Oggi pubblichiamo la lettera che vogliamo inviare ai destinatari indicati. Abbiamo diffuso la lettera prima di pubblicarla, perché volevamo avere la consapevolezza del gradimento che i contatti del sito avrebbero espresso nei confronti della nostra iniziativa.
Anche se lo abbiamo già fatto, rispondendo a tutti singolarmente, desideriamo ringraziarvi anche attraverso il sito, per l’accoglienza e il consenso espresso alla nostra iniziativa.
Pensiamo (e stiamo ancora valutando) di avviare un’azione di rivalsa collettiva per accelerare il risarcimento dei danni.
Abbiamo, però, considerato che nel frattempo, visto che il destino finale si deciderà nei prossimi giorni, non avremmo realizzato lo scopo principale per cui è nato il sito: denunciare, proporre e determinare il cambiamento.
Dopo la diffusione di questa lettera, nessuno dei destinatari potrà, invece, dire di non sapere e tutti i responsabili dovranno rendere conto del loro comportamento alla categoria numericamente più forte dell’elettorato, quella che rappresenta azionisti, investitori e risparmiatori.
Credeteci, siamo talmente numerosi che, se riusciamo a coordinarci, nessuno potrà più occupare ruoli di responsabilità politica senza il nostro consenso. Maturiamo la consapevolezza della nostra forza e determiniamo il cambiamento.
Se saremo capaci di unire le nostre forze, potremo generare un cambiamento paradigmatico che costringerà la politica a tutelare la ricchezza nazionale ed europea.
Il risparmio non sarà più un contenitore dove tutti i furbi possono attingere a piene mani. Potremo favorire la diffusione della cultura finanziaria e lasciare ai nostri figli un mondo degno di essere vissuto.
Ciò che è accaduto a Banca CARIGE è grave di per sé, ma ancor più grave è il silenzio e l’assenza di interventi delle Istituzioni a tutela dei risparmiatori, dell’economia nonché del futuro di questo paese e dell’Europa.
Per tale ragione abbiamo deciso di assumere questa iniziativa.
Di seguito il testo della lettera.
All’On.le
Presidente del Consiglio dei Ministri
Prof. Giuseppe Conte
Al Chair of the Supervisory Board di BCE
Dott. Andrea Enria
Al Governatore della Banca d’Italia
Prof. Ignazio Visco
Al Presidente della CONSOB
Prof. Paolo Savona
e per conoscenza
Ai Commissari di Banca Carige
Al Procuratore Capo della Procura di Genova
Dott. Francesco Cozzi
Gentili Signori,
siamo una parte degli oltre ventimila piccoli azionisti di Banca CARIGE, che hanno aderito all’iniziativa promossa da vocedegliazionisti.it.
Abbiamo partecipato ad aumenti di capitali avvenuti tra il 2014 e il 2018, per un totale di oltre due miliardi di euro (che ha portato ad una ricapitalizzazione complessiva della Banca superiore a tre miliardi), tutti presentati come risolutivi dagli amministratori di Carige succedutisi in tale arco temporale i quali hanno sempre definito le strategie e assunto le decisioni, non solo in costante contatto con l’organismo di vigilanza (BCE e Banca d‘Italia) nonché soggetta al controllo della CONSOB, ma seguendo -come emerge da documenti pubblici e articoli di stampa- pedissequamente le indicazioni del primo.
Nonostante ciò nel volgere di poco più di due anni le capitalizzazioni sono state disperse e si è giunti, nel gennaio 2019, al commissariamento della Banca la volta in cui, in assenza di un piano proposto dagli allora amministratore e presidente della Banca e oggi commissari nominati da BCE, non è stato deliberato l’ennesimo aumento di capitale.
Sorvolando al momento su tutti gli eventi, talvolta strabilianti, occorsi in questi due anni e ai quali dall’estate scorsa si è interessata anche la Procura della Repubblica di Genova, ora che la trattativa con Black Rock è fallita e il nostro intervento è al riparo da eventuali callide strumentalizzazioni, ci preme evidenziare quanto segue.
Come riportato nell’articolo pubblicato da “Il Sole 24 ore” del 3 gennaio 2019 (il giorno dopo il commissariamento!!), con il titolo: “una dote nascosta da oltre 1,5 miliardi”, quanto frutto delle ricapitalizzazioni è stato in parte congelato in forza di disposizioni fiscali (per circa mezzo miliardo di credito di imposta) e in virtù di interventi tecnici della vigilanza BCE, rendendolo intangibile per gli azionisti che lo avevano versato, ma tangibile per chi assumesse il controllo della banca.
Ove ciò sia vero (e non abbiamo al momento ragione di dubitarne poiché non ci risulta alcuna smentita) alla luce degli eventi di questi ultimi giorni ci siamo indotti a scriverVi perché pare evidente il gravissimo vulnus alla proprietà privata tutelata dall’art. 42 della nostra Carta costituzionale e ai diritti dei risparmiatori sanciti dall’articolo 47 della Costituzione, posto essere, tra l’altro, compito della Repubblica italiana quello di <favorire l’accesso del risparmio popolare …. al diretto e indiretto investimento azionario dei grandi complessi produttivi del paese>, ma non certo al fine di arricchire speculatori, poiché, ancora la Costituzione pone il divieto all’iniziativa economica privata di recare danno all’utilità sociale.
L’azione degli amministratori e della vigilanza, riteniamo, dovrebbe in primis essere volta alla tutela dell’azionariato popolare frutto di risparmi di una vita e non certo alla tutela (in prospettiva) degli interessi di fondi speculativi internazionali o di altri acquirenti istituzionali, come sarebbe accaduto ove Black Rock avesse concluso l’accordo (che non ha concluso, nonostante la “dote”, per altre ragioni, il che induce a sollevare anche ulteriori dubbi sulle scelte dei commissari e della vigilanza).
Noi eravamo disposti a correre i rischi che l’investimento azionario comporta, ma siamo stupiti nel dover costatare che, di fatto, gli amministratori sotto il costante controllo di un’istituzione europea possano disporre del denaro versato da chi, come noi, aveva sostenuto le ricapitalizzazioni precedenti, nella prospettiva di favorire l’ingresso di nuovi investitori tra l’altro -alla prova dei fatti- extraeuropei.
Significativo appare che il quotidiano nazionale per eccellenza specializzato in economia e finanza pubblichi la notizia della sterilizzazione non per esecrarla sottolineando l’esproprio effettuato a danno di chi aveva contribuito al sostegno della banca, confidando nelle dichiarazioni pubbliche diffuse dai vertici societari nonché nella professionalità e competenza dell’organo di vigilanza europeo, ma per promuovere l’ingresso di nuovi azionisti.
Come detto, evitiamo al momento di aggiungere altri fatti, anche se gravi, nel rispetto delle prerogative degli inquirenti che ci auguriamo possano far al più presto chiarezza e intervenire, ma chiediamo a Voi, nei rispettivi ruoli, di valutare con la competenza, l’indipendenza di giudizio e il vaglio critico che certamente Vi appartengono se sia legittimo quanto sopra posto che nei prossimi giorni si deciderà il futuro di Banca Carige e con esso quello dei tre miliardi di euro di capitalizzazione e degli oltre due miliardi che gli azionisti hanno investito negli ultimi tre anni.
Grati per una cortese risposta e restando a disposizione ove vogliate incontrare una nostra delegazione, ringraziamo anticipatamente e porgiamo i nostri più rispettosi ossequi.
Vocedegliazionisti.it
[a nome degli azionisti di Banca CARIGE che hanno espresso la loro adesione con mail archiviate e a disposizione di chiunque avendone titolo le richieda].