’agenzia di stampa, dopo che aveva preso contatto con noi. Lunedì 23 novembre lo abbiamo inviato a giornalisti e redazioni di diverse testate nazionali. Saremo grati ai contatti che volessero segnalarci se lo hanno visto pubblicato su organi di stampa o sentito diffondere da testate radiotelevisive, perché ci farebbe piacere dare evidenza a chi avesse ritenuto la segnalazione del presidente dell’Associazione Voce degli Azionisti degna di essere portata a conoscenza dei risparmiatori che hanno perso i risparmi investiti in Bana Carige.
L’Associazione Voce degli Azionisti, che rappresenta numerosi piccoli azionisti di CARIGE, a margine delle recenti notizie di stampa -richiamati i 10 esposti presentati da un anno e mezzo a questa parte a CONSOB, Banca d’Italia e BCE, ritiene doveroso evidenziare quanto segue.
Il Dott. Pietro Modiano è stato nominato Presidente di Banca Carige il 20 settembre del 2018 e il Suo compito era quello di tutelare gli interessi degli azionisti.
Dai brani di intercettazioni telefoniche -così come pubblicati dalla stampa- emerge che prima del 30 ottobre 2018 Egli avesse divulgato a terzi -e segnatamente all’allora manager di vertice di Atlantia (leggi Autostrade per l’Italia)-l’intenzione di procedere ad un aumento di capitale di CARIGE di 400 milioni ricercando capitali e il manager si confronta con la politica per sfruttare a vantaggio dei propri azionisti l’opportunità a Lui proposta.
Tra il 20 settembre e il 20 ottobre 2018 il titolo ha perso il 38% circa del proprio valore. Il 9 novembre 2018 in altri 15 giorni di negoziazione, aveva perso un ulteriore 21%.
Ad ottobre, gli azionisti tutti ed il mercato erano all’oscuro di un piano volto a deliberare un aumento di capitale.
Solo il 12 novembre 2018 gli azionisti apprendono che si paventava la necessità di deliberare un nuovo aumento di capitale
Non sappiamo quindi da chi il Dott. Modiano, quale Presidente del Consiglio di Amministrazione (che non ha compiti operativi), avesse avuto tali informazioni e a quale scopo le divulgasse, ma la ricerca di capitali fuori dall’azionariato a un mese dalla nomina è certamente significativa di un preciso progetto -già allora maturato- volto ad estromettere gli azionisti e i successivi avvenimenti vanno necessariamente letti sotto tale angolo di visuale e ne sono la conferma.
Infatti:
- Il 30 novembre 2018 SVI sottoscrive un prestito obbligazionario emesso da CARIGE di circa 313 milioni a un tasso del 13%
- In base agli accordi, il tasso sarebbe stato elevato al 16% in caso di mancata approvazione dell’aumento di capitale.
- L’assemblea del 22 dicembre 2018 non approva l’aumento di capitale in attesa di un piano industriale richiesto dagli azionisti (ma evidentemente non vi era alcuna volontà di prepararlo e tantomeno presentarlo).
- Il Presidente Modiano e l’AD Innocenzi e altri Consiglieri rassegnano le loro dimissioni.
- Il 2 gennaio 2019 BCE dispone il Commissariamento di Banca Carige secretando le motivazioni.
- Il Dott. Modiano e il Dott. Innocenzi vengono nominati Commissari Straordinari (a nostro avviso in evidente conflitto di interessi).
Il resto è storia recente.
Viene sottoscritto un accordo quadro che prevede l’aumento di capitale con esclusione pressoché totale del diritto di opzione spettante agli azionisti (e dunque polverizzandone la partecipazione) e riservato in larghissima parte a FITD, SVI e CCB, cedendo di fatto la Banca agli stessi.
L’Accordo Quadro è presentato quale unica alternativa al fallimento.
SVI converte il credito portato dalle obbligazioni sottoscritte il 30 novembre 2018 con quanto dovuto per l’acquisto delle azioni.
Il prezzo di emissione viene fissato ad € 0,001 contro un valore calcolato sul patrimonio netto 23 volte superiore.
Con ciò si porta a termine l’esproprio (pianificato da tempo) che Voce degli azionisti ormai da oltre un anno denuncia.
Franco Corti
Presidente dell’Associazione Voce degli Azionisti